Vestiti di seconda mano, perché Gen Z e Millennial si convertono alla moda circolare

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Sempre più Millennials e Gen Z stanno riscrivendo le regole dello shopping, scegliendo il second hand come bandiera di uno stile di vita consapevole ma anche più economico, rapportato al potere d’acquisto. La recente indagine targata PwC, condotta tra giugno e luglio 2024 su un campione di 1.500 persone in cinque paesi europei (Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna), ha messo in luce come queste generazioni digitalizzate stiano guidando il cambiamento. La ricerca, che ha analizzato i comportamenti di acquisto di Millennial (28-43 anni) e Gen Z (18-27 anni), disegna uno scenario chiaro: i giovani non si limitano a fare scelte, ma plasmano un mercato in rapida evoluzione.

Generazione Z e Millennial stanno guidando il mercato dell’usato in Europa, dimostrando una crescente sensibilità verso la sostenibilità e il risparmio economico. Più del 70% dei giovani ha dichiarato di aver acquistato almeno un prodotto di seconda mano nell’ultimo anno. La GenZ, in particolare, si distingue per una maggiore apertura verso le piattaforme digitali dedicate al second hand rispetto ai Millennials.

Prezzo, qualità e cruelty-free: le priorità degli italiani

Le nuove generazioni italiane puntano dritto su articoli economici: il 60% degli acquisti resta sotto i 50 euro. Una scelta che parla di pragmatismo e voglia di risparmiare, anche paragonato al potere d’acquisto in calo.

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L’Italia si distingue in un panorama europeo che vede i giovani consumatori spingere il mercato del second hand. Nonostante il primato di acquisti low-cost, i Millennial italiani mostrano un’inaspettata apertura per la fascia tra i 100 e i 200 euro, segno di una maggiore disponibilità rispetto ai più giovani della Gen Z.

In Spagna per esempio, la tendenza vira verso le fasce medio-alte: il 34% delle transazioni si posiziona tra i 50 e i 100 euro, segnalando una diversa percezione del rapporto qualità-prezzo. Francia e Germania giocano sull’equilibrio, con percentuali distribuite tra le fasce di prezzo. Il Regno Unito, invece, non bada a spese: qui i Millennial scelgono spesso prodotti sopra i 200 euro, alzando l’asticella del lusso second hand.

Per gli italiani, prezzo e qualità sono il binomio vincente. Ma c’è un twist: il cruelty-free guadagna terreno, soprattutto tra le donne, che lo pongono come priorità. Gli uomini, pragmatici, valutano con attenzione le politiche di reso e il servizio clienti, dimostrando un occhio di riguardo per l’esperienza post-acquisto. La sostenibilità ambientale resta più in sordina rispetto alla Spagna e alla Germania, dove il tema conquista percentuali di interesse decisamente superiori.

Dove nascono le ispirazioni per comprare

Instagram domina la scena come fonte di ispirazione per le nuove generazioni italiane. Il 38% della Gen Z e il 30% dei Millennial lo usano per decidere cosa comprare, ma TikTok sta rapidamente conquistando terreno, soprattutto tra i più giovani, trasformandosi in un propulsore di trend e acquisti lampo. Gli influencer continuano a influenzare il mercato, sebbene il loro impatto in Italia sia meno forte rispetto alla Spagna, dove il ruolo di queste figure è decisamente più marcato.

I social media non sono solo vetrine digitali, ma vere e proprie bussole per orientarsi tra scelte e desideri. Algoritmi, recensioni online e contenuti sponsorizzati diventano strumenti di persuasione, con TikTok che brilla per la velocità con cui trasforma un’idea in un acquisto. L’Italia spicca anche sul fronte dell’e-commerce: il 60% degli intervistati dichiara di fare almeno la metà dei propri acquisti online, un dato che supera la media europea e consacra il paese come leader tra quelli analizzati. Gli italiani cercano descrizioni precise, trasparenza e rapidità nei pagamenti, elementi che migliorano sensibilmente l’esperienza d’acquisto.

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L’attenzione all’ambiente si ritaglia uno spazio importante: il 25% degli italiani considera rilevante la compensazione delle emissioni di CO2 legate alle spedizioni, una sensibilità che avvicina il paese alla Germania, dove questa pratica è leggermente più diffusa. Anche la possibilità di consegne gratuite e descrizioni dettagliate dei prodotti si confermano fondamentali, dimostrando come praticità e consapevolezza possano coesistere in un mercato sempre più orientato verso un consumo consapevole e digitale.

Quanto spendono gli italiani per il second hand

In Italia, il second hand parla chiaro: il 60% degli acquisti si concentra sotto i 50 euro, segno di un amore tutto italiano per articoli accessibili ma di qualità. Tra abbigliamento e accessori, le scelte non mancano, con una spesa media che raramente supera i 100 euro per singolo prodotto. I Millennial, però, non si accontentano del minimo: sono più inclini a investire in pezzi di fascia superiore rispetto alla Generazione Z, dimostrando una mentalità più orientata al valore.
Non è una rivoluzione, ma un’accelerata potente verso un modo diverso di consumare. Il second hand non nasce ieri: già prima della pandemia stava conquistando terreno come scelta moderna e sostenibile. Poi è arrivato il Covid e ha sparigliato le carte, dando al digitale un ruolo da protagonista. Piattaforme come Vinted e Subito sono diventate i nuovi templi dello shopping consapevole, trasformando un trend in un’abitudine consolidata.

La piattaforma più usata è Vinted

In Italia, il trono del second hand spetta a Vinted, scelto dal 70% degli utenti per vendere e dal 66% per comprare. Il suo successo nasce da un’interfaccia intuitiva, filtri mirati che permettono ricerche rapide e una gamma di prodotti ampia e diversificata. Le politiche di protezione per acquirenti e venditori consolidano la fiducia, rendendola un punto di riferimento rispetto a piattaforme meno strutturate. Dietro Vinted, si posizionano i negozi fisici, eBay e altri market store, ma con un distacco evidente.

Il risparmio economico resta il motore principale, come dichiarato dal 72% degli intervistati. Liberare spazio in casa è un altro incentivo importante, mentre cresce il fascino del vintage, percepito sempre più come simbolo di stile. Tuttavia, il rischio di truffe online frena ancora alcuni utenti, anche se il desiderio di abbinare sostenibilità e coolness spinge sempre più persone verso il second hand.

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Sostenibilità e comportamenti responsabili

Il rispetto degli standard Esg guida le scelte di quasi due terzi delle nuove generazioni, con il 76% degli italiani che presta particolare attenzione a questo aspetto. Eppure, il 40% degli intervistati lamenta la mancanza di informazioni chiare sui processi produttivi. In Italia, il prezzo dei prodotti sostenibili è spesso una barriera, ma non abbastanza per fermare il 71% delle persone disposte a pagare di più per acquistare in modo consapevole. I giovani italiani dimostrano una predilezione per articoli eco-friendly e cruelty-free, con le donne che si rivelano più sensibili al benessere animale rispetto agli uomini.

In Francia, invece, molti consumatori sono meno inclini a sborsare extra per la sostenibilità, mostrando una diversa percezione del valore di queste scelte.

Le etichette e il packaging si confermano i migliori alleati per comunicare la sostenibilità, mentre i social media e le campagne pubblicitarie si ritagliano uno spazio sempre più importante, soprattutto per la Gen Z. Questa generazione fa maggiore affidamento su certificazioni e reputazione rispetto ai Millennial, dimostrando un occhio più critico verso i brand. Per molti, la sostenibilità non è solo una questione di marketing, ma un valore concreto, con un’attenzione crescente alla provenienza dei materiali, alla riduzione dell’impatto ambientale e alla trasparenza. Questo approccio si riflette anche nella domanda di marchi che sposano pratiche animal-friendly e cruelty-free.

Nonostante la sostenibilità domini le conversazioni, è il risparmio il motore reale di molte scelte d’acquisto. Dal second hand alle auto usate, la convenienza economica rimane al centro del mercato. Per alcuni, il second hand è anche un’occasione di guadagno: chi vende articoli usati riesce a ricavare fino a 900 euro l’anno, dimostrando che questa tendenza non è solo green, ma anche decisamente conveniente.





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