Il caso Veneto divide il centrodestra. E sui sindaci Manfredi si schiera con Sala: no al tetto
Il solco dentro la maggioranza di centrodestra non potrebbe essere più profondo. Ad una Lega che, riunito il Consiglio federale, proclama come un sol uomo che si batterà fino alla morte per tenersi stretto il Veneto, anche a prescindere dal destino del presidente uscente Luca Zaia, si contrappongono i partiti alleati che sul terzo mandato non vogliono sentire ragione.
Il primo altolà della giornata lo pronuncia il leader di Forza Italia Antonio Tajani: «È una questione di principio, non è legata al Veneto o alla Campania» spiega a Start su SkyTg24. «Il problema — sottolinea il vicepremier — è garantire una maggiore democraticità del sistema e per avere il terzo mandato si deve cambiare la legge. Non dev’essere una questione di lottizzazione e spartizione: mettiamo insieme i migliori candidati che ci sono e poi vediamo chi può essere vincente. Se ci sono candidati più forti ben vengano».
Tajani ricorda che Forza Italia ha messo sul tavolo il nome dell’europarlamentare ed ex sindaco di Verona Flavio Tosi, anche se c’è la consapevolezza che gli azzurri guidano già il Piemonte con Alberto Cirio e gli spazi per avere un’altra presidenza del Nord, a fronte di Fratelli d’Italia che non ne ha nessuna e la Lega tre (Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, più la guida della Provincia autonoma di Trento), realisticamente non ci sono.
Attestato sulla linea del no a modifiche delle regole c’è anche Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati: «Il limite dei mandati per le cariche elettive con forte potere esecutivo, come i presidenti di Regione ed i sindaci, non è una questione personale ma un istituto democratico e sarà applicata anche alla riforma del premierato. In ogni caso il centrodestra, come sempre, si confronterà per trovare la migliore soluzione e dare continuità all’ottimo lavoro fatto in Veneto». Insomma, bisogna guardare avanti a prescindere dalla bontà del lavoro fatto e delle richieste della Lega di tenere conto del valore speciale di quella Regione per un partito che lì ha le sue radici.
Luca Zaia, dopo aver detto nei giorni scorsi quel che pensa, ora preferisce rimanere a guardare le evoluzioni. Giovedì ha preso atto che tutta la Lega condivide la sua battaglia, ieri ha sottolineato la valenza politica della questione sul tavolo. «Non so dire la posizione della premier Meloni sul tema del terzo mandato, nel senso che c’è anche un tema di capo della coalizione e di governabilità. Sarà il segretario Salvini a discuterne con lei e all’interno della maggioranza». Con un punto di partenza chiaro per il governatore uscente: «Noi siamo sempre stati assolutamente leali». E si torna così alla frase sibillina pronunciata giovedì sera in tv dal leader Salvini: «Non credo che nessuno voglia mettere in crisi uno dei governi più stabili d’Europa per piantare una bandierina». Un messaggio indirizzato a Giorgia Meloni (che però invita i suoi a non rispondere alle «provocazioni»).
Intanto, sul tema terzo mandato, ma riferito ai sindaci, interviene anche Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli, per dirsi d’accordo con il collega milanese Beppe Sala: «Sul limite ai due mandati c’è una posizione storica dell’Anci che è stata sempre contraria allo stop dopo un numero di mandati per i sindaci. Anche io credo che sia importante che ci sia il giudizio dei cittadini».
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