Un’area pronta a rinascere e che si trasformerà da luogo di abbandono ad area per il futuro
Aeroporto dello Stretto. Sviluppo infrastrutturale con la realizzazione del Ponte e di tutte le opere compensative utili non solo a Messina ma al trasporto in Sicilia, certo. Prima ancora, però, la messa a terra di contesti di progresso reale in ottica futura per un territorio non certo noto a livello nazionale – a differenza della vicinissima Catania – per investimenti nel settore.
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Un passaggio possibile attraverso il progetto dell’I-Hub dello Stretto, un’area pronta a rinascere e che si trasformerà da luogo di abbandono ad area per il futuro, per una riqualificazione generale che restituirà alla città una zona di passaggio mai vissuta dagli abitanti, se non prima del terremoto del 1908.
La demolizione degli ex Silos Granai e Casa del Portuale
Cominceranno a marzo i lavori di demolizione dell’ultima parte degli ex Silos Granai e Casa del Portuale ancora in piedi a ridosso del molo Norimberga. A settembre i cantieri si erano invece concentrati sugli altri fabbricati presenti in zona: gli ex Magazzini Generali e l‘ex Mercato Ittico. Ora si procederà con la demolizione del fabbricato più grande, l’ex struttura dei Silos Granai situata vicino al parcheggio Cavallotti, oggi simbolo del degrado dell’area.
Sarà abbattuta anche l’ex Casa del Portuale, recentemente trasferita dalla Regione al Comune dopo che negli anni, per volontà dell’allora sindaco Renato Accorinti, era divenuta luogo di primo rifugio per i senzatetto che popolano la città. Destinazione d’uso che era stata rimodulata già dal successore di Accorinti, Cateno De Luca.
Proprio l’ex primo cittadino ha spinto negli anni per la generale riqualificazione della porzione di territorio di cui è stato depauperato il capoluogo. Un futuro che passa dal Polo d’innovazione tecnologica, voluto fortemente dall’Amministrazione Basile e non senza scontri politici con l’allora presidente di Regione Nello Musumeci, più propenso a ripensare proprio la Casa del Portuale in ottica Ersu per realizzare – dopo apposita e costosa messa in sicurezza e aggiornamento sismico dello stabile – degli alloggi per studenti provenienti dalla Calabria.
L’area di complessivi 8000 mq sarà restituita alla città dopo decenni di semi abbandono. La riqualificazione prevederà la nascita di un polo tecnologico atto a unire Sicilia e Calabria prima del ponte. Ne hanno discusso proprio questa settimana al Comune in commissione lavori pubblici per dettare le tempistiche di intervento.
Il ruolo cruciale del porto di Messina
La vicinanza con il porto antico di Messina e la zona di arrivo degli aliscafi in direzione Reggio – in attesa del ripristino del collegamento diretto con l’Aeroporto, come a più riprese chiesto dal consigliere comunale del Partito Democratico Alessandro Russo – non è casuale.
Il porto di Messina, cuore pulsante della città soprattutto negli ultimi anni con il boom di croceristi e la fortunata partnership stretta con il gruppo MsC Crociere, che per il 2025-2026 ha in previsione 93 partenza dal capoluogo peloritano, si appresta a vivere una trasformazione epocale. Quella che un tempo era – e continuerà a essere ancora per qualche anno, fino alla conclusione dei lavori – una zona abbandonata, ricca di edifici in disuso e segnata dall’oblio, sarà presto il fulcro di un progetto ambizioso: l’I-Hub dello Stretto.
Un’area nella cui storia si intrecciano il passato industriale della città, punto di raccordo reale al centro del Mediterraneo e inizio del secolo scorso, la devastazione causata dal terremoto e dal conseguente maremoto che risucchiò con brutalità vite e palazzi di pregio, una ricostruzione con una visione poco lungimirante e più pragmatica, l’oblio intercorso negli anni della prostituzione all’angolo di ogni palazzo, e oggi le prospettive di un futuro innovativo.
Il progetto dell’area
Prima del devastante terremoto del 1908, l’area che oggi ospiterà l’I-Hub era occupata da depositi di petrolio. Con il piano Borzì del 1911 questi spazi furono destinati a servizi legati alle attività marinare, tra cui i già citati magazzini generali. Le operazioni di demolizione di ciò che resta ancora in piedi, come confermato dal vicesindaco Salvatore Mondello e dal direttore generale Salvo Puccio lo scorso giovedì, inizieranno ufficialmente a marzo, con la gara d’appalto già in corso.
Il progetto, che coinvolge il Comune di Messina e l’Università degli Studi di Messina come partner scientifico, punta a ridisegnare completamente l’area. L’I-Hub dello Stretto non sarà solo un centro di innovazione tecnologica, ma anche un luogo di incontro per la comunità.
Un altro luogo di incontro, sarebbe corretto affermare. Perché proprio lì a due passi sorgerà anche l’hub crocieristico, all’interno della storica dogana. Ma procediamo per ordine. Il Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP), redatto dall’Ateneo messinese nel 2022, sottolinea l’importanza di valorizzare uno spazio affacciato sul mare, ben collegato con i mezzi pubblici e vicino agli snodi autostradali e ai collegamenti interregionali.
Messina potrà contare su un polo tecnologico e culturale pensato per unire Sicilia e Calabria, un progetto che punta a trasformare la città in un punto di riferimento per l’innovazione nel Mediterraneo. L’area sarà suddivisa in diversi spazi, ognuno con una funzione specifica. Al posto degli ex Silos Granai sorgerà un moderno centro di ricerca dotato di sale congressi, biblioteche e laboratori specialistici. Questi spazi saranno destinati non solo alla ricerca scientifica, ma anche a mostre, esposizioni ed eventi aperti al pubblico.
E poi ancora spazi di co-working e incubatori di start-up con protagonista l’area degli ex Magazzini Generali pensati per supportare giovani imprenditori e start-up innovative. L’ex Mercato Ittico diventerà invece il cuore direzionale dell’I-Hub, coordinando tutte le attività del complesso.
In sostituzione della Casa del Portuale, verrà realizzato anche un parco urbano che restituirà alla collettività spazi verdi e accessibili, trasformando una zona degradata in un luogo di incontro e relax con vista sulla falce e le meraviglie dello Stretto. Proprio accanto, è prevista la riqualificazione anche della dogana.
La dogana e il nuovo hub crocieristico
Circa due anni fa – era il febbraio del 2023 – la Città Metropolitana di Messina ha avviato un concorso di progettazione per la realizzazione di un nuovo hub crocieristico, che sorgerà nell’area della Dogana storica di via I Settembre, attualmente ancora gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il progetto prevede un investimento complessivo di 20 milioni di euro e interesserà il palazzo in stile liberty progettato nel 1914 da Giuseppe Lo Cascio, costruito sull’antica area dove si trovava il Palazzo Reale di Messina.
L’iniziativa mira a recuperare e valorizzare questo edificio storico, trasformandolo in un polo multifunzionale collegato alle infrastrutture portuali e al sistema di mobilità cittadino. Secondo il documento di indirizzo, il nuovo hub comprenderà tre aree principali: uno spazio per l’attesa e l’imbarco, un duty free e un’area espositiva multimediale che racconterà la storia del porto e della città. Altri spazi saranno destinati ad aree di ristoro, mostre temporanee e servizi commerciali, mentre un’area specifica sarà dedicata al check-in e ai controlli doganali.
Tra gli obiettivi del progetto, una stazione marittima per passeggeri, il recupero del patrimonio storico legato al sistema porto-città prima e dopo il terremoto del 1908, la valorizzazione turistica e funzionale dell’area e il rafforzamento del sistema intermodale di trasporto. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione dell’opera, il bando prevede un massimo di 1100 giorni, pari a circa tre anni, dalla progettazione al collaudo. Ad oggi, i lavori non sono però ancora cominciati.
Un legame con il ponte
L’I-Hub dello Stretto non è dunque un progetto isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di sviluppo infrastrutturale che coinvolge l’intera area dello Stretto di Messina. La vicinanza al porto antico e agli approdi degli aliscafi diretti verso Reggio Calabria, Villa San Giovanni e l’Aeroporto dello Stretto sottolinea l’importanza strategica di questa iniziativa. Inoltre, il progetto si collega idealmente al dibattito sul Ponte sullo Stretto, un’opera che, se realizzata e al momento ancora bloccata presso il Cipess, cambierebbe radicalmente la mobilità e l’economia della regione.
La sfida ora è quella di rispettare le tempistiche e di garantire che il progetto sia realizzato con la qualità e l’attenzione che merita. Una esigenza per una città che si sta pian piano riappropriando del proprio waterfront da nord a sud e che si appresta a diventare come un vero e proprio cantiere a cielo aperto. Se riuscirà in questo intento, l’I-Hub dello Stretto potrà diventare non solo un punto di riferimento per la tecnologia e la cultura, ma anche un simbolo di speranza per le future generazioni di messinesi.
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