Raimondo, da Calangianus a Padova: l’eccellenza resta in Italia

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Raimondo Pittorru: l’eccellenza di Calangianus che resta in Italia

Il giovane Raimondo Pittorru di Calangianus e mette la sua esperienza all’estero in medicina al servizio dell’Università di Padova. In un momento storico in cui si assiste a una costante fuga di giovani talenti all’estero, ci sono storie che brillano di resilienza e determinazione. Una di queste è quella del dottor Raimondo Pittorru, giovane medico originario di Calangianus, cittadina del nord Sardegna, che proprio in questi giorni prenderà la specializzazione in Cardiologia presso l’Università di Padova. Qui ha intrapreso anche un dottorato di ricerca incentrato sulla prevenzione della morte cardiaca improvvisa. La sua traiettoria professionale è un esempio di come le eccellenze italiane possano trovare terreno fertile anche entro i confini nazionali, pur guardando al mondo come opportunità di confronto e crescita.

La formazione del dottor Pittorru si distingue per una combinazione efficace di umanesimo e scienza. Laureato all’Università di Cagliari, ha scelto di completare la sua specializzazione a Padova, attratto dalla lunga tradizione cardiologica del Centro Gallucci e dal suo ruolo di avanguardia nello studio delle aritmie e delle cardiomiopatie. Ma il percorso che lo ha portato fin qui inizia ben prima, in un’aula del Liceo Classico di Tempio Pausania, dove il giovane Raimondo ha maturato una visione della medicina come “arte del curare”, influenzata dall’antico concetto greco di παιδεία: una formazione etica e sociale prima ancora che tecnica.

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Il curriculum del dottor Pittorru è già costellato di traguardi prestigiosi, tra cui una borsa di studio della Società Italiana di Cardiologia per un soggiorno di ricerca all’estero e il titolo di “Fellow” della Società Europea di Cardiologia. Ma, come lui stesso sottolinea, “ciò che conta di più è la passione e la dedizione quotidiana, quel ‘nulla dies sine linea’ che mi ha insegnato una mia professoressa del liceo”.
Tra i momenti più emozionanti della sua carriera, il dottor Pittorru ricorda la presentazione di un suo lavoro scientifico al Congresso Europeo di Aritmologia a Barcellona, un’esperienza che ha definito un punto di svolta: “Era la mia prima esposizione in inglese in una sessione plenaria. Ricordo ancora di aver ripassato fino a tarda notte, ma è stato un momento di crescita personale e professionale enorme”.
Abbiamo chiesto al dottor Pittorru di condividere alcune riflessioni sulla sua professione e sulle sfide che attendono i giovani medici in Italia.

Dottor Pittorru, perché ha scelto di restare in Italia quando tanti giovani medici preferiscono andare all’estero?
“La formazione teorica italiana è di altissimo livello, e credo sia fondamentale valorizzarla. È vero, però, che il sistema sanitario ha molte carenze, dalla scarsa valorizzazione economica dei giovani ricercatori alle condizioni di lavoro spesso difficili. Spero che la mia esperienza all’estero, grazie alla borsa di studio, mi permetta di portare idee e approcci nuovi anche qui”.

Quali sono, secondo lei, le priorità per trattenere i talenti nel nostro Paese?
“Bisogna investire nella ricerca e nella formazione continua, garantire condizioni lavorative dignitose e creare un sistema che valorizzi davvero le competenze. Non è un caso che tanti colleghi scelgano di trasferirsi in paesi come la Germania o gli Stati Uniti, dove i medici sono rispettati e supportati”.

C’è un messaggio che vorrebbe condividere con i giovani che aspirano a una carriera come la sua?
“La passione è il motore di tutto. Non bisogna inseguire la realizzazione sociale, ma quella personale. Ogni giorno è un’opportunità per imparare e migliorarsi. E ricordate: non si tratta solo di curare malattie, ma di prendersi cura delle persone”.

Il suo impegno a Padova

La medicina, come la pittura, è un’arte fatta di costanza, di attenzione ai dettagli e, soprattutto, di una profonda connessione con chi si ha davanti. L’impegno del dottor Pittorru va oltre i riconoscimenti personali. L’Università di Padova, con il suo approccio multidisciplinare, è per lui non solo un luogo di lavoro, ma un laboratorio di innovazione continua. Qui ha partecipato a interventi pionieristici, come l’utilizzo di defibrillatori extravascolari per la prevenzione della morte cardiaca in pazienti giovani affetti da cardiomiopatie.

“È un privilegio lavorare in un ambiente che mette al centro il paziente e cerca costantemente di superare i limiti della tecnologia attuale” spiega. “Il futuro della medicina è nella sinergia tra competenze diverse e nella capacità di adattarsi ai cambiamenti”.
La storia del dottor Pittorru è un invito a riflettere sulle opportunità che il nostro Paese offre, nonostante le difficoltà. È la testimonianza di come la passione, il sacrificio e una visione ampia possano trasformare una sfida in un’opportunità. E, soprattutto, di come le eccellenze italiane possano contribuire a scrivere il futuro della medicina, restando legate alle loro radici.





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