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Darling, preparatevi a un’overdose di chic sovversivo. La sfilata Prada Autunno Inverno 2025-2026 alla Milano Fashion Week ha ridefinito il concetto di lusso ribelle. In un’epoca in cui tutti cercano disperatamente di essere edgy, Miuccia Prada e Raf Simons mostrano come si fa veramente. Dimenticate tutto ciò che pensavate di sapere sulla moda maschile, il fashion show è un manifesto di stile che fa sembrare i vostri outfit alternativi cotti e stracotti. Innazitutto, il set: un incrocio tra un club berlinese underground e la biblioteca di un aristocratico eccentrico. È qui che la maison ha orchestrato una sinfonia di contraddizioni perfectly imperfect . Ogni look sussurra anarchia, ogni capo è un ossimoro ambulante, forse non è proprio questo il punto? Prada propone un viaggio nel wonderland della moda dove i codici del lusso tradizionale vengono elegantemente dissacrati con la precisione chirurgica di chi sa che la vera ribellione risiede nei dettagli.
Sfilata moda uomo Prada Autunno Inverno 2025-2026: dualità urbana
Completi sartoriali che si mescolano con elementi underground: ecco il nuovo codice di abbigliamento per l’uomo contemporaneo. Le giacche oversize dialogano con pantaloni slim, mentre i capispalla formali vengono destrutturati e reinterpretati con un twist ribelle; è la rappresentazione perfetta del gentleman anarchico del XXI secolo.
Nuovo minimalismo sovversivo
Nulla è mai quello che sembra. E allora? Le linee pure e essenziali vengono contaminate da dettagli inaspettati: zip metalliche, cuciture a vista, proporzioni esagerate. È un minimalismo che urla sottovoce, che sussurra provocazioni attraverso dettagli studiati al millimetro.
Tecnologia romantica
I materiali tech si fondono con texture tradizionali in un gioco di contrasti materici: il nylon lucido incontra lane pregiate, la pelle tecnica si abbina a mohair morbidissimi. È la risposta di Prada alla domanda: come vestirebbe un cyborg con con un’anima vintage?
Vulnerabilità mascolina
La nuova collezione Prada gioca con la fragilità attraverso trasparenze strategiche, sovrapposizioni delicate e silhouette che abbracciano una nuova forma di sensualità maschile, è una masculinity fluid che non ha paura di mostrarsi vulnerabile.
L’arte del non colore
La palette cromatica è un manifesto di raffinata ribellione. Il nero, naturalmente, regna sovrano ma viene illuminato da flash di colori acidi: arancioni bruciati, gialli elettrici, rossi carminio. Il grigio non è mai solo grigio, ma una scala di sfumature che va dal fumo di Londra al cemento bagnato. Il beige si reinventa in tonalità che sembrano rubate ad un tramonto post-apocalittico. I bianchi sono sporchi, contaminati, mai innocenti. È una palette che sussurra “establishment” ma urla sovversione.
Il diavolo è nei dettagli
Gli accessori sono un trionfo di pragmatismo elevato all’ennesima potenza. Le borse, oversize e strutturate, sembrano progettate per un escape urbano di lusso. Gli stivali, con suole importanti e materiali tech, dialogano con il pavimento-installazione della location come in una conversazione architettonica. Gli occhiali da vista assumono proporzioni esagerate, diventando quasi maschere protettive per navigare la giungla metropolitana. Il tutto punteggiato da dettagli metallici che brillano come stelle in una notte industriale: fibbie, catene, zip oversized diventano gioielli funzionali.
Il lusso è sovversione
Ma il vero colpo di genio sta nel modo in cui questi elementi si fondono insieme. Non è solo una collezione, è un manifesto per una nuova aristocrazia underground. È Prada che fa quello che sa fare meglio: prendere il familiare e renderlo stranamente inquietante, trasformare il lusso in qualcosa di sovversivo, fare della moda un commento sociale senza mai perdere di vista la bellezza. Le scarpe, in particolare, meritano un capitolo a parte: boots con suole chunky che sembrano rubate a un’opera di architettura brutalista, le sneakers flirtano con l’estetica dello streetwear ma mantengono un’anima luxury, i mocassini si reinventano con dettagli tech che li proiettano nel futuro.
L’autenticità nel paradosso
Questa collezione è un esempio perfetto di come Prada riesca a essere sempre un passo avanti, creando non solo vestiti ma un nuovo vocabolario visivo per l’uomo contemporaneo che combatte per un nuovo ordine mondiale. È lusso sovversivo al suo meglio: Prada che fa Prada nel modo più Prada possibile. Francamente, non potremmo chiedere di meglio.
In questa era di influencer che osannano l’autenticità indossando look preconfezionati dai loro stylist, Prada ricorda che la vera autenticità sta nel paradosso, nella contraddizione consapevole, nel lusso che non ha paura di sporcarsi le mani… Metaforicamente, s’intende, perché siamo pur sempre Prada, sweeties. È come un corso accelerato di filosofia della moda, dove Hegel incontra lo streetwear e Kant fa shopping nel dark web. È la collezione che il terapeuta ci consiglierebbe di vedere, se fosse un insider della moda con un dottorato in sovversione estetica, ma soprattutto, è Prada che gioca a scacchi mentre gli altri giocano a dama. Checkmate, darling.
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