Fondo amianto, spunta l’emendamento leghista: «Fuori le partecipate dalla lista dei beneficiari»

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Diventano due gli emendamenti fin qui presentati per modificare il «decreto vergogna», così ribattezzato dalle associazioni che tutelano gli esposti all’amianto e da oltre un anno invocano la revisione del provvedimento a firma dei ministri Giancarlo Giorgetti (Economia) e Marina Elvira Calderone (Lavoro).

Dopo la deputata dem Debora Serracchiani, intervenuta in vista della manovra finanziaria di fine anno, avanza ora analoga mossa la Lega.

«Vogliamo fare chiarezza sul Fondo per le vittime dell’amianto, affinché le risorse siano destinate davvero alle vittime e non a chi è stato giudicato colpevole: è il senso dell’emendamento che sarà presentato in Senato al decreto legge Milleproroghe». L’affermazione, congiunta, è del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio – che firmerà e presenterà l’atto – e dell’europarlamentare, nonché collega di partito, Anna Cisint. «Una scelta politica – chiariscono – segno di un impegno che andrà avanti finché non saranno riconosciute le ragioni di cittadini e lavoratori innocenti, morti o ammalati a causa delle polveri di asbesto respirate. L’emendamento vuole escludere le società partecipate dai beneficiari del Fondo, correggendo così una norma precedente che riteniamo sbagliata».

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«Non può passare il principio – concludono Centinaio e Cisint – secondo cui un’impresa condannata a pagare un risarcimento lo faccia usando risorse pubbliche, che vengono per giunta sottratte alle vittime. Pensiamo sia giusto dare ascolto e voce alle proteste di tante persone colpite da lutti e malattie, che ritengono comprensibilmente d’aver subito un torto anche dallo Stato. Lavoreremo in Parlamento e in ogni sede per modificare la norma di assegnazione delle risorse e ridare così piena legittimità al Fondo».

Dal suo canto la senatrice Francesca Tubetti attende di vedere «come è scritto l’emendamento», che dovrà superare tre pareri e avere la firma della Ragioneria di Stato. «Posso esser d’accordo sull’inappropriatezza del provvedimento, che in buona fede non ha valutato le sensibilità dei territori sul delicato tema, difatti ne ho parlato con Giorgetti, Calderone e Ciriani». D’altra parte «non si può ignorare che Fincantieri è fiore all’occhiello dello Stato» e «s’è trovata a ereditare precedenti situazioni che non ha causato: nessuno ha interesse che chiuda o vada altrove». «Chi è di qui – aggiunge – sa che la Bisiacaria ha vissuto con il cantiere ed è anche morta per il cantiere». «Quindi in generale – termina –, e non mi riferisco alla Lega, se uno vuole speculare politicamente, non credo questo sia l’argomento giusto».

Intanto però sulla mossa della Lega interviene anche il consigliere del Pd Paolo Frisenna: «Non è altro che un tentativo maldestro di riscrivere una realtà scomoda. Anna Cisint, dirigente di spicco della Lega e i suoi colleghi cercano di passare per paladini della giustizia, ma dimenticano un dettaglio cruciale: il “decreto vergogna” sul Fondo è stato firmato dalla Lega stessa e il loro governo ne è stato promotore. Cisint si è sempre vantata di avere accesso privilegiato a incontri con Fincantieri ed esponenti di rilievo come Giorgetti, vedi anche la colazione di lavoro a Villa Luisa con Piantedosi».

«Eppure – continua – senza il tempestivo intervento delle associazioni e dei parlamentari del centrosinistra il decreto avrebbe permesso a Fincantieri, che ha già avanzato richiesta d’accesso ai fondi, di beneficiare di risorse pubbliche destinate alle vere vittime. Grazie alla segnalazione alla Commissione europea della Fondazione Bepi Ferro e dell’Associazione Ubaldo Spanghero è stato possibile bloccare un procedimento scandaloso. Stando all’Inail, l’iter è infatti ora sospeso perché l’Unione europea sta verificando se si tratti di un aiuto di Stato illegittimo. Ciò dimostra che, senza l’azione congiunta delle organizzazioni civiche e delle forze progressiste, la Lega avrebbe semplicemente permesso che risorse destinate alle vittime venissero dirottate verso un’azienda già coinvolta in condanne legali. Una strategia politica ipocrita».

«La verità è semplice – termina Frisenna – : Cisint e la Lega ora cercano di salvarsi con dichiarazioni di facciata. Ma il centrosinistra continuerà ad agire, affinché le risorse vadano a chi ha subito danni irreparabili, non alle grandi imprese».—Ti.Ca.

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