11.36 – sabato 18 gennaio 2025
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Gentile direttore Franceschi,
allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano l’Adige, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.
Lucia Coppola
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La montagna che non vorremmo. I giochi olimpici invernali di Milano Cortina del 2026 sono un’ importante occasione per riflettere sulle sue implicazioni economiche, paesaggistiche e strutturali. Ma anche e soprattutto sullo stato delle nostre Alpi, uno spazio che condividiamo, che abbiamo la fortuna di vivere. In Trentino si investirà mezzo miliardo di euro in relazione alle gare di sci da fondo, alla combinata nordica, al biathlon e al salto con gli sci, con un piano di investimento del valore complessivo di oltre 427 milioni, di cui 113 a carico della Provincia di Trento.
Ecco perché l’attenzione deve essere massima, sia in relazione ai bandi che all’utilizzo delle risorse, al consumo di territorio, all’inquinamento, all’utilizzo della plastica, alla tipologia delle costruzioni e alla loro sostenibilità, al ricorso o meno alle energie rinnovabili, alla riqualificazione dell’esistente, alla mobilità. Ma anche al rispetto del paesaggio, delle persone e degli animali. All’etica dello sport, nella sua accezione più pura. Ma la nostra riflessione, come dicevo, deve andare oltre. Il tema del turismo sostenibile è in questo momento particolarmente sentito nella nostra provincia.
La necessità di promuovere e valorizzare la bellezza e la preziosità delle nostre Dolomiti, Patrimonio Unesco. Nonostante gli ultimi anni abbiano segnato un trend turisticamente positivo, è chiaro per noi che ci sono ancora molte potenzialità inespresse o espresse con modalità non più adeguate ai mutamenti culturali, sociali, ambientali. Climatici soprattutto. I dati relativi alla presenza di turisti stranieri, con crolli significativi nei mesi di giugno e settembre, ci fanno capire chiaramente come l’offerta sia carente lungo tutto l’arco dell’anno, mancando una diversificazione nelle proposte dedicate a chi vuole vivere un territorio nella sua interezza e complessità sempre. Questo è un punto d’attenzione. Le nostre montagne sono uno spazio geografico, narrativo, letterario e anche storico.
Ma sono anche e soprattutto i luoghi del vissuto delle persone che vi abitano. Vi è dunque un meticciato della montagna che mette in relazione le storie di chi ci abita e di coloro che vi si trasferiscono in qualche periodo dell’anno. Ma il turista è solo un predatore di luoghi, paesaggi, risorse o può essere visto anche come portatore di nuovi punti di vista, di differenti bisogni, di modalità migliori, più lente, soavi, profonde, per citare Alex Langer, di vivere l’ambiente e il proprio tempo libero? Lo stigma più profondo dell’ambiente dolomitico è la sua unicità geologica, l’integrità, l’autenticità del suo ambiente naturale. I luoghi ci parlano.
Bisogna leggerli e interpretarli. Già gli antichi statuti comunitari del Trentino, le Regole di chi amministrava nei tempi antichi, in particolare quelle delle Magnifiche Comunità di Folgaria o della Val di Fiemme, limitavano fortemente gli interventi pesanti sul territorio. E gli Usi Civici, i Domini Collettivi sono storicamente preziose sentinelle a salvaguardia dei territori. E che dire della Valdastico, ancora presente nell’Agenda del presidente della Provincia Fugatti e della sua Giunta: la strada più inutile, dannosa e costosa in termini di ambiente, paesaggio, sorgenti, spreco di suolo e di risorse.
Cito ora alcune criticità legate in particolare agli ultimi anni di discutibile gestione della montagna. Tra queste la questione dei concerti in alta montagna, eventi di grandi dimensioni, sia dal punto di vista dell’accesso di migliaia di persone che della tipologia di suono, come il concerto di Moroder, a Cima Tognola, 2200 m, nei pressi di San Martino di Castrozza e precisamente nel Parco dell’Adamello Brenta. Ricordo poi la performance Rap on the top, sul ghiacciaio Presena, a 2600 metri, ad opera di Jack la Furia e quella di Bob Sinclare sul Monte Spinale a Madonna di Campiglio, i raduni di fuoristrada in Vanoi e quelli dei camion al Lago Santo. Ultima criticità evidenziata: la discoteca rumorosa a Nambino e relativo Apres ski che è riuscito nell’intento di far scappare le famiglie dei bambini, pazienti oncologici. E questo vale anche per lo sci in notturna sul Monte Bondone, luci accecanti e frastuono insopportabile.
Disturbo degli urogalli, specie protetta, nel periodo dell’accoppiamento. Ed ora pure le gitarelle sui gatti delle nevi, comunque diseducative perché si tratta pur sempre di mezzi meccanici: bambini e famiglie andrebbero stimolate a ben altro modo di vivere la montagna. Secondo il “Rapporto Clima” del Centro di Ricerca Eurac di Bolzano le Alpi sono e saranno sempre più colpite dai cambiamenti climatici, basta vedere lo stato pietoso in cui versa ciò che resta dei nostri ghiacciai e il disastro costato vite umane in Marmolada. Alle Viote del Monte Bondone si pensa di costruire, in un biotopo di impareggiabile bellezza, l’ennesimo laghetto per l’innevamento artificiale.
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Lucia Coppola consigliera provinciale Alleanza Verdi e Sinistra e portavoce dei Verdi del Trentino Lucia Coppola consigliera provinciale/regionale Alleanza Verdi e Sinistra
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