Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi 19 gennaio sul conflitto a Gaza

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Finalmente è scattata la tregua a Gaza, con tre ore di ritardo. Il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 10:15 ora italiana dopo che Hamas ha consegnato la lista degli ostaggi che saranno rilasciati oggi.  La prima fase della tregua era infatti originariamente prevista per iniziare questa mattina alle 8:30 locali, ma è stata rinviata perché Hamas ha tardato a consegnare i nomi delle prime tre donne rilasciate: si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher (CHI SONO). Le tre donne sono ora in territorio israeliano e si sono ricongiunte con le loro famiglie.\n

L’Onu ha rivelato che i primi camion con gli aiuti sono arrivati a Gaza  (LE IMMAGINI).

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Nelle scorse ore erano continuati gli attacchi israeliani nel nord della Striscia di Gaza. ll bilancio dei morti dopo i raid di questa mattina è salito a 13: lo riportano i media israeliani, che citano canali di Gaza. Secondo quanto riferito da giornalisti dell’Afp, molti abitanti della Striscia si stanno spostando a piedi oppure su camion e carretti trainati da asini per tornare nelle loro abitazioni.

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Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche  l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente  e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese,  quasi “uno Stato nello  Stato”, e partecipa attivamente alla vita  politica. Il suo leader è  stato a lungo – dal  1992 – Hassan Nasrallah,  che ha guidato  il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è  stato  ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L’ANALISI

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Tensione davanti alla prigione militare di Ofer, in Cisgiordania, dove è radunata una folla in attesa che Israele rilasci i primi 90 prigionieri palestinesi sulla base dell’accordo di tregua. Almeno sette persone sono rimaste ferite, in modo lieve, scrive l’emittente qatarina Al Jazeera, quando \”le forze di sicurezza israeliane hanno caricato\” la folla. Secondo Al Jazeera, che cita testimoni sul posto, la polizia israeliana ha usato gas lacrimogeni e anche proiettili di gomma.

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Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato  dal Paese: è a Mosca, dove  gli è stato concesso asilo. Al potere dal  2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha  iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil,  primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli  ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari  gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di  crimini di guerra e crimini contro l’umanità.  IL PROFILO

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Steve Witkoff, inviato in Medio Oriente per Donald Trump, è salito sul palco e ha mostrato l’immagine che ha sul cellulare: quella dei volti delle tre donne ostaggio di Hamas liberate oggi. La platea della Capital One Arena di Washington ha salutato il gesto con un applauso. \”Senza il presidente Donald Trump – ha aggiunto Witkoff – non sarebbe stato possibile\”.

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Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le  parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali  sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L’ARTICOLO

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\”La possibilità c’è, credo che è l’unica soluzione\”. Lo ha detto il Papa intervistato a ‘Che tempo che fa’ sulla soluzione per Israele e Palestina di due popoli due stati. \”La disponibilità alcuni la hanno, altri no. Dobbiamo convincere con quella retorica mite\”. \”La pace è superiore alla guerra sempre\”. \”Per fare la pace tante volte si perde qualcosa ma si guadagna di più\”, ha aggiunto il Papa sottolineando: \”Per la pace ci vuole coraggio\”. 

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Un “sentimento di pietà e di vergogna”. Lo ha espresso il Papa, intervistato da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ sul Nove, parlando della Shoah, in vista dell’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.   “Pietà – ha osservato – perché dobbiamo aprirci a quel dramma, e vergogna che noi uomini siamo stati capaci di fare quello. Ricordo ad Auschwitz, quando sono andato mi sono seduto davanti alla forca dove sono stati assassinati tanti, tanti. Poi ho visitato alcune celle e ho pregato. Ho visto alcuni filmati del tempo come uccidevano i prigionieri:  è stato un dolore, una vergogna umana. Dobbiamo sentire queste storie. Qui a Roma ho un rapporto con una grande signora di 92 anni: Edith Bruck, una poetessa, brava, ci può dire tante cose. Va nelle scuole a 92 anni a spiegare quel dramma”. 

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I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI

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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

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\n”,”postId”:”02854a78-1951-467c-886a-1138fc39ec4a”},{“timestamp”:”2025-01-19T20:49:56.072Z”,”timestampUtcIt”:”2025-01-19T21:49:56+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Medico: \”Le condizioni delle tre israeliane sono stabili\””,”content”:”

Le tre israeliane rilasciate oggi da Hamas sono in condizioni \”stabili\”. Lo rende noto in una conferenza stampa Itay Pessach, uno dei medici dello Sheba Medical Center di Tel Aviv dove Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbracher, sono state accompagnate in elicottero dopo il rilascio. \”Sono felice di riferire che sono in condizioni stabili. Ciò consente a noi e a loro di concentrarci su ciò che è più importante per ora: riunirci alle famiglie. \”Continueremo a monitorare tutte le loro condizioni cliniche. Ci vorranno ancora alcuni giorni prima di completare tutti gli esami necessari e curare qualsiasi cosa troviamo\”, ha aggiunto, scrive il Guardian. 

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Alcuni autisti in attesa dell’autorizzazione per accedere a Gaza non tornano a casa da mesi per evitare che venga rubata la merce che devono distribuire: \”Da mesi mangiamo, dormiamo e ci facciamo una doccia nei nostri camion, aspettando il momento in cui ci diranno che possiamo entrare\”, ha detto all’Afp Essam Dessouky, un camionista di al-Mahalla al-Koubra, nel delta del Nilo. Originario di Ismailia, nella penisola del Sinai, Mohamed Aboul Maati, suo collega di una cinquantina d’anni, si dichiara \”incredibilmente fiero di poter svolgere il suo compito\”. Da mesi, hanno sentito gli impatti e le vibrazioni dei bombardamenti israeliani, dall’altra parte della frontiera. Sabato, alla vigilia della tregua, \”i vetri del mio camion hanno tremato per l’impatto delle bombe\”, racconta Dessouky, 45 anni. \”Mi sono svegliato terrorizzato, ho pensato che le bombe stessero cadendo proprio davanti a me\”, aggiunge.  A 22 anni, Nasser Ayman Nasr guida da quattro anni il camion di suo padre sui 275 chilometri che separano Sharqiya, nel delta del Nilo, da Gaza, per consegnare aiuti. \”I bambini gridavano dietro al mio camion, implorando: ‘Zio, zio, ti prego\”, racconta parlando dei suoi viaggi in quel territorio, anche prima che le forze israeliane prendessero il controllo del lato palestinese del valico di Rafah a maggio, causando la sua chiusura. \”Una donna un giorno si è gettata davanti al mio camion per supplicarmi di fermarmi e darle qualcosa da mangiare\”, racconta.

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La Croce Rossa sta visitando i prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati dopo la liberazione dei tre ostaggi israeliani da parte di Hamas. Lo riferisce il corrispondente di Al Arabya, confermando che il rilascio dei prigionieri palestinesi non è ancora avvenuto.

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Le tre donne ostaggio rilasciate oggi dalla prigionia nella Striscia di Gaza hanno ricevuto delle \”borse regalo\” con \”doni e souvenir\” da Hamas prima di essere consegnate alla Croce Rossa. Lo scrivono i media israeliani, tra cui il Times of Israel e Ynet, secondo cui le borse contenevano un’immagine di Gaza, foto di loro durante la prigionia e anche un \”certificato\”. Un video diffuso dall’Idf mostra Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher mentre tengono in mano i sacchetti quando vengono consegnate ai militari israeliani.

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La giornalista racconta i suoi 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin a \”Che tempo che fa\”: dalla cella sentiva \”rumori strazianti, erano tentativi di farsi del male di detenute in isolamento\”. Sul giorno dell’arresto: \”Mi hanno portata via dall’albergo e mi hanno bendata\”. E spiega di non voler più tornare in Iran, almeno finché sarà una Repubblica Islamica. LEGGI QUI

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\”Dopo il cessate il fuoco, gli ostaggi stanno iniziando a essere rilasciati. Tre donne israeliane trattenute per 470 giorni. Altre quattro donne in sette giorni. E tre ostaggi ogni sette giorni da allora in poi, compresi almeno due americani in questa prima fase. Preghiamo per la loro lunga guarigione\”. Lo scrive il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden su X. 

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\”Fino ad ora, 330 camion di aiuti sono entrati attraverso i valichi di Al-Awja e Kerem Abu Salem, di cui 20 con carburante (diesel e gas)\”: lo ha comunicato per iscritto in serata una fonte qualificata egiziana riferendosi ai passaggi di frontiera traslitterabili dall’ebraico rispettivamente in Kerem Shalom e Nitzana. Si tratta del \”numero di camion di aiuti entrati durante tutta la giornata di domenica 19 gennaio\”, ha precisato la fonte.

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Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale – con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso – ha detto addio all’esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L’ARTICOLO

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Finalmente è scattata la tregua a Gaza, con tre ore di ritardo. Il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 10:15 ora italiana dopo che Hamas ha consegnato la lista degli ostaggi che saranno rilasciati oggi.  La prima fase della tregua era infatti originariamente prevista per iniziare questa mattina alle 8:30 locali, ma è stata rinviata perché Hamas ha tardato a consegnare i nomi delle prime tre donne rilasciate: si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher (CHI SONO). Le tre donne sono ora in territorio israeliano e si sono ricongiunte con le loro famiglie.

L’Onu ha rivelato che i primi camion con gli aiuti sono arrivati a Gaza  (LE IMMAGINI).

Nelle scorse ore erano continuati gli attacchi israeliani nel nord della Striscia di Gaza. ll bilancio dei morti dopo i raid di questa mattina è salito a 13: lo riportano i media israeliani, che citano canali di Gaza. Secondo quanto riferito da giornalisti dell’Afp, molti abitanti della Striscia si stanno spostando a piedi oppure su camion e carretti trainati da asini per tornare nelle loro abitazioni.

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Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche  l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente  e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese,  quasi “uno Stato nello  Stato”, e partecipa attivamente alla vita  politica. Il suo leader è  stato a lungo – dal  1992 – Hassan Nasrallah,  che ha guidato  il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è  stato  ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L’ANALISI

Al Jazeera, ‘tensione davanti al carcere di Ofer, 7 feriti’

Tensione davanti alla prigione militare di Ofer, in Cisgiordania, dove è radunata una folla in attesa che Israele rilasci i primi 90 prigionieri palestinesi sulla base dell’accordo di tregua. Almeno sette persone sono rimaste ferite, in modo lieve, scrive l’emittente qatarina Al Jazeera, quando “le forze di sicurezza israeliane hanno caricato” la folla. Secondo Al Jazeera, che cita testimoni sul posto, la polizia israeliana ha usato gas lacrimogeni e anche proiettili di gomma.

Bashar al-Assad, il ritratto dell’ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti

Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato  dal Paese: è a Mosca, dove  gli è stato concesso asilo. Al potere dal  2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha  iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil,  primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli  ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari  gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di  crimini di guerra e crimini contro l’umanità.  IL PROFILO

Witkoff: “senza Trump accordo non sarebbe stato possibile”

Steve Witkoff, inviato in Medio Oriente per Donald Trump, è salito sul palco e ha mostrato l’immagine che ha sul cellulare: quella dei volti delle tre donne ostaggio di Hamas liberate oggi. La platea della Capital One Arena di Washington ha salutato il gesto con un applauso. “Senza il presidente Donald Trump – ha aggiunto Witkoff – non sarebbe stato possibile”.

Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden

Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le  parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali  sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L’ARTICOLO

Il Papa: due popoli due stati è l’unica soluzione

“La possibilità c’è, credo che è l’unica soluzione”. Lo ha detto il Papa intervistato a ‘Che tempo che fa’ sulla soluzione per Israele e Palestina di due popoli due stati. “La disponibilità alcuni la hanno, altri no. Dobbiamo convincere con quella retorica mite”. “La pace è superiore alla guerra sempre”. “Per fare la pace tante volte si perde qualcosa ma si guadagna di più”, ha aggiunto il Papa sottolineando: “Per la pace ci vuole coraggio”. 

Shoah, Papa: ‘pietà e vergogna’

Un “sentimento di pietà e di vergogna”. Lo ha espresso il Papa, intervistato da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ sul Nove, parlando della Shoah, in vista dell’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.   “Pietà – ha osservato – perché dobbiamo aprirci a quel dramma, e vergogna che noi uomini siamo stati capaci di fare quello. Ricordo ad Auschwitz, quando sono andato mi sono seduto davanti alla forca dove sono stati assassinati tanti, tanti. Poi ho visitato alcune celle e ho pregato. Ho visto alcuni filmati del tempo come uccidevano i prigionieri:  è stato un dolore, una vergogna umana. Dobbiamo sentire queste storie. Qui a Roma ho un rapporto con una grande signora di 92 anni: Edith Bruck, una poetessa, brava, ci può dire tante cose. Va nelle scuole a 92 anni a spiegare quel dramma”. 

Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO

I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI

La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata

L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

Medico: “Le condizioni delle tre israeliane sono stabili”

Le tre israeliane rilasciate oggi da Hamas sono in condizioni “stabili”. Lo rende noto in una conferenza stampa Itay Pessach, uno dei medici dello Sheba Medical Center di Tel Aviv dove Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbracher, sono state accompagnate in elicottero dopo il rilascio. “Sono felice di riferire che sono in condizioni stabili. Ciò consente a noi e a loro di concentrarci su ciò che è più importante per ora: riunirci alle famiglie. “Continueremo a monitorare tutte le loro condizioni cliniche. Ci vorranno ancora alcuni giorni prima di completare tutti gli esami necessari e curare qualsiasi cosa troviamo”, ha aggiunto, scrive il Guardian. 

Alcuni camionisti fermi da mesi in attesa di entrare a Gaza

Alcuni autisti in attesa dell’autorizzazione per accedere a Gaza non tornano a casa da mesi per evitare che venga rubata la merce che devono distribuire: “Da mesi mangiamo, dormiamo e ci facciamo una doccia nei nostri camion, aspettando il momento in cui ci diranno che possiamo entrare”, ha detto all’Afp Essam Dessouky, un camionista di al-Mahalla al-Koubra, nel delta del Nilo. Originario di Ismailia, nella penisola del Sinai, Mohamed Aboul Maati, suo collega di una cinquantina d’anni, si dichiara “incredibilmente fiero di poter svolgere il suo compito”. Da mesi, hanno sentito gli impatti e le vibrazioni dei bombardamenti israeliani, dall’altra parte della frontiera. Sabato, alla vigilia della tregua, “i vetri del mio camion hanno tremato per l’impatto delle bombe”, racconta Dessouky, 45 anni. “Mi sono svegliato terrorizzato, ho pensato che le bombe stessero cadendo proprio davanti a me”, aggiunge.  A 22 anni, Nasser Ayman Nasr guida da quattro anni il camion di suo padre sui 275 chilometri che separano Sharqiya, nel delta del Nilo, da Gaza, per consegnare aiuti. “I bambini gridavano dietro al mio camion, implorando: ‘Zio, zio, ti prego”, racconta parlando dei suoi viaggi in quel territorio, anche prima che le forze israeliane prendessero il controllo del lato palestinese del valico di Rafah a maggio, causando la sua chiusura. “Una donna un giorno si è gettata davanti al mio camion per supplicarmi di fermarmi e darle qualcosa da mangiare”, racconta.

Croce Rossa visita prigionieri palestinesi prima del rilascio

La Croce Rossa sta visitando i prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati dopo la liberazione dei tre ostaggi israeliani da parte di Hamas. Lo riferisce il corrispondente di Al Arabya, confermando che il rilascio dei prigionieri palestinesi non è ancora avvenuto.

Media Israele: “Hamas ha dato a rapite souvenir della prigionia”

Le tre donne ostaggio rilasciate oggi dalla prigionia nella Striscia di Gaza hanno ricevuto delle “borse regalo” con “doni e souvenir” da Hamas prima di essere consegnate alla Croce Rossa. Lo scrivono i media israeliani, tra cui il Times of Israel e Ynet, secondo cui le borse contenevano un’immagine di Gaza, foto di loro durante la prigionia e anche un “certificato”. Un video diffuso dall’Idf mostra Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher mentre tengono in mano i sacchetti quando vengono consegnate ai militari israeliani.

Cecilia Sala: “In Iran interrogatori incappucciata con faccia al muro”

La giornalista racconta i suoi 21 giorni di prigionia nel carcere di Evin a “Che tempo che fa”: dalla cella sentiva “rumori strazianti, erano tentativi di farsi del male di detenute in isolamento”. Sul giorno dell’arresto: “Mi hanno portata via dall’albergo e mi hanno bendata”. E spiega di non voler più tornare in Iran, almeno finché sarà una Repubblica Islamica. LEGGI QUI

©Ansa

Biden: altri 4 ostaggi donne liberate entro sette giorni

“Dopo il cessate il fuoco, gli ostaggi stanno iniziando a essere rilasciati. Tre donne israeliane trattenute per 470 giorni. Altre quattro donne in sette giorni. E tre ostaggi ogni sette giorni da allora in poi, compresi almeno due americani in questa prima fase. Preghiamo per la loro lunga guarigione”. Lo scrive il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden su X. 

Il Cairo, ‘330 i camion entrati oggi a Gaza’

“Fino ad ora, 330 camion di aiuti sono entrati attraverso i valichi di Al-Awja e Kerem Abu Salem, di cui 20 con carburante (diesel e gas)”: lo ha comunicato per iscritto in serata una fonte qualificata egiziana riferendosi ai passaggi di frontiera traslitterabili dall’ebraico rispettivamente in Kerem Shalom e Nitzana. Si tratta del “numero di camion di aiuti entrati durante tutta la giornata di domenica 19 gennaio”, ha precisato la fonte.

Israele, Ben Gvir e altri due ministri lasciano governo Netanyahu

Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale – con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso – ha detto addio all’esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L’ARTICOLO



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