Ben trovati con Pillole finanziarie, la rubrica di Business24 che vi guida attraverso il mondo delle finanze personali e che vuole spiegare l’economia in parole semplici. Io sono Marcello Cerro, consulente finanziario certificato EFPA, ed oggi parleremo di Titoli di Stato.
Il funzionamento dei Titoli di Stato si basa su un meccanismo piuttosto semplice. Quando un investitore acquista un titolo, presta denaro allo Stato per un determinato periodo di tempo, che può variare da pochi mesi a diversi anni. Alla scadenza del titolo, l’investitore riceve il capitale iniziale più un interesse, che può essere fisso o variabile. Gli interessi vengono spesso pagati periodicamente, solitamente sotto forma di cedole.
I Titoli di Stato rappresentano strumenti di debito emessi dai governi per finanziare le proprie attività, come infrastrutture, servizi pubblici e progetti di sviluppo. Si tratta di obbligazioni che lo Stato vende agli investitori, impegnandosi a restituire il capitale prestato insieme a un interesse stabilito. Questi strumenti possono essere acquistati da investitori privati, istituzionali e persino da altre nazioni, offrendo una fonte di finanziamento stabile per lo Stato.
Esistono diverse tipologie di Titoli di Stato, ciascuna con caratteristiche specifiche che li rendono adatti a differenti strategie di investimento:
- BOT (Buoni Ordinari del Tesoro): titoli a breve termine con scadenze che variano dai 3 ai 12 mesi. Non prevedono il pagamento di cedole, ma il loro rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale rimborsato alla scadenza.
- BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): titoli a medio-lungo termine, con scadenze che possono arrivare fino a 50 anni. Offrono cedole periodiche a tasso fisso, garantendo un flusso costante di reddito per l’investitore.
- CCT e CCTeu (Certificati di Credito del Tesoro): strumenti a medio termine con cedole variabili, generalmente indicizzate ai rendimenti dei BOT o al tasso Euribor, il che li rende particolarmente sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.
- BTP Italia: titoli indicizzati all’inflazione nazionale, con scadenze generalmente di 4-8 anni.
- BTP Futura: simili ai BTP Italia, ma con premi aggiuntivi legati alla crescita economica del Paese, destinati prevalentemente ai risparmiatori privati.
Tra i vantaggi principali, i Titoli di Stato offrono una tassazione agevolata rispetto ad altri strumenti finanziari. Gli interessi e i guadagni derivanti da questi titoli sono soggetti a un’imposta sostitutiva del 12,5%, inferiore rispetto al 26% applicato su altre forme di reddito finanziario.
Inoltre, i Titoli di Stato sono esenti da imposte di successione, un aspetto particolarmente rilevante per chi intende trasmettere un patrimonio agli eredi senza ulteriori oneri fiscali, in tal caso per una destinazione specifica è saggio affiancarli ad un testamento.
Questi strumenti rappresentano anche una fonte affidabile di reddito regolare, grazie al pagamento delle cedole, e consentono una diversificazione efficace del portafoglio, riducendo il rischio complessivo legato ad asset come ad esempio le azioni.
I Titoli di Stato, pur essendo considerati sicuri, non sono esenti da volatilità. Questa è particolarmente evidente nei titoli a lunga scadenza, il cui prezzo può subire oscillazioni significative in risposta a variazioni dei tassi di interesse di mercato. Un aumento dei tassi, ad esempio, riduce il valore di mercato dei titoli già emessi, in quanto offrono rendimenti meno competitivi rispetto ai nuovi titoli emessi con tassi più alti. Anche fattori macroeconomici, come l’inflazione o il rischio paese, possono influenzare il valore dei titoli. Tuttavia, per gli investitori che detengono i titoli fino alla scadenza, queste oscillazioni hanno un impatto limitato, poiché il capitale nominale viene comunque rimborsato per intero.
Di Marcello Cerro
consulente finanziario
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FOTO: IMAGOECONOMICA
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