Angelo Ubaldo, «Mia figlia Paola in fin di vita per l’anoressia» «Grazie per non averle dato il posto letto promesso. Medici e politici? Spettatori»

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di
Antonio Della Rocca

Lecce, il papà della 26enne scrive al ministro Schillaci denunciando come la città aspetti da un anno un posto nel centro per i disturbi alimentari inaugurato e mai aperto

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Nell’attesa di un posto letto al Fazzi di Lecce promesso lo scorso anno dalla politica per consentirle di fronteggiare le fasi più acute della sua battaglia contro l’anoressia, sulla debole fiammella di vita che arde ancora nel petto di Paola, 26 anni, adesso spira un vento sinistro. 
E si leva il drammatico grido di dolore del padre. «Questo, forse, è l’epilogo della storia di una morte annunciata, causata da una malattia subdola e sottovalutata», si sfoga Angelo Ubaldo dalla sua Guagnano, con l’indice puntato dritto verso chi, a suo giudizio, poco o nulla ha fatto finora almeno per mitigare le sofferenze di ragazze e ragazzi che affrontano le crisi più laceranti prodotte dai disturbi del comportamento alimentare.

La lettera al ministro Schillaci

Parole amare indirizzate al ministro della Salute, Orazio Schillaci, al vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al prefetto di Lecce, Natalino Manno e al direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi. Sì, perché il 28 marzo 2024, agli esordi della campagna elettorale per le amministrative a Lecce, nel corso di una cerimonia pubblica svoltasi davanti al futuro centro degenze per i disturbi alimentari, ovvero uno dei luoghi della sofferenza per antonomasia, la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, annunciò la posa della prima pietra della nuova struttura da realizzarsi con un finanziamento di 2 milioni di euro dato per certo.
In realtà nessuna prima pietra venne posata. Non solo simbolicamente, ma anche in concreto nel mesi a venire.




















































Il reparto fantasma

Tant’è che a metà maggio nei locali degli ex Infettivi, individuati come sede delle degenze, non si era ancora visto un operaio. Oggi, a lavori dichiarati finiti, il reparto appare spoglio, avvolto dal silenzio, deserto, senza arredi. È più che evidente che non sia pronto a ospitare i pazienti.
Nessuna prima pietra, dunque, ma l’occasione, il 28 marzo 2024, sembrò comunque propizia per mettere a dimora un albero di pesco come gesto beneaugurante. Un fusto dalla folta chioma verdeggiante che, secondo le ultime notizie, sembra essere peraltro disseccato. Un gesto propiziatorio che si consumò alla presenza, oltre che di Loredana Capone, anche del sindaco uscente di centrosinistra, Carlo Salvemini, ricandidatosi per il secondo mandato, e di Caterina Renna, responsabile del Centro per la cura e la ricerca del comportamento alimentare del Fazzi, che attualmente svolge solo prestazioni in regime ambulatoriale e di day hospital, candidata nelle liste a sostegno del primo cittadino. Non si fecero attendere le polemiche per quella che a molti sembrò un’occasione per fare passerella politica.
«Paola sta male, non è un buon momento – spiega il padre Angelo – e dopo avere girato l’Italia intera in cerca di un posto letto nutrivamo la speranza di poterla affidare ai medici leccesi per il ricovero». Ed a Schillaci scrive: «Non può reggere la giustificazione di qualche medico, il quale afferma che mia Paola rifiuta di farsi curare. Se fosse così facile guarire da questo ‘mostro’ non morirebbero circa quattromila ragazze all’anno. Nonostante ciò rimanete impassibili spettatori di una lenta agonia. Grazie per non avere fatto nulla di concreto».

Il silenzio della Asl

La Asl, pure contattata e più volte sollecitata dal Corriere per ottenere spiegazioni sullo stato dell’arte del nuovo centro, resta in silenzio. A suo tempo, però, aveva fatto sapere che, grazie al progetto di cui era prevista la conclusione il 30 settembre scorso, i livelli di cura già garantiti sarebbero stati implementati con l’apertura del Reparto ospedaliero “Fed Unit 24H” e della Residenza Terapeutico-Riabilitativa extra-ospedaliera, previsti per i casi più complessi.
Per ora solo parole. Angelo Ubaldo e la sua “piccola” Paola sperano ancora che qualcuno tenda loro una mano. Prima che sia troppo tardi.

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17 gennaio 2025 ( modifica il 17 gennaio 2025 | 11:21)

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