“Amico” geloso, minacce di suicidio “Il nostro era un rapporto malato”

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Un racconto drammatico, lungo e sofferto, quello di una 23enne che oggi per quasi due ore ha testimoniato davanti al giudice nel processo per stalking nei confronti di un suo coetaneo. Nel corso della sua testimonianza, Marta (nome di fantasia) ha pianto, scusandosi più volte per la sua agitazione. L’udienza è stata anche interrotta pochi minuti per far calmare la giovane, che a processo è parte civile attraverso l’avvocato Sara Veri. Ancora oggi l’imputato ha la misura del divieto di avvicinamento.

Marta e Giovanni (nome di fantasia) si erano conosciuti a fine maggio del 2022 attraverso un comune amico. Anche loro lo erano diventati, tanto che Marta che all’epoca non aveva un tetto sopra la testa, aveva accettato l’offerta di Giovanni di essere ospitata a casa sua.

“Dormivamo nello stesso letto, ma non abbiamo mai avuto rapporti sessuali”, ha raccontato Marta, “ma di fatto tutti ci consideravano una coppia“. Sebbene i due non fossero fidanzati, Giovanni avrebbe da subito manifestato la sua gelosia, tanto che la ragazza, tre mesi dopo, in agosto, aveva deciso di lasciarlo e di trasferirsi in albergo. “Non gli avevo anticipato nulla della mia decisione. Ho solo fatto le valige e me ne sono andata”.

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