Settore immobiliare, con la direttiva case green cambia l’APE

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L’APE (Attestato di Prestazione Energetica), da semplice documento tecnico, si trasforma in uno strumento strategico per la sostenibilità, ma anche in un banco di prova per il settore immobiliare e i governi nazionali.

Attualmente, l’APE  si basa su fattori come isolamento termico, efficienza degli impianti e consumo di energia primaria. La direttiva mira a standardizzare i criteri di valutazione tra i Paesi membri, eliminando le differenze oggi esistenti.

Con la nuova direttiva case green chi non adeguerà i propri edifici rischia di non poterli vendere o affittare, mentre sarà cruciale presentare certificazioni aggiornate per dimostrare il miglioramento della classe energetica dopo eventuali lavori di riqualificazione.

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Come sapete, l’Attestato di Prestazione Energetica certifica l’efficienza di un immobile, valutandolo su una scala dalla classe A4 (massima efficienza) alla classe G (minima efficienza). Questo documento è già obbligatorio in diversi casi, come vendite, locazioni e ristrutturazioni. Tuttavia, con la Direttiva Case Green il suo ruolo si rafforza:

  1. Gli edifici classificati nella fascia più bassa, la classe G, non potranno superare il 15% del totale. I proprietari saranno quindi obbligati a migliorare le prestazioni energetiche.
  2. L’APE diventa uno strumento essenziale per verificare il rispetto dei nuovi standard minimi di prestazione energetica (MEPS).

Ora la direttiva case green dell’Unione Europea segna una svolta nel panorama immobiliare europeo, introducendo importanti novità per l’Attestato di Prestazione Energetica (APE). Obiettivo principale: abbattere l’impatto ambientale degli edifici, responsabili di una considerevole quota di emissioni di CO₂. Questo provvedimento mira a rendere gli immobili più sostenibili, con scadenze e obblighi ben definiti. Ma cosa comporta tutto ciò per proprietari, affittuari e operatori del settore?

Parte integrante del piano europeo “Fit for 55”, la direttiva case green fissa obiettivi ambiziosi: ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Tra le principali novità, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033.

Questa trasformazione obbliga i proprietari di immobili a riqualificare le strutture più obsolete dal punto di vista energetico, rendendo l’APE un documento centrale per monitorare i progressi verso la sostenibilità.

I costi degli interventi e l’impatto sul mercato

Gli interventi richiesti per rispettare le nuove norme, come l’isolamento termico di pareti e tetti, la sostituzione degli infissi o l’installazione di impianti efficienti, comportano spese significative, soprattutto per gli edifici più datati, diffusi in Italia e in altri Paesi mediterranei.

Se da un lato gli immobili riqualificati potrebbero aumentare di valore, quelli che non rispettano gli standard rischiano una pesante svalutazione o l’invendibilità. L’APE, quindi, assumerà un ruolo ancora più strategico nelle compravendite immobiliari.

Benefici e criticità

La direttiva punta a ridurre il consumo energetico e le emissioni, con vantaggi significativi:

  1. Risparmio economico: Gli edifici più efficienti riducono i costi in bolletta per famiglie e imprese.
  2. Comfort abitativo: Miglioramenti come un isolamento termico migliore rendono le abitazioni più confortevoli.
  3. Crescita economica: La richiesta di interventi di riqualificazione potrebbe dare impulso all’industria edilizia e creare nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, non mancano le critiche. I costi di adeguamento rappresentano un peso per molti proprietari, soprattutto per chi dispone di redditi limitati o possiede più immobili. Inoltre, gli affittuari potrebbero subire un aumento dei canoni, se i proprietari decidessero di trasferire su di loro i costi dei lavori.

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La tempistica è un altro punto critico: i termini previsti dalla direttiva potrebbero risultare difficili da rispettare, soprattutto in Paesi con un vasto patrimonio edilizio vecchio. La transizione verso edifici più sostenibili sarà un processo complesso, ma indispensabile per raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea.

 



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