Prato, dal 20 gennaio la 30a edizione del Festival MetJazz

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Roma, 18 gen. (askanews) – Festeggia trent’anni uno dei festival più importanti del jazz in Italia, da sempre apprezzato per l’apertura stilistica e l’attenzione alle nuove proposte della scena contemporanea. Organizzato dalla Fondazione Teatro Metastasio di Prato, MetJazz porta con sé una storia importante fatta di grandi nomi della scena internazionale e italiana, produzioni originali, esclusive, spazi aperti a artisti emergenti e a talenti meno conosciuti. Un traguardo significativo, quello del trentennale, con un pubblico fedele negli anni e testimone dell’evoluzione di un linguaggio musicale che porta con sé un patrimonio universale di valori, stili e contaminazioni. Fondato nel 1995, MetJazz dal 1999 si avvale della direzione artistica di Stefano Zenni, tra i musicologi più importanti a livello europeo, specializzato in jazz e musiche afroamericane.

In occasione della trentesima edizione, il Festival rilancia il suo valore raddoppiando durata e concerti, dilata il suo calendario dal 20 gennaio al 14 aprile 2025 con un programma dal titolo Is that Jazz? Trent’anni di musica a Prato, che ospita star del jazz mondiale come Dave Holland, Lionel Loueke, Jeff Ballard, Amaro Freitas ed Eric Mingus, accanto a importanti nomi del jazz italiano come Gianluigi Trovesi, Giovanni Falzone e Silvia Bolognesi, a valorosi artisti da scoprire e a nuovi talenti.

Il Festival si espande nella città, creando la nuova sezione “MetJazz nella città” in cui sono coinvolti tutti i suoi partner storici: Musicus Concentus, Scuola di Musica Giuseppe Verdi, Camerata Strumentale Città di Prato, Museo di Palazzo Pretorio, Centro per l’arte contemporanea L. Pecci, Monash University, Biblioteca Lazzerini, Museo del Tessuto, Toscana Produzione Musica, e Mabuse Cineclub, fino ad arrivare a Firenze, nel live club Pinocchio Jazz. Preziose collaborazioni che hanno contribuito negli anni alla crescita del festival, arricchendo il programma con eventi collaterali – concerti-aperitivo, conferenze, lezioni e presentazioni. All’interno di questa sezione alcuni concerti vedranno protagonisti musicisti “Più giovani del festival”, quindi sotto i 30 anni.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

IL PROGRAMMA Lunedì 20 gennaio alle ore 21 al Teatro Metastasio si inaugura ufficialmente l’edizione 2025 con un doppio concerto che vede protagonista due trio “elettrici, due sonorità trascinanti, due diversi equilibri del triangolo. Da un lato, l’organista toscano Matteo Addabbo, alla testa del formato classico con chitarra e batteria insieme ad Andrea Mucciarelli e Andrea Beninati: un sound definito negli anni Cinquanta, fortemente legato al soul e al funky, in cui la pedaliera dell’organo fa agilmente da basso e le altre voci si intrecciano in un alternarsi alla guida del gruppo. Dall’altro lato, l’inusuale trio con al vertice la tromba, anche elettrificata, di Giovanni Falzone, punta di diamante del nostro jazz, in un travolgente dialogo di pura energia con musicisti cresciuti con lui, Giuseppe La Grutta (basso elettrico) e Andrea Bruzzone (batteria), su composizioni originali in cui aleggia lo spirito vibrante e rivoluzionario di Jimi Hendrix.

Lunedì 27 gennaio alle 21 al Teatro Fabbricone fa tappa un altro trio, The Elephant: una formazione aperta, sperimentale, dai vertici mobili e mutevoli. Gabriele Mitelli, Pasquale Mirra e Cristiano Calcagnile sono tra gli improvvisatori più spregiudicati e fantasiosi del nostro jazz e da tempo hanno deciso di unire il loro estro per disegnare quel suono del jazz contemporaneo in cui groove danzanti, suggestioni elettroniche, intrecci melodici e sospensioni liriche si nutrono dei generi più diversi.

Lunedì 17 febbraio alle 21 al Teatro Metastasio, in esclusiva italiana c’è Amaro Freitas, una delle figure più originali del pianismo contemporaneo tra jazz e tradizione afrobrasiliana. Due mondi all’apparenza poco compatibili: il jazz con il suo swing elastico ereditato dalle culture musicali del Sahel, la musica del Nordest del Brasile intrisa di rigorosi poliritmi dell’Africa equatoriale. A questa ricchezza contraddittoria, nel suo progetto in piano solo Brasile Segreto Freitas aggiunge un altro suono del mondo brasiliano, quello indio, in particolare amazzonico e amalgama il tutto con tocchi di elettronica che sembrano sgorgare dalle profondità del pianoforte.

(segue)



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta