All’inizio erano guardati con sospetto, relegati, con piglio snobistico, nella sottocategoria dei prodotti per la tipologia di consumatori del «vorrei ma non posso». Poi, all’improvviso, il boom. Negozi e siti web si sono diffusi a macchia d’olio e il prodotto ha assunto dignità al pari del nuovo. I telefonini ricondizionati, come pure altri prodotti tecnologici «rigenerati», sono ormai una tendenza al pari del vintage nella moda e nessuno si sogna più di arricciare il naso. Per i non esperti del settore, stiamo parlando di prodotti usati, oltre ai cellulari anche gli elettrodomestici, che vengono controllati e rivenduti con la garanzia. Si risparmia fino al 50 per cento e soddisfano pure chi ha un’anima green giacché, arginando gli eccessi consumistici, fanno bene all’ambiente. Secondo un’indagine di CertiDeal, lo specialista dei device tech ricondizionati, in collaborazione con Ipsos, tra i più autorevoli istituti di ricerca di mercato, nel 2023 c’è stato un aumento della vendita di questi prodotti del 15 per cento sull’anno precedente.
Il consumatore tipo ha un’età compresa tra 18 e 34 anni. E se da un lato il 50 per cento del campione indica come principale motivazione il risparmio (la possibilità di permettersi modelli di fascia alta a un prezzo più contenuto), c’è un 44 per cento che è spinto dal valore della sostenibilità del prodotto. Ogni cellulare, infatti, genera circa 80 chili di CO2, di cui oltre l’80 per cento è dovuto alla sua realizzazione e al trasporto. È la dimostrazione che questo modello di consumi non è più percepito come necessità economico ma come scelta, proprio perché la tecnologia ricondizionata si inserisce in una prospettiva più vasta di sensibilità ecologica e risparmio più consapevole. Il 21 per cento del campione ha inoltre manifestato interesse per gli elettrodomestici rigenerati. Restano alcune barriere: il 47 per cento nutre ancora dubbi sulla qualità degli articoli utilizzati e il 66 per cento sarebbe più disponibile a tale scelta se ci fossero incentivi fiscali, quali agevolazioni sull’Iva o crediti d’imposta.
Le impennate negli acquisti avvengono soprattutto a ridosso dell’arrivo di una nuova versione più performante del prodotto. SellCell ha registrato che il picco nelle vendite di vecchi smartphone pari a +28 per cento, è stato toccato a settembre scorso appena Apple ha annunciato la data del debutto del nuovo iPhone 16. Una corsa a disfarsi del vecchio per poter finanziare un «upgrade». Un’analisi del Persistence Market Research prevede che il mercato globale dei cellulari ricondizionati crescerà a un tasso annuo del 10,2 per cento e varrà 143,8 miliardi di dollari nel 2030. C’è di più. Come dimostrato da Counterpoint, il mercato secondario ha aiutato i rivenditori globali a trovare nuove entrate durante la penuria globale di chip del 2021. C’è quindi un vantaggio per tutti. E visto che il 30 per cento di chi ha acquistato un ricondizionato si è rivolto a un’azienda o a un privato, sono proliferati anche i negozi dedicati a questo tipo di consumi. Molti sono in mano a immigrati come peraltro altre attività quali minimarket, bar, fruttivendoli e parrucchieri. Nel settore dell’elettronica dominano soprattutto i cinesi e gli indiani per una maggiore familiarità con le nuove tecnologie. Negli ultimi dieci anni la totalità delle imprese gestite da stranieri sono aumentate del 29,5 per cento, rileva la Cgia di Mestre. Il commercio conta 159 mila imprenditori. Non ci sono dati specifici relativi ai negozi di prodotti tecnologici ricondizionati, ma rientrano nell’ambito del fenomeno di sostituzione progressiva di locali gestiti da italiani che chiudono rimpiazzati da stranieri molto attenti alle tendenze del momento.
Questi, però, sono in competizione con le grandi piattaforme specializzate che forniscono una garanzia. D’altronde uno smartphone prima di essere immesso sul mercato dopo la «rigenerazione» richiede un lungo processo di test per accertarne la perfetta funzionalità: dalla sostituzione di parti danneggiate al controllo delle componenti principali come accensione, touchscreen e audio, dal reset per cancellare i dati all’igienizzazione per la pulizia a fondo. La copertura che accompagna l’usato assicura, infatti, che i test siano stati effettuati direttamente dall’azienda madre e che la batteria abbia almeno l’80 per cento di carica residua. Ci sono poi «le occasioni speciali» come il telefonino riconsegnato dopo un anno dal rinnovo dell’abbonamento o il prodotto restituito per un ripensamento entro 14 giorni dall’acquisto. A cui si aggiungono gli smartphone che presentano l’imballaggio danneggiato dal trasporto e non possono esser venduti come nuovi o gli articoli che hanno piccoli difetti estetici, come graffi poco visibili. Chi ha la fortuna di accaparrarsi uno di questi prodotti ha fatto un vero affare. Come sempre la caccia al risparmio richiede attenzione e pazienza per non cadere nei trabocchetti di offerte a prezzi stracciati ma con sorprese spiacevoli.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link