Il piano di Sinistra Italiana per Marche e Fermano: “Alta velocità è priorità: no al bypass di Pesaro, serve progetto generale”

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PORTO SAN GIORGIO – Alta velocità, per persone e cose, piste ciclabili, metropolitane di superficie: ecco i tre punti fermi per la mobilità del futuro che “faranno perdere centralità all’autostrada”.

Sabrina Isidori, segretaria provinciale di Sinistra Italiana introduce la discussione sulle infrastrutture: “Bisogna partire da Porto San Giorgio se si parla di mobilità, strade e ferrovie”. Sinistra Italiana Marche ha le sue idee e le sta affrontando passo passo in giro per la regione. “che sia lavoro, sociale o mobilità, noi vogliamo incidere”. Per questo Maria Campese, responsabile nazionale trasporti di Sinistra Italia, è arrivata a Porto San Giorgio.

Introduzione affidata a Luigi Silenzi, che il tema lo segue da anni. “Qui c’è chi crede che si possa fare tutto, ma nessuno che presenti un progetto o un vero finanziamento”. L’obiettivo di SI è invece invertire il ragionamento. “Dobbiamo ragionare su opere connesse. Bisogna partire da Pesaro, da quella curva che costa 5 minuti al treno che percorre la tratta. Ma non si può pensare a una spesa miliardaria senza un piano generale”.

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Ad ascoltare ci sono esponenti di Sinistra Italiana, da Buondonno a Santarelli e Isidori, ma anche il consigliere comunale di Fermo dei 5 Stelle, Stefano Fortuna, la Dem Patrizia Canzonetta e i ‘think tanker fermani Serena e Romanelli oltre a esponenti di Legambiente. Silenzi cita l’Europa, più volte e il suo “fare del trasporto ferroviario la spina del sistema europeo, anche per le merci”. Europa che chiede anche più attenzione alla mobilità sule due ruote, favorendo zone con biciclette  ciclabili connesse alle stazioni dei treni.

La strategia sull’alta velocità non è una cosa banale, soprattutto ora. Il partito che ha in Buondonno il leader nazionale si ritrova più vicino alla giunta Acquaroli che al potenziale candidato di centrosinistra alla regione Matteo Ricci, che invece vorrebbe mettere a terra le risorse stanziate per il nodo di Pesaro e Fano in attesa di altri fondi.

 “Noi stiamo facendo azioni per parlare di futuro. La costruzione della coalizione, l’individuazione del candidato passa per la definizione delle questioni programmatiche. Questo è il nostro punto di vista. Abbiamo una idea di paese e di regione. Noi lavoriamo sui contenuti. Seve anche discontinuità con il centrosinistra che c’era. Per cui dobbiamo parlarne. Noi sfidiamo gli alleati nel merito delle questioni” chiarisce la segretaria regionale, sollecitata su questo punto. E aggiunge Silenzi: “Se quello di Pesaro fosse stato un tratto della progettazione della ferrovia di alta velocità, avrebbe avuto senso. Fatto così è un intervento più campanilistico che particolare”.

La richiesta basica a livello infrastrutturale è l’alta velocità da Bologna a Bari: “Non si può tagliare l’Adriatico da questo sviluppo che permette di far arrivare in orario, e rapidamente, persone e materiali” prosegue Silenzi.

L’attuale ferrovia diventerebbe una metropolitana di superficie, “per collegare ospedale regionale, porto di ancona, aeroporto e interporto”. Favorevoli all’elettrificazione della Civitanova-Albacina, con collegamento garantito all’università di Camerino, “usando le ciclabili peer l’ultimo miglio”. Si ribadiscono favorevoli alla metrotramvia tra Porto San Giorgio e Amandola, “molto attesa dalla comunità montana”.  Ci sono poi richieste e progetti per il resto della regione, dalla Fano – Urbino alla ferrovia dei due mari tra San Benedetto e Roma.

Le risorse? “Funzionalizzare reti ferroviarie già esistenti ha un costo più basso della costruzione di qualsiasi strada. Ogni regione ha a disposizione un bilancio e può decidere dove destinare le risorse. L’importante è che anziché fare le bretelle autostradali, allargare le strade e incentivare la gomma e il privato, si punti sul recupero dell’esistente ricollegando fra di loro in modo funzionale reti che per la maggior parte sono esistenti. Poi dove mancano i collegamenti si investirà. Fondamentale è la volontà della politica”.

Tutto questo renderebbe l’autostrada meno rilevante? “Se si ragiona in termini di salvaguardia dell’ambiente, considerando che sono sei anni che si lavora in un cantiere di otto chilometri, è necessario? Servono investimenti adeguati? Ditte più efficaci? Forse è comodo così, almeno le persone chiedono nuove autostrade piuttosto che il miglioramento dell’attuale. Più ci sono problemi, più si spinge la popolazione verso le soluzioni volute da chi comanda” prosegue Silenzi.

Che poi parla di biglietto climatico: “Chi usa il mezzo pubblico al posto del mezzo privato riceve importanti scontistiche. Così da unire ambiente ed economia”. Maria Campese ha ascoltato attentamente e ha apprezzato il legame – locale-europeo di Silenzi: “Non possiamo sottrarci al fatto  che la politica infrastrutturale è strategica ed è scritta a Bruxelles”.

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Le linee guida ci sono, poi ogni Stato finisce per derogare e rinviare la messa a terra degli atti necessari: “In Italia ancora si privilegia il trasporto su gomma a quello su rotaia, in particolare per le merci. L’alta capacità in Italia è inesistente e soprattutto è legata a poli vicini alle autostrade e non alle ferrovie. Invece il trasporto ferroviario è il più efficace, il meno pericoloso, economicamente più sostenibile, se funzionasse e garantisse in primis i pendolari”.

Il NO all’arretramento delll’A14 è alla fine netto: “Parliamo di qualcosa di infattibile per risorse e per distruzione di un ambiente naturale. Invece andrebbe arretrata la ferrovia, investendo davvero sull’alta velocità. Lasciando perdere i tre chilometri e i 15 miliardi dirottati sul progetto irrealizzabile del ponte sullo stretto di Messina. Sono state dismesse troppe ferrovie negli anni, la politica va invertita” ribadisce Campese.

“Se ci fosse stato un progetto del Pnrr da finanziare era quello dell’alta velocità, quello dell’infrastruttura capace di collegare il sud dell’Italia ma tutto questo non è stato fatto. E si finanziano progetti dannosi che sono spreco” la conclusione di Peppino Buondonno.

r.vit.





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