Gennaio è il mese della “Veganuary”, la campagna globale che ispira milioni di persone a provare per 31 giorni, dall’1 al 31, un’alimentazione vegetale. Lo scorso anno circa 25 milioni di persone hanno preso parte all’iniziativa, di cui 1,7 milioni in Italia. Quasi 1 italiano su 10 segue una dieta priva di carne, in netto aumento rispetto al 6,6% del 2023. Tra il 2014 e il 2024 la percentuale di vegani è addirittura quadruplicata e nel 2025 i numeri sono destinati a salire ancora di più grazie all’adesione alla campagna di Malesia, Perù e Canada.
L’idea è nata nel 2014 nel Regno Unito ed è diventata famosa in tutto il mondo; le persone vengono spronate ad adottare un’alimentazione vegetale con ricette e consigli quotidiani completamente gratuiti. Ogni anno aumentano gli iscritti che hanno deciso di partecipare per motivi legati all’ambiente, agli animali o alla salute: si sta infatti diffondendo sempre di più la consapevolezza di quanto siano importanti un regime alimentare e uno stile di vita sostenibile per il Pianeta e per gli animali che lo popolano: quello che scegliamo di mettere nel piatto ogni giorno, infatti, può fare la differenza anche per il clima.
La challenge globale è promossa in Italia dall’associazione no profit Essere Animali: sono numerosi gli influencer ed i content creator che promuovono l’iniziativa sui loro canali ed un centinaio di aziende hanno aderito alla campagna con il lancio di nuove opzioni a base vegetale, offerte speciali sui loro prodotti veg e campagne di promozione. Tra queste spicca Miscusi, il brand italiano di ristoranti di pasta fresca che dopo anni di sperimentazione sul campo con gli agronomi di Martino Rossi e in cucina con chef, food engineering, nutrizionisti, ha lanciato un ragù totalmente vegetale “buono come quello della nonna”.
Fondata da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, Miscusi, società Benefit e B-Corp, dal 2017 promuove la dieta mediterranea tramite il suo piatto principe: la pasta. Il primo pastificio con cucina è stato aperto a Milano in Piazza Cinque Giornate; oggi vanta la sua presenza in 6 città italiane con 15 ristoranti. Il sorgo viene coltivato presso il centro sperimentale Agrifuture di MartinoRossi Spa, un vero e proprio laboratorio in campo. Il sorgo che già naturalmente non necessita di grandi quantitativi di acqua, viene irrigato da un sistema brevettato sotterraneo in prossimità delle radici della pianta e che consente di non avere dispersioni o sprechi di acqua. Inoltre le piante vengono consociate ad altre coltivazioni di altezza ed esigenze differenti per consentire sia un migliore afflusso della luce solare sia per favorire la biodiversità del campo stesso. Tutto questo favorisce enormi vantaggi in termini di impatto sul suolo e consente di portare in tavola una pasta ad impatto ambientale positivo.
Il ragù “plant-based” di Miscusi è stato studiato e preparato seguendo la stessa ricetta di quello a base di carne: soffritto di cipolla e carota, vino rosso, olio evo, salsa datterino miscusi ed un trito di legumi che sostituisce la carne. Colore e consistenza sono molto simili a quelli della ricetta del ragù tradizionale. Nutrizionalmente ricco, sano ed ambientalmente rispettoso con le sue 530 kcal perfettamente bilanciate secondo i principi della dieta mediterranea: 20% grassi insaturi, 65% carboidrati complessi, 15% proteine vegetali. Le emissioni di CO2 sono ridotte del 97% rispetto ad un piatto di pasta tradizionale al ragù e si utilizza l’88% in meno di acqua.
“Il fusillone veg fornisce un quarto del fabbisogno energetico giornaliero (2000 kcal) emettendo 0.16 kg di CO2, meno della metà dei limiti 2030 imposti dalle Nazioni Unite. È un piatto iconico che rappresenta la nostra terra; ci troviamo legumi, frutti, ortaggi, ricerca, sperimentazione, amore e passione. La stessa che ci metteva mia nonna quando cucinava il ragù la domenica dopo aver sacrificato le bestie che aveva allevato per anni. I legumi, come i funghi, sono fonti nutrizionali sottoutilizzate. Le mucche, così come i maiali che in natura non esistevano, sono sovrautilizzati. Da Miscusi non siamo vegani ma italiani di nuova generazione. Proviamo a riscoprire la ricchezza della nostra terra, ricostruire la profondità della nostra storia per scrivere un pezzo del futuro. C’è bisogno di una rivoluzione copernicana che parta dalla terra, dai contadini, dagli allevatori. La maggior parte dei cibi che si trovano in commercio sono ricchi di derivati chimici e altamente processati. Motivo per cui ci abbiamo messo un po’ di tempo, ma d’altronde il ragù per venire buono deve cuocere a lungo!” queste le parole di Alberto Cartasegna, Founder e Ceo di Miscusi.
“Abbiamo scelto di premiare sempre la qualità, per questo oggi lavoriamo con circa 40 fornitori tutti italiani e distribuiti nel Paese che utilizzano tecniche agricole a basso impatto ambientale, sono 100% biologici o che hanno un prodotto fortemente legato al territorio e ne sono custodi. Con loro tracciamo le emissioni di CO2 prodotte dall’uso del suolo e lavoriamo costantemente per abbatterle. Questo ci ha consentito di ottenere un punteggio elevato (99.5) nel percorso di ricertificazione B-Corp intrapreso nel 2023″.
“Miscusi è futuro. I nostri piatti oggi rispondono all’appello dell’ONU di abbattere le emissioni di CO2 legate all’alimentazione, sono nutrizionalmente studiati per essere bilanciati ed il menù si evolve per essere sempre più inclusivo con proposte di piatti low gluten, plant based, vegetariani e adatti agli intolleranti. L’impegno che ogni giorno mettiamo per trasmettere tutto ciò in un piatto di pasta si è tradotto in risultati positivi per il 2023 e nuovi progetti che stiamo costruendo, consapevoli che c’è molto ancora da fare perché il gesto di mangiare sia sempre più consapevole, oltre che buono, e sempre guidati dalla passione”.
“Plant-based” è un termine ormai entrato nell’uso comune e serve a definire l’alimentazione che include tutti i cibi di derivazione vegetale ed esclude l’assunzione delle proteine di origine animale.
Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali, partner ufficiale per l’Italia della campagna “Veganuary” ha dichiarato: “L’impatto di questa iniziativa è davvero importante: per ogni milione di persone che mangia vegano per un mese vengono risparmiati oltre 6 milioni di litri d’acqua, 100000 tonnellate di CO2 e più di 3 milioni di vite animali. In Italia a gennaio 2024 hanno provato “Veganuary” 1,7 milioni di persone e non vediamo l’ora di vedere questi numeri crescere ancora di più in questa nuova edizione. Con il suo approccio giocoso, coinvolgente e grazie alla partecipazione di content creator e aziende in tutta Italia, “Veganuary” continua ad essere un punto di riferimento per chiunque si avvicini a questa scelta di vita ed a Essere Animali non potremmo esserne più orgogliosi”.
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