Non succede spesso, in Parlamento, che 3 forze di opposizione su 6 votino con la maggioranza. Ma รจ successo pochi giorni fa alla Camera con la legge sulla separazione delle carriere dei magistrati, approvata con i voti dei tre partiti di maggioranza, ma anche grazie al voto favorevole di Azione (Carlo Calenda) e di +Europa, nonchรฉ allโastensione di Italia Viva, il partito di Renzi. Contro la legge, invece, hanno votato i partiti del โmonobloccoโ Pd+Cinquestelle+Avsโโโโโ che, a dispetto di alcune divergenze interne, quasi sempre vota compattamente contro tutto ciรฒ che viene proposto dalla maggioranza.
Se guardiamo alla storia dei tre partitini di opposizione che hanno votato a favore della separazione delle carriere, nessuno puรฒ sorprendersi del loro comportamento. Renzi e Calenda sono sempre stati garantisti. Quanto a +Europa, รจ una formazione politica con ascendenze radicali: chi รจ sufficientemente vecchio ricorderร che piรน volte in passato (in particolare nel 1994 e nel 1996) i radicali sono stati alleati del centro-destra e di Silvio Berlusconi. Nessuno stupore, quindi, che โ su una questione che ha a che fare con la libertร e i diritti dei cittadini โ si siano trovati in sintonia con la maggioranza.
Si potrebbe pensare, dunque, che quella sulla giustizia sia una scappatella minore che โ a tempo debito โ non impedirร al campo largo di ricompattarsi su tutto il resto.
Ma รจ cosรฌ?
Nessuno puรฒ escludere lโipotesi della semplice scappatella: la retorica antifascista e il racconto di imminenti gravissimi pericoli per la democrazia possono fare miracoli, sdoganando alleanze contro natura e la formazione (o meglio ricostituzione) di โfronti popolariโ contro le destre-destre.
Ma se ragioniamo a mente fredda, e ci interroghiamo sul DNA di quei tre partitini non solo in ambito giudiziario ma anche e soprattutto sul versante della politica economico-sociale, non possiamo ignorare alcune circostanze fondamentali. Primo, tradizionalmente le proposte di politica economica dei Radicali hanno puntato sulla riduzione delle tasse e sul risanamento dei conti pubblici, non certo sullโulteriore espansione della spesa corrente. Secondo, Renzi e Calenda hanno sempre avuto un occhio di riguardo per le istanze del mondo imprenditoriale e le esigenze della crescita. Terzo, il periodo renziano รจ stato lโunico, nella seconda Repubblica, che ha visto una apprezzabile riduzione della pressione fiscale.
Di qui la domanda: che succederร quando, in vista delle prossime elezioni politiche, i partiti del monoblocco dovranno spiegare dove troveranno le risorse per rafforzare sanitร e scuola, e soprattutto chi (stato o imprese?) dovrร sopportare i costi del salario minimo legale.
ร facile immaginare che Pd-Avs-Cinquestelle, anche senza rispolverare la vecchia campagna โanche i ricchi pianganoโ, non potranno esimersi dallo spiegare da dove andranno prese le risorse del loro costoso programma, e inevitabilmente si tornerร a parlare di patrimoniale (โchi piรน ha, piรน deve contribuireโ), anzi di patrimoniale permanente, visto che tutti gli aumenti di spesa strutturali (ad esempio quelli per gli stipendi di insegnanti, infermieri e medici) non possono essere coperti con imposte una tantum. A quel punto, che faranno i tre partitini di matrice liberale?
Non credo che riusciranno a convincere i partiti del monoblocco a cercare le risorse con una severa spending review, e ancor meno credo che si lasceranno convincere a lasciar correre il debito pubblico, in plateale contrasto con le raccomandazioni dellโUnione Europea. In breve, i tre partitini che oggi dissentono dai maggiori partiti di opposizione solo sulla riforma della Giustizia, potrebbero domani trovarsi a dover dissentire anche sulla politica economico-sociale. E avrebbero pure tutte le ragioni per farlo. Troppo spesso ce ne dimentichiamo, ma mentre si continuano (giustamente!) a denunciare le lunghe liste dโattesa negli ospedali, le aule fatiscenti nelle scuole, il permanente rischio idrogeologico, i bassi stipendi dei dipendenti pubblici, si dimentica che tutto ciรฒ coesiste con una pressione fiscale record non solo in Europa ma rispetto a tutti i paesi avanzati, appartenenti allโOecd (solo Francia e Danimarca fanno peggio di noi).
Basterร promettere che la lotta allโevasione fiscale risolverร tutto? Forse sรฌ, perchรฉ โ fra le innumerevoli illusioni della politica โ questa รจ lโillusione piรน dura a morire. Ma potrebbe anche succedere che i tre partitini non si scordino di un piccolo, cruciale, principio della politica economica: se non vuole innescare una drammatica implosione dellโeconomia, la lotta senza quartiere allโevasione fiscale deve servire ad abbassare le aliquote dellโeconomia legale, non certo ad alimentare una spesa pubblica corrente giร largamente fuori controllo.
Insomma, la partita รจ incerta. Puรฒ essere che i partitini di ispirazione liberale, magari con il comprensibile obiettivo di non sparire, si lascino assorbire dalla โgioiosa macchina da guerraโ del campo largo. Ma รจ anche possibile, e per alcuni auspicabile, che prevalga il desiderio di non sperperare unโereditร politica, e che la voce dei liberali non si estingua per sempre.
ยฉ RIPRODUZIONE RISERVATA
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