Stazione Chiaia, da Napoli al Prix Versailles

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La stazione Chiaia della Metropolitana di Napoli è stata riconosciuta all’interno dell’ultima edizione del prestigioso Prix Versailles. Nato nel 2015 sotto l’egida dell’Unesco, è un premio internazionale che con le sue differenti categorie celebra l’eccellenza nell’architettura commerciale. Ma anche il ruolo che gli interventi in questo ampio settore possono giocare nell’abbellimento e nel miglioramento delle condizioni di vita. E, in generale, il ruolo dell’architettura come strumento per la creazione di qualità, identità e bellezza negli spazi pubblici.

Ogni anno premia i progetti eccellenza all’interno di categorie, che nel 2024 erano otto: negozi, hotel, ristoranti, empori, campus, centri per lo sport, stazioni ferroviarie e aeroporti.

La giuria di esperti a cui l’edizione 2024 si è affidata è variegata e di alto profilo. È stata composta dagli architetti David Adjaye (presidente), Sou Fujimoto, David Chipperfield e Wang Shu, con la violinista Julia Fischer, la fashion designer Guo Pei, il coreografo e ballerino Benjamin Millepied e l’attrice Blanca Suárez.

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I riconosciuti italiani

Quattro sono state nel complesso le selezioni di progetti realizzati in Italia: il nuovo bookshop del parco archeologico del Colosseo a Roma (Migliore+Servetto, World Selection nella categoria Empori), la Lasserhaus di Bressanone (Vudafieri-Saverino Partners, World Selection nella categoria Alberghi), Beefbar Milano (Humbert & Poyet, World Selection nella categoria Ristoranti). E la stazione Chiaia della Metropolitana di Napoli, inaugurata nell’estate 2024 lungo il tracciato della linea 6, che collega Fuorigrotta con Piazza Municipio.

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La stazione Chiaia, un viaggio dentro la mitologia

Fa parte del progetto Stazioni dell’Arte che, avviato nel 2001, continua dimostrare come la collaborazione tra architettura e arte, sia spesso fortunata e fruttuosa in termini di produzione di qualità urbana collettiva. Il progetto, coordinato da Achille Bonito Oliva, ha creato un grande museo a cielo aperto dentro la città, diventando un’importante elemento di attrazione turistica.

A Chiaia, centrale distretto chic, elegante e borghese della città partenopea lambito dal mare, lavorano insieme l’architetto napoletano Uberto Siola e l’artista Peter Greenaway. La stazione, posizionata alle spalle di piazza del Plebiscito, è accessibile piazza Santa Maria degli Angeli e via Chiaia.

Il racconto dell’arte conduce, insieme al percorso dell’architettura, in un viaggio simbolico attraverso le divinità greche, dall’Ade al cielo. Partendo da quest’ultimo, nella piazza, una grande cupola a sesto ribassato in acciaio e vetro identifica l’ingresso della metropolitana portando la luce naturale fino al livello dei binari. I viaggiatori sono accolti da una grande statua di Giove con 24 braccia. Scendendo, la successione di quattro diversi livelli porta in contatto con diverse divinità.

Nettuno e le sue acque conferiscono i toni a un ambiente circolare colorato di bianco e di blu di 12 metri di diametro. Demetra, la dea della terra, accoglie dentro un grande spazio a base quadrata dipinto di verde con riproduzioni di statue della collezione Farnese. Proserpina, figlia di Cerere, accoglie in un ambiente caratterizzato dal colore ocra mentre al livello delle banchine e dei binari dominano scenograficamente il rosso e il nero dell’Ade, chiusi da una seconda cupola d’acciaio su cui si aprono 320 ‘occhi’. Una scala elicoidale di collegamento del primo tratto è accompagnata, sul parapetto, dai versi di Ovidio “Est in aqua dulci non invidiosa voluptas”.

Il progetto Stazioni dell’Arte

Ha preso ufficialmente avvio nel 2001 con l’inaugurazione della prima delle nuove stazioni della linea 1, affidate a importanti nomi dell’architettura contemporanea. Successivamente si è quindi esteso alla linea 6. Àlvaro Siza, Eduardo Souto de Moura, Dominique Perrault, Oscar Tusquets, Karim Rashid, Gae Aulenti, Alessandro Mendini, Hans Kollhoff e Boris Podrecca hanno lavorato, sottoterra e in superficie, nella progettazione delle stazioni Toledo, Dante, Università, Museo, Garibaldi, Municipio, Materdei. Opere d’arte site-specific e installazione hanno completato il lavoro grazie alla collaborazione di artisti tra cui William Kentridge, Francesco Clemente, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Rebecca Horn e Peter Kogler.

 

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