Riflessioni sul discorso d’addio del presidente Joe Biden e anticipazioni sulle prime mosse, da lunedì, del nuovo presidente Donald Trump sono oggi i temi dominanti sulla stampa Usa, allo snodo tra due Amministrazioni. E, nelle audizioni in Senato, le scelte di Trump paiono avere il vento della conferma in poppa.
Il Washington Post spiega ai suoi lettori “che cos’è un’oligarchia”, dopo che Biden ha così definito l’ascesa al potere della congrega formata, oltre che da Trump, dai suoi sodali ricchi e spregiudicati Elon Musk e Vivek Ramaswami, cui si sono opportunisticamente sommati Mark Zuckerberg e Jeff Bezos e molti altri. La Cnn pronuncia quella che presenta come “l’ultima parola” su Biden, prima di chiuderne il capitolo della presidenza.
Biden, però, continua a parlare: intervistato dalla Msnbc, dice che il premier israeliano Benjamin Netanyahu “deve trovare un modo per tenere conto delle legittime preoccupazioni” dei palestinesi, per garantire la sopravvivenza di Israele nel lungo termine. Israele non potrà resistere “senza risolvere la questione palestinese”.
Il presidente racconta: “Continuavo a ricordare al mio amico Bibi Netanyahu, ed è un amico anche se ultimamente non andiamo molto d’accordo, che deve trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni di un vasto gruppo di persone chiamate palestinesi, che non hanno un posto dove vivere in modo indipendente”.
Il New York Times s’interroga sulla “strana quiete dei democratici”, che non si sono ancora ripresi dallo shock della sconfitta elettorale su tutti i fronti – presidenza, Senato e Camera – del 5 novembre. E l’Ap affonda il chiodo nella bara scrivendo che gli Stati dove i dem sono più forti, a partire da quello di New York, perdono abitanti e, quindi, riducono il loro peso elettorale, a vantaggio di Stati come la Florida dove prevalgono i repubblicani.
Vista la legge elettorale negli Stati Uniti, questa dinamica demografica potrebbe compromettere nel medio termine le possibilità dei democratici di tornare a vincere un’elezione.
Ma ci sono anche democratici che cercano di trarre vantaggio dalla situazione, magari facendo un salto della quaglia: è il caso del sindaco di New York Eric Adams, che è nei guai con la giustizia federale e che, secondo il New York Times, è andato a Mar-a-lago da Trump, nei cui confronti è stato di recente prodigo di elogi, per sollecitare una grazia presidenziale.
Guai con la giustizia continua ad averne l’ex sindaco di New York ai tempi dell’11 Settembre 2001, ed ex legale di Trump, Rudolph Giuliani, che deve ancora indennizzare due scrutatrici della Georgia per la accuse di brogli loro ingiustamente rivolte nel 2020. Ieri, sembra esserci finalmente stato un accordo sul pagamento dell’indennizzo: l’intesa consentirebbe a Giuliani di conservare la proprietà dell’ultima e unica casa che gli resta, in Florida.
Dove il governatore Ron DeSantis ha scelto la responsabile della Giustizia, Ashley Moody, per rimpiazzare al Senato Marco Rubio, destinato ad assumere il ruolo di segretario di Stato nella Trump 2. Per quel seggio, era stata in lizza la nuora di Trump, Lara, moglie di Eric, figlio terzogenito del presidente eletto, attiva in politica. Moody guida la giustizia della Florida dal 2018.
Usa 2024: audizioni, bene Bessent, segretario al Tesoro in pectore
Fronte audizioni dei membri designati della nuova Amministrazione, ieri se l’è cavata bene Scott Bessent, segretario al Tesoro in pectore che, di fronte alla Commissione Finanze del Senato, ha difeso la politica economica del presidente eletto, ha sostenuto che le sanzioni contro la Russia andrebbero inasprite e ha difeso l’indipendenza della Fed dal potere politico.
Usa 2024: TikTok, il bando non scatterà domenica
Infine, per quanto riguarda TikTok, l’Ap scrive che Biden non metterà in atto il bando domenica, il 19 gennaio, cioè l’ultimo giorno del suo mandato, in caso di mancata cessione delle attività negli Stati Uniti a una società americana.
Il suo successore pare favorevole a trovare una soluzione non lesiva degli interessi di TikTok, nonostante le preoccupazioni di sicurezza espresse dal Congresso in modo bipartisan con la messa al bando.
Il ceo di TikTok, Shou Zi Chew è stato invitato alla cerimonia di inaugurazione di Trump e sarà presente. Un altro segnale di una possibile svolta nella vicenda.
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