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Picchia duro, a Napoli e in Campania, l’influenza stagionale che insieme agli altri virus respiratori invernali delinea un quadro da bollino rosso come quello attribuito dalla rete di sorveglianza nazionale RespirVirNet che fa capo all’Istituto superiore di Sanità.
L’incidenza in città è più alta della media nazionale: infezioni causate da una miscellanea di virus che vanno dall’influenza A e B, al virus respiratorio sinciziale, a Sars Cov-2 e altri Coronavirus umani, virus parainfluenzali, Adenovirus ed altri che anche nelle altre province campane vanno oltre la linea epidemiologica delle altre regioni dove il tasso è invece inferiore rispetto alle precedenti stagioni.
Influenza a Napoli, 100 ricoveri al Cotugno: «I più colpiti sono fragili e anziani»
Dopo l’affollamento del pronto soccorso del Cardarelli, registrato a cavallo delle feste natalizie e dopo i 100 ricoveri segnalati nei giorni scorsi al Cotugno ora è la Asl Napoli 1 a far scattare il semaforo rosso per i ricoveri non urgenti. Nessun allarme ma una misura prudenziale, tesa a garantire una maggiore agibilità dei posti letto nei reparti di area medica per fragili e anziani a fronte del perdurante iperafflusso di malati in pronto soccorso. Con un provvedimento urgente, firmato dal direttore generale Ciro Verdoliva, scatta dunque il blocco temporaneo per tutte le attività non urgenti in area medica (fatte salve le prenotazioni chirurgiche) e in tutti i presidi ospedalieri dotati di un pronto soccorso, dal Capilupi di Capri all’ospedale San Paolo, dal Vecchio Pellegrini all’Ospedale del mare passando anche per il Loreto e il San Giovanni Bosco. Questi ultimi, sebbene privi di area di urgenza, sono infatti coinvolti nei trasferimenti secondari.
La decisione
Una misura prudenziale si è detto, assunta in vista del picco di incidenza atteso nei prossimi giorni. Un provvedimento assunto a fronte dell’iperafflusso di pazienti registrato nella rete dei pronto soccorso cittadina e dei tanti trasferimenti dai territori limitrofi. Dal primo al 4 gennaio sono oltre 2mila gli accessi contati nella rete dell’emergenza e urgenza della Asl Napoli 1 di cui 311 codici bianchi, 988 verdi, 652 gialli e 81 rossi. Febbre, tosse, mal di gola, disturbi intestinali e respiratori i sintomi più frequenti che investono soprattutto la popolazione più anziana e fragile che, a fronte di malattie croniche concomitanti, mandano in crisi la rete territoriale delle cure soprattutto di notte e nei fine settimana, quando a fronteggiare l’onda d’urto delle richieste c’è solo la rete della continuità assistenziale e delle guardie mediche notturne e festive.
È stata l’Unità di crisi regionale, insediatasi il 5 gennaio scorso, ad aver approfondito la situazione suggerendo ai manager le misure temporanee da adottare per garantire idonei livelli assistenziali ai pazienti in Pronto soccorso e per scongiurare il corto circuito con i reparti di degenza delle Medicine. Le altre misure prevedono la possibilità di dimettere tutti i pazienti non urgenti 7 giorni su 7, di dirottare dai pronto soccorso ai reparti tutti i pazienti che hanno bisogno di un posto letto ricorrendo anche a posti tecnici aggiuntivi nelle corsie ove necessario.
Utilizzata anche la leva dei turni del personale che è stata adeguata ai fabbisogni non ordinari di questi giorni. Da martedì scorso a tale scopo è stato anche attivato il day week surgery dell’Ospedale del mare e del Pellegrini per recuperare agibilità operative aggiuntive. «Bisogna ricordare – avverte Pina Tommasielli, studio a Soccavo – che l’influenza è una malattia che si cura prevalentemente a casa rivolgendosi al proprio medico di medicina generale il quale, caso per caso, deciderà se è opportuno il ricovero. In alcuni frangenti questo può essere addirittura controindicato. Intanto chi non si fosse ancora vaccinato – conclude – può ancora farlo entro il 31 gennaio, sempre rivolgendosi al proprio medico di famiglia». «Noi al Santobono ancora reggiamo – aggiunge Vincenzo Tipo, responsabile della prima linea dell’ospedale Santobono – siamo nella curva di ascesa per l’influenza con numerosi casi che arrivano in Pronto soccorso. Non dovrebbe essere ancora il picco secondo Influnet. Quella di quest’anno è una forma aggressiva con febbre alta e di durata maggiore ma non stiamo riscontrando, al momento, complicanze diverse o più numerose in area pediatrica, rispetto a quelle degli altri anni. Quanto alla bronchiolite causata dal virus respiratorio sinciziale è fortemente presente da noi. Purtroppo la somministrazione dell’anticorpo monoclonali che funzione e protegge, per la prima volta disponibile, va a singhiozzo per cui abbiamo ancora tanti casi. Nelle regioni dove la copertura è più alta si registrano molti meno ricoveri rispetto al passato».
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