Si svolgeranno domani a Roma le elezioni per la presidenza della Federazione Ciclistica Italiana per il quadriennio 2025-2028. Sarà una lotta a tre per la poltrona di massimo esponente del ciclismo italiano: oltre al presidente uscente Cordiano Dagnoni, che ha ricoperto la carica negli ultimi quattro anni, sono candidati anche il campione olimpico di Atlanta 1996, Silvio Martinello, e Daniela Isetti, che ha ricoperto la carica di vicepresidente vicario della Federazione Ciclistica Italiana dal 2017 al 2020, nell’ultimo mandato di Renato Di Rocco.Â
I candidati, fino a qualche settimana fa, erano quattro, in quanto tra di loro vi era anche Lino Secchi, personalità molto conosciuta in quanto è stato per diversi anni presidente del comitato regionale delle Marche. In un comunicato stampa diramato pochi giorni fa, Secchi ha motivato così la sua rinuncia: «Queste situazioni continuamente mutevoli mi hanno portato alla conclusione che stanno venendo meno quei principi che hanno motivato la mia candidatura. Analizzando con attenzione la situazione che si sta delineando, sono giunto alla conclusione che solo una leadership fortemente legittimata potrà garantire i cambiamenti che auspico e che per questo motivo il mio impegno risulterebbe una contraddizione in termini se dovesse involontariamente alimentare qualsiasi situazione divisiva».Â
Cordiano Dagnoni si presenta per continuare il lavoro svolto dal 2021 ad oggi nella Federazione Ciclistica Italiana. Imprenditore, classe 1964, ha vestito la maglia azzurra in diverse occasioni nelle gare su pista nella propria carriera sportiva. Sul proprio sito web ha fatto un bilancio del quadriennio: «Le soddisfazioni finora non sono mancate: nei sedici anni precedenti alla mia gestione, la meÂdia delle medaglie in un anno era di 45,3. Noi, di contro, al primo anno abbiamo portato l’asticella a 97 metalli, che lo scorso anno sono arrivati addirittura a 130. Per non parlare dei trionfi olimpici e paralimpici, fiore all’occhiello di una governance che punta sempre più in alto. Ma la vera vittoria è la nuova impostazione che ho voluto dare alle Nazionali, perché un successo non arriva mai per caso: una nuova organizzazione del comparto tecnico a cui abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti possibili, investendo maggiori risorse e dando maggiore attenzione alle esigenze tecniche. Un movimento sempre più compatto, grazie alla ritrovata idea di far tutti parte di una sola squadra».Â
Silvio Martinello è senza dubbio la figura più conosciuta dal grande pubblico. Proprio nel giorno dell’assemblea elettorale, compirà 62 anni: durante la sua carriera professionistica, attiva dal 1986 al 2000, ha ottenuto numerosi successi sia a livello nazionale che internazionale. Su pista, in particolare, Martinello ha rappresentato l’Italia in tre edizioni dei Giochi Olimpici. Il suo trionfo più significativo è arrivato alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, dove ha conquistato la medaglia d’oro nella corsa a punti. Successivamente, alle Olimpiadi di Sydney 2000, ha ottenuto la medaglia di bronzo nella Madison in coppia con Marco Villa. Dopo aver concluso la carriera agonistica, Martinello ha intrapreso la carriera di commentatore sportivo, offrendo la sua esperienza e competenza nelle trasmissioni ciclistiche. «Immagino una Federazione che ritorni a lavorare prioritariamente con e per la base, sostenendo i propri Comitati Regionali e Provinciali con un nuovo criterio di suddivisione dei contributi, fondato prima di tutto sul merito. I CR e i CP dovranno tornare alla loro funzione principale: rappresentare sul territorio il braccio operativo della struttura centrale. La FCI dovrà aiutarli a recuperare il terreno perduto dopo anni di gestione centralizzata che ha di fatto spogliato i comitati periferici», scrive sul proprio sito web.
Come Dagnoni e Martinello, anche Daniela Isetti aveva lanciato la propria candidatura alla presidenza nazionale della Federazione Ciclistica Italiana quattro anni fa. Nel suo programma scrive: «Non amo entrare in polemiche personali, difendo (e penso che lo debbano fare tutti) il ruolo ed il prestigio dell’istituzione FCI, con la quale dobbiamo ottenere gli obiettivi che ci prefiggiamo.
Il ciclismo è uno sport che può puntare ad un rilancio, può avvicinarsi a tutti, anche e soprattutto ai più giovani. La Federazione può giocare un ruolo da protagonista ed io mi ripresento per mettere a frutto questa esperienza e questa visione. Sarà mio compito fare subito un’analisi della situazione, consapevole delle difficoltà con cui dovremo confrontarci nel breve e medio periodo, forti della capacità di fare squadra, tra di noi ed anche con le istituzioni sportive e politiche. Abbiamo una grande opportunità : un’Italia che sta guardando alla bicicletta come soluzione e prospettiva futura, abbandonando i vecchi retaggi e dando nuova potenziale linfa al nostro settore. Dobbiamo coglierla».
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