Mutui, tassi in calo a dicembre. Oltre 4 miliardi di prestiti in più

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Cresce il mercato dei mutui, grazie al calo dei tassi avviato dalla Bce nei mesi scorsi. Il costo medio per i nuovi mutui, rileva l’Abi, è diminuito a dicembre al 3,10%, rispetto al 3,23% di novembre 2024 e al 4,42% di dicembre 2023. Negli ultimi sei mesi, in questo caso i dati arrivano dal sindacato bancario Fabi, i prestiti per la casa sono aumentati di 4,4 miliardi di euro, in crescita dell’1% dai 420,8 miliardi di maggio ai 425,1 miliardi di novembre. In questo inizio del 2025, poi, come, ha spiegato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, siamo in «una fase di passaggio nell’incertezza verso tassi più bassi che vengono contrastati da rigurgiti inflazionistici e da un’incertezza mondiale di carattere economico-finanziario». In particolare spaventano i possibili dazi dagli Usa di Donald Trump, che colpirebbero in primis le piccole e medie imprese. Vanno però registrati gli utili record per le banche nel 2024, anche se il governo con la Manovra ha chiesto agli istituti un anticipo fiscale da 3,5 miliardi in due anni.

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GLI SCENARI
L’andamento di inizio anno ha portato i tassi Irs a 10 anni (il parametro di riferimento utilizzato per calcolare il tasso fisso dei mutui), a salire nei primi giorni di gennaio al 2,5% dal 2,23 di fine 2024. Una inversione che bisognerà vedere se sarà confermata nelle prossime settimane.

LA RIPRESA
Per il momento, comunque, la ripresa del mercato per l’acquisto delle abitazioni è in corso. Rimane poi stabile al 4,53%, secondo l’Abi, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese, immutato rispetto al mese precedente ma in calo sull’anno (era al 5,45% a dicembre 2023). Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,45% dal 4,55% di novembre. Guardando quindi al totale generale, che include famiglie e imprese, il volume complessivo dei prestiti secondo la Fabi, si attesta a 1.265 miliardi di novembre.

Il totale dei prestiti a questo comparto è passato da 664,3 miliardi a maggio a 667,6 miliardi a novembre, segnando un aumento di 3,3 miliardi (+0,5%). A trainare questa crescita è stato soprattutto il credito al consumo, che ha registrato un incremento di 2,9 miliardi (+2,4%), raggiungendo quota 125,9 miliardi. Anche i mutui, come detto, hanno contribuito positivamente, salendo da 420,8 miliardi a 425,2 miliardi. Tuttavia, i prestiti personali hanno subito un calo di 4 miliardi (-3,3%), da 120,5 miliardi a 116,5 miliardi.

Da gennaio a dicembre 2024 la rata di un mutuo standard a tasso variabile si è ridotta di 66 euro, passando da 748 euro a 682 euro, ancora molto lontana dai valori di inizio 2022, quando si parlava di appena 456 euro. Guardando al futuro, l’allentamento della politica monetaria previsto da parte degli analisti nel corso del 2025 potrebbe portare a tre tagli da 25 punti base ciascuno entro dicembre dell’anno prossimo.

La rata del mutuo standard preso in esame calerebbe quindi a 612 euro entro il primo semestre 2025, arrivando a sfiorare i 600 euro a dicembre 2025, con un calo complessivo vicino agli 80 euro rispetto alla rata che si paga oggi. E surrogando adesso il mutuo variabile standard si passerebbe da una rata variabile di 683 euro ad una rata fissa di 565 euro, con un beneficio economico di quasi 120 euro. Secondo le ultime rilevazioni di Facile.it, però, continuano a migliorare anche i mutui a tasso fisso, con il tasso annuo nominale che parte dal 2,49% e una rata da 564 euro al mese.

IL RALLENTAMENTO
Diversa è la situazione per le imprese, che vedono il totale dei prestiti ridursi da 612,6 miliardi a maggio a 597,4 miliardi a novembre (-2,5%). La flessione più marcata si registra nei prestiti a lungo termine (oltre 5 anni), che calano di 15,5 miliardi (-4,9%), passando da 314,0 miliardi a 298,5 miliardi. Più contenuti sono gli aggiustamenti per le altre due categorie: i finanziamenti fino a un anno diminuiscono di circa 2 miliardi (-1,5%), scendendo a 139,4 miliardi, mentre i prestiti tra 1 e 5 anni crescono di 2,3 miliardi (+1,5%), raggiungendo quota 159,6 miliardi. L’effetto della politica monetaria della Banca centrale europea, misurato da fine 2021, si traduce per la Fabi in una contrazione complessiva del credito ai privati di quasi 61 miliardi (-4,6%) da 1.325,9 miliardi a 1.265 miliardi.

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