in molti scelgono di trasferirsi in altre comunità di valle

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Non ci sono dubbi, l’Alto Garda non è più il luogo idilliaco nel quale stabilirsi a vivere: il bilancio complessivo dei residenti altogardesani mette in luce un trend di spopolamento che fa registrare, al primo gennaio 2025, un saldo negativo, – 92. Il dato va però letto nel suo complesso e, ciò porta inevitabilmente a considerare tra le principali cause della fuga dall’Alto Garda il tema turistico strettamente legato al costo della vita. Lo si evince in prima battuta dai movimenti migratori tra municipi territoriali. Le persone si stanno spostando da Arco e Riva, ritenute troppo care per viverci, per comprare casa, per pagare un affitto, per sostenere le spese di tutti i giorni e si preferisce ricercare un alloggio residenziale nei Comuni limitrofi che, infatti, sono tutti in crescita spinti principalmente da un saldo migratorio positivo, in completa controtendenza rispetto al comune lacustre a alla città delle Palme. Concetti che hanno ben presente i primi cittadini territoriali come spiegato (nell’articolo di piede ndr) dalle parole del sindaco di Arco Alessandro Betta, testimone diretto della decrescita del proprio Municipio, e da quelle del sindaco di Dro, Claudio Mimiola, conscio della crescita droata. Per la prima volta da decenni i principali Comuni dell’Alto Garda non hanno semplicemente rallentato la crescita, cosa peraltro registrata negli ultimi anni, ma ne hanno invertito la tendenza spopolandosi. Negativo è il saldo naturale, con i morti che superano i nati, ma negativo è anche il saldo migratorio. Ciò significa che c’è più gente che se ne va di chi si trasferisce. Arco perde 139 abitanti e Riva 105 per un totale di – 191 abitanti. I comuni limitrofi di Tenno, Ledro, Dro e Drena, sono invece tutti in crescita. La loro popolazione aumenta soprattutto grazie al saldo migratorio. In totale questi comuni crescono di 114 persone (+28 Tenno, +53 Ledro, + 33 Dro, + 12 Drena).
Lontano dalle zone turistiche
I dati sopra riportati chiariscono che, per chi vuole vivere in Alto Garda e Ledro, l’opzione più facile, più economica e più gestibile, soprattutto per una famiglia, è quella di trovare un alloggio o comprare casa nei Comuni periferici il centro turistico gardesano. Ecco infatti che la crescita maggiore la si registra a Ledro e a Dro, territori che non distano eccessivamente dal Basso Sarca, che sono completi di servizi (nido, scuola dell’infanzia, elementari medie, supermercati, farmacie, banche ecc.) e che allo stesso tempo hanno un costo della vita inferiore: proprio a partire da affitti e costi casa.
Ciò che, però, deve far riflettere ulteriormente, è come, complessivamente, l’Alto Garda e Ledro stia perdendo residenti. Rispetto all’anno precedente il calo della popolazione è evidente. Ben 92 persone non solo non hanno voluto allontanarsi da Arco e Riva, ma hanno preferito abbandonare la Comunità di Valle. Novantadue persone che non hanno trovato nel territorio sufficienti garanzie per la crescita del proprio benessere. Ancora non è chiaro quali siano i flussi migratori in uscita dall’Alto Garda, ma la politica dovrà porvi rimedio o, il rischio, è quello di uno spopolamento delle comunità locali a favore di un modello turistico che domina la quotidianità, le scelte amministrative, i flussi economici, le possibilità lavorative. E in subordine la gestione dei servizi. Lo spopolamento può mettere a rischio la ricerca di personale professionalizzato per i più disparati ambiti lavorativi, a partire da quelli turistici. Tema, quest’ultimo, già sollevato dalle categorie economiche a più riprese durante le ultime stagioni turistiche.
I limiti di un modello turistico
La crisi abitativa è solo uno degli aspetti che s’intreccia indissolubilmente con lo spopolamento. Come messo in luce più e più volte da «il T» quotidiano il numero di posti letto extra alberghiero è sproporzionato e limita le possibilità residenziali per chi vuole vivere in Alto Garda. Nell’edizione de «il T» del 7 agosto considerando i principali comuni turistici di Arco Riva, Nago Torbole e Ledro al 31-12-2023 i posti letto extra alberghieri certificati erano 23.769 contro i 14.373 alberghieri per un totale certificato e regolare di 38.142 posti letto. Le stime però ammettevano con buona approssimazione un calcolo totale di 46.398 posti letto. Tra alloggi turistici con Cipat/Cin e non registrarti sono sempre più gli appartamenti turistici e meno quelli residenziali. Le crescenti presenze turistiche hanno contribuito ad innalzare i prezzi del vivere quotidiano. Il bel panorama, le possibilità d’impiego in determinati settori, e un’economia diffusa soddisfacente non bastano più ad attirare nuovi residenti, ma anzi, il sovraffollamento turistico, il traffico e i costi elevati stanno allontanando sempre più le persone dall’Alto Garda.

 



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