Piano oncologico, sull’approvazione Fratelli d’Italia si spacca ma il documento trova i voti dell’opposizione

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PORDENONE/UDINE – Sarà anche una uscita a “titolo personale” e non rappresenta il pensiero esplicito e completo del gruppo in cui è inserito, ma resta il fatto che il consigliere regionale Enrico Bullian, Patto per l’Autonomia Civica Fvg, rompe il fronte della minoranza e sul piano oncologico regionale, se mai ce ne fosse bisogno, corre in soccorso della maggioranza e annuncia il suo voto favorevole in terza Commissione. A questo proposito c’è da dire che il documento passerà al Cal per il voto il 27 di gennaio.

LA POSIZIONE


Resta il fatto che posizione del consigliere di minoranza è chiara. «Il Piano della Rete oncologica regionale contiene analisi complesse basate su una solida bibliografia scientifica internazionale, segue la normativa nazionale e formula conseguenti proposte che in alcuni casi sono largamente intuitive e già anticipate nei fatti dalle scelte dei cittadini, come quello di affidarsi ai centri maggiori e specializzati per le cure più complesse». Bullian va avanti.

«Questa revisione dell’originario piano del 1998 attende ormai da quasi trent’anni: un’eternità. Le fasce medio-alte della popolazione in autonomia optano già per gli ospedali più specializzati, ma con il piano si vogliono creare percorsi pubblici indispensabili in particolare per le fasce più vulnerabili. I punti di forza sono la completa gestione del malato oncologico nel perimetro della sanità pubblica; il miglioramento degli standard di qualità e sicurezza degli interventi più delicati per i cittadini – pazienti, che significano una maggiore e migliore aspettativa di vita. Per ottenere questi obiettivi è necessaria anche la riorganizzazione – concentrazione delle chirurgie oncologiche (e alcune andranno chiuse), interventi che rappresentano l’1 per cento del percorso di cura del paziente oncologico. Oggi potenzialmente si operano quasi tutti i tumori in quasi tutti gli ospedali. Ma la logica del “tutto dappertutto” non regge più».

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LE CORPORAZIONI

Il passaggio successivo del consigliere è senza dubbio quello più duro. «Le critiche al Piano si sono focalizzate sulla riorganizzazione delle chirurgie oncologiche, spesso promosse da una parte della categoria professionale. Apparentemente tutti d’accordo nel concentrare, poi quando si propone che alcuni interventi chirurgici non vengano più svolti nell’ospedale sotto casa, si manifesta il dissenso con il politico di turno a cavalcare la protesta. I criteri scelti per la concentrazione delle chirurgie oncologiche sono scientifici e tecnici ed è sbagliato dare una lettura territoriale di un piano regionale. In definitiva – conclude Bullian – il focus lo teniamo sugli interessi dei cittadini – pazienti oncologici o delle corporazioni di categoria?» Chiaro il riferimento anche alla protesta dei primari pordenonesi. «Inoltre stiamo parlando di un Piano triennale che prevede un monitoraggio semestrale per effettuare tutti i correttivi. Se non subirà stravolgimenti e al di sopra dei tatticismi politici di basso cabotaggio, pur stando all’opposizione, io garantirò il mio sostegno al Piano».

IL PERCORSO

La posizione del consigliere Bullian viene mitigata dal capogruppo, Massimo Moretuzzo. «Abbiamo sottolineato che i principi che sono alla base del piano sono condivisibili – spiega – ma abbiamo anche detto che a questo punto è necessario capire come evolverà il piano. Di sicuro non condividiamo parecchie cose legate alla gestione della sanità portate avanti dalla coppia Fedriga – Riccardi, così come ci sono nomine che non possiamo accettare e che restano marcatamente negative». Intanto riprende il percorso del piano oncologico. Se, come detto, il 27 è previsto il voto al Cal dove ci sono i sindaci, il 29 è stata “prenotata” una seduta della Terza Commissione Sanità per quello che sarà il vero passaggio politico del documento.

Per quella data resta da capire se Fratelli d’Italia del Friuli Occidentale avrà ottenuto soddisfazione sul fronte delle modifiche al documento che vanno nella stessa linea di quelle chieste dai primari pordenonesi. Di sicuro, come ben evidenziato l’altro giorno, i primari del Santa Maria degli Angeli ritengono una sconfitta la sola cancellazione della tabella finale con le sedi degli interventi chirurgici che però pare essere, almeno allo stato, l’unica concessione che arriva dall’assessore Riccardi. In ogni caso se al fronte del Centrodestra in commissione dovessero mancare i voti di Fratelli d’Italia, Lega e Fi ne troverebbero uno in più che arriva dalla minoranza.
 





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