Prodi attacca il governo all’evento di Delrio: “Bilateralismo di obbedienza agli Stati Uniti. Produzione cala da due anni, non c’è crescita”

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Il tratto in comune è la negazione: nessuno ha intenzione di fare un partito. A cominciare da Graziano Delrio, promotore di Comunità democratica, l’evento organizzato a Milano per discutere di come allargare il centrosinistra alla sua componente cattolica. “Oggi è l’inizio di un percorso, non di un partito”, dice l’ex ministro di Matteo Renzi. “Non si tratta di costruite nuovi partiti o nuove aree all’interno di un partito ma di coinvolgere nuovi elettori”, aggiunge pure Ernesto Maria Ruffini, l’uomo più atteso. Persino Romano Prodi, l’ospite d’onore collegato in videoconferenza, la pensa allo stesso modo: “Non penso a un partito dei cattolici, questa è la mia storia, ma è necessario e indispensabile, anche se non sempre riconosciuto, il contributo dei cattolici a un paese più giusto, dinamico e capace di interpretare i cambiamenti”.

L’evento a Milano – Ma quindi che cos’è questa Comunità democratica? “Alcuni di noi sono nel Pd, altri sono fuori. Questa cultura è la cultura cattolico-democratica, si caratterizza per la capacità di difendere le istituzioni, nel difendere appunto la democrazia e non per la capacità di essere schierati solo da una parte”, dice Delrio, padrone di casa nella sala Marco Biagi di Palazzo Lombardia. Tra le cinquecento persone in platea anche Maria Elena Boschi, il sindaco Giuseppe Sala e alcuni personaggi politici del recente passato: l’ex segretario della Cisl Savino Pezzotta, quello del Ppi Pierluigi Castagnetti, l’ex ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Tutti arrivati per ascoltare l’intervento dell’ex presidente del consiglio. Che è tornato ad attaccare Giorgia Meloni. “Noi assistiamo a dichiarazioni che celebrano dei primati inesistenti, la crescita non c’è. Nonostante un livello salariale che non permette nemmeno ai giovani di costruire una famiglia e questo è il primo tema da affrontare per preparare il futuro. Siamo ormai da quasi due anni in calo della produzione industriale, da 719 giorni“, ha detto Prodi.

L’ex premier e l’attacco all’esecutivo – L’ex leader dell’Ulivo ha poi criticato l’esecutivo sul fronte delle alleanze internazionali. “L’arrivo di Trump e Musk ha portato le lotte commerciali e le interferenze senza precedenti in Groenlandia, Panama, Canada, Germania, Gran Bretagna e chi più ne ha più ne metta. Siamo arrivati al punto di augurarci che l’uomo più potente e quello più ricco del pianeta siano due grandi bugiardi perché se mettessero in atto quello che promettono sarà un bel guaio per tutti, a cominciare da loro stessi”. Quindi, secondo Prodi “queste interferenze di Trump e Musk dovrebbero mettere in difficoltà i sovranisti che invece sono diventati più che mai obbedienti. Ma gli stessi eventi obbligano anche noi a una riflettere su ciò che sta avvenendo, è necessaria un’alleanza con gli Usa, ma serve una politica europea unitaria, che non può accettare il rapporto unilaterale, coi singoli Paesi fra Stati uniti e le nazioni europee. Alleati e amici profondi degli Usa, ma non sudditi. Abbiamo invece un governo che pensa che un bilateralismo di obbedienza porti a frutti positivi per l’Italia, e dall’altra a Bruxelles c’è una commissione ancora incapace di rispondere alla politica prospettata da Trump e da Musk”. Per il resto il professore ha insistito sull’attivismo dei cattolici. “Sono contento che sia in corso una analoga iniziativa a Orvieto, era ora che cominciassimo a parlare, siamo stati muti per troppo tempo, democrazia è partecipazione, confronto. Siamo stati muti per troppo tempo. Siamo stati corrosi dal mito dell’uomo o della donna sola. La democrazia si salva solo con la partecipazione”, ha detto. Aggiungendo che “uno spirito unitario e di collaborazione che è sempre stato alla radice della presenza dei cattolici democratici nella politica italiana. Cattolici democratici che, in conformità con il precetto evangelico, sono chiamati ad essere il lievito e il sale di ogni comunità nella quale si trovano ad operare. Una funzione di lievito indispensabile per il Pd e preziosa per costruire le alleanze capaci di offrire nuove prospettive al futuro dell’Italia. Il sale che dà sapore non solo al pane ma a tutti i cibi e vi scompare dentro”.

L’intervento della “star” Ruffini – È Ruffini, però, la star della riunione dei “cattodem”. “Di cosa ha bisogno oggi la nostra democrazia? Di certo non ha bisogno di sedicenti super uomini, ma di cittadini liberi che ritrovino l’entusiasmo di partecipare. E di una classe politica capace di accoglierli con generosità”, ha detto l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate. “Possono sembrare concetti astratti, parole vuote e romantiche. Ma non lo sono. La crisi della democrazia non è una cosa astratta. È legata a visioni del mondo e del potere che non mettono la persona al centro – ha aggiunto -. Oggi la persona rimane sullo sfondo, messa nell’angolo come Davide di fronte a novelli Golia; apparentemente destinata alla sconfitta di fronte a paradigmi tecno-efficientisti di dominio e di possesso che di fatto mortificano libertà e verità in cambio di una pseudo-efficienza del tutto illiberale”. Ruffini ha poi ricordato David Sassoli, che “è stato fondamentale nella costruzione della maggioranza Ursula che governa l’Ue da due legislature. Forse se ci fosse ancora lui ci farebbe riflettere di come quella maggioranza potrebbe diventare una scelta solida per essere alternativi alla destra. Alla destra dobbiamo essere alternativi con una scelta politica chiara e condivisa, senza essere nemici della destra”.



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