Un’economia a misura d’uomo. Ecco il rapporto Symbola

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Siamo una “superpotenza” nell’economia circolare con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: oltre il 91%, un valore molto superiore alla media europea del 58%. Primo, tra i Paesi del G7, nella produzione di acciaio green e la prima acciaieria al mondo certificata a zero emissioni nette di CO2. L’economia prenderà slancio nel 2025, ma molto dipenderà dall’attuazione del Pnrr. Illomei legge il rapporto elaborato dalla fondazione Symbola

19/01/2025

Secondo l’ultimo bollettino di Bankitalia datato 17 gennaio, “l’attività economica in Italia è rimasta debole nel quarto trimestre del 2024”, in parte condizionata, come nel resto dell’area dell’euro, “dalla persistenza lentezza della produzione manufatturiera e dal rallentamento dei servizi”.

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Secondo le proiezioni elaborate dall’istituto di via Nazionale “la crescita acquisterà slancio nel corso dell’anno, attestandosi in media all’1 per cento nel triennio 2025-27”. Molto dipenderà dall’attuazione dei progetti del PNRR, il piano che è al centro delle politiche italiane per promuovere la ripresa economica e la transizione digitale e sostenibile del Paese.

In questo scenario macroeconomico dobbiamo registrare alcune specificità ed eccellenze che l’Italia vanta e che ne fanno uno dei Paesi all’avanguardia. Siamo una “superpotenza” nell’economia circolare con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: oltre il 91%, un valore molto superiore alla media europea del 58%. Primo, tra i Paesi del G7, nella produzione di acciaio green e la prima acciaieria al mondo certificata a zero emissioni nette di CO2.

È italiano il più grande operatore mondiale nelle rinnovabili tra le utilities quotate: l’Enel, attraverso la controllata Enel Green Power, con 63,3 GW di capacità installata. Le giostre italiane sono le più vendute al mondo, per un valore di oltre 282 milioni di dollari.

Sono alcuni dei punti di forza del nostro Paese fotografati dal rapporto “L’Italia in 10 selfie 2024”, realizzato dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere ed Assocamerestero e presentato nei giorni scorsi al Ministero degli Esteri, presente il Ministro Antonio Tajani.

“Non si capisce l’Italia e l’andamento della sua economia e la forza del made in Italy se non se ne colgono i suoi punti di forza – ha detto Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, presentando il rapporto – Il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità. Sostenibilità, flessibilità produttiva, competitività”.

L’Italia ha il primato mondiale per numero di siti UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità. Degli oltre 1200 siti riconosciuti in 168 Paesi, ben 60 sono in Italia; segue la Cina (59), la Germania (54), la Francia (53 e la Spagna (50).  La lista comprende siti culturali e naturali, beni archeologici, complessi monumentali, ville e dimore storiche, paesaggi culturali, sistemi montuosi e antiche foreste.

La cultura e la creatività generano, in Italia, un valore aggiunto di 104, 3 miliardi di euro e in settori come il Design risulta prima in Europa per fatturato e addetti con una crescita del 27%, quasi doppia rispetto alla media europea: il 75% dei designer progetta secondo criteri di sostenibilità.

L’Italia è prima in Europa e seconda al mondo per turismo congressuale con 553 congressi ospitati nel 2023, superando Spagna (505), Francia (472) e Germania (463), dietro solo agli Stati Uniti (690). Numerose le città italiane nella top 100  mondiale come migliori destinazioni turistiche congressuali: Roma (7°), Milano (29°), Bologna (47°), Firenze (60°), Napoli (66°), Torino (78°) e Venezia (84°). Il nostro Paese è anche primo in Europa per numero di operatori nelle attività di alloggio e ristorazione con 320 mila imprese.

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Non solo cultura. L’industria farmaceutica è prima al mondo per crescita dell’export, con un balzo del 13,6 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2023; davanti agli Stati Uniti (12,3 miliardi), all’Irlanda (4 miliardi), la Germania (1,74 miliardi) e l’India (1,66 miliardi). Siamo secondi in Europa per crescita delle domande di brevetto (+35%) nel settore, davanti a Francia e Germania.

Al secondo posto nelle “Scienze della vita” per numero di pubblicazioni (57 mila), al quarto per numero di brevetti ottenuti presso l’European Patent Office. Il settore farmaceutico ha ridotto, in dieci anni, i consumi energetici del 32% e quintuplicato l’uso di energia da fonti rinnovabili.

Negli ultimi dieci anni il consumo di pasta nel mondo è quasi raddoppiato, passando da 9 a 17 milioni di tonnellate l’anno. Noi italiani ne consumiamo circa 3 tonnellate e mezza, 23 chili a testa. Siamo i primi al mondo per produzione  con quasi 4 milioni di tonnellate e un  fatturato che sfiora i 7 miliardi di euro.

Dietro di noi gli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), la Turchia (2 milioni circa), l’Egitto (1,20 milioni) e il Brasile (1,15 milioni). Oltre il 60% della pasta prodotta in Italia è destinata ai mercati esteri per un valore di 4,4 miliardi di dollari. Il settore investe in ricerca e sviluppo il 10% circa del fatturato;  ha ridotto i consumi idrici del 20%, le emissioni di anidrite carbonica del 21% e ha recuperato il 95% dei rifiuti prodotti.

Con oltre 82 mila 600 operatori, l’Italia è prima in Europa per numero di aziende agricole biologiche, davanti a Francia (60 mila 500), Germania (36 mila 700) e Austria (26 mila 250). E’ al primo posto anche per prodotti agroalimentari e vitivinicoli registrati e protetti (856), davanti a Francia (715), Spagna (316), Gracia (264) e Portogallo (194).

L’intero comparto agricolo negli ultimi 20 anni ha ridotto le sue emissioni di gas serra in percentuale più degli altri grandi Paesi dell’Unione (Francia, Germania e Spagna) e della media europea.

La qualità delle giostre italiane è riconosciuta in tutto il mondo: altissima artigianalità, efficienza energetica, sicurezza e affidabilità. I più impostanti parchi divertimento del mondo, da Coney Island a Disneyland, da Singapore agli Emirati Arabi si avvalgono delle nostre giostre.

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Con oltre 282 milioni di dollari siamo leader mondiali nell’esportazione di giostre e attrezzature per questi parchi, seguita dai Paesi Bassi (231 milioni), Stati Uniti (195 milioni), Germania (111 milioni) e Canada (95 milioni e mezzo). Il settore conta 137 imprese, la maggior parte operanti nel triangolo Veneto-Emilia Romagna-Lombardia.

L’industria siderurgica di casa nostra è anche leader nel processo di decarbonizzazione: prima tra i Paesi del G7 per quota di acciaio prodotto con ciclo a forno elettrico (86%); seguono Stati Uniti (68%) e Canada (42%). Grazie al sempre crescente uso delle energie rinnovabili, il settore si pone come leader europeo per efficienza energetica. Inoltre il 76% degli input sono rappresentati da acciaio di recupero. Questo posizionamento rende il comparto dell’acciaio – secondo in Europa nella produzione dopo la Germania – più competitivo sui mercati europei e internazionali.

Infine l’arredo. Con quasi 11 miliardi di dollari, l’Italia è terza al mondo per saldo della bilancia commerciale, preceduta soltanto da Cina (119 miliardi) e Vietnam (12,8 miliardi). Terza anche per valore della esportazioni (15,8 miliardi di dollari) e prima in Europa per fatturato con oltre 27 miliardi di euro, sorpassando la Germania (26 miliardi e mezzo).

Seguono Polonia, Francia e Spagna. La filiera del legno-arredo conta in Italia 54 mila imprese con 216 mila addetti, il 60% delle quali si approvvigiona da fonti energetiche rinnovabili. Oltre il 90% dei pannelli truciolati prodotti in Italia sono realizzati con legno 100% riciclato.

“Siamo la quarta potenza commerciale mondiale – ha ricordato il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani –  e vogliamo far sì che dai 625 miliardi di export di questi anni si possa arrivare entro la fine della legislatura a settecento miliardi. Le esportazioni sono uno strumento fondamentale per la crescita economica del nostro Paese. Siamo una superpotenza nel settore dell’export grazie anche ad un tessuto produttivo di oltre quattro milioni di piccole e medie imprese, secondi nel mondo solo alla Cina e primi in Europa. La qualità, la tradizione e l’innovazione fanno del saper fare italiano un marchio ricercato in tutto il mondo”.

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