Bitcoin-backed loans, arrivano prestiti garantiti da criptovaluta

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Nel giorno del giuramento di Donald Trump come 47-esimo presidente degli Stati Uniti, Bitcoin segna un nuovo massimo storico a 109.000 dollari. C’è eccitazione nel mondo delle criptovalute, dato che la nuova amministrazione debutta all’insegna dell’apertura verso questo asset. E il mercato sembra evolversi così in fretta da far diventare realtà eventi che sembravano impossibili o altamente improbabili fino a qualche mese fa. E’ il caso dei prestiti garantiti dai Bitcoin, che debuttano adesso anche in Italia.

Prestiti garantiti da Bitcoin anche in Italia

Il senso del cambiamento che si respira non è esagerato.

A capo della Federal Reserve non c’è più Gery Gensler, bensì Paul Atkins, un sostenitore dei token digitali. Lo stesso Trump ha lanciato nelle scorse ore una sua meme coin con grande successo. Elon Musk, suo principale collaboratore, è da qualche anno un grande sostenitore di criptovalute come Dogecoin e Shiba Inu.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Tornando ai prestiti garantiti dai Bitcoin, si tratta di un’iniziativa portata avanti da Firefish, società nata solamente nel 2023 in Repubblica Ceca. Il referente italiano Marco Barulli ci ha spiegato in sintesi in cosa consista il business. La società non è un ente bancario, non presta denaro e non interviene nel processo di erogazione. Più semplicemente, si occupa di mettere in contatto domanda e offerta di prestiti.

Come funziona il modello peer-to-peer

Abbiamo da un lato persone bisognose di liquidità, vuoi per effettuare un piccolo investimento o per un acquisto o altro tipo di esigenza. Sono persone che spesso dispongono di criptovaluta, ma che non intendono rivenderla, altrimenti perderebbero l’opportunità di lucrare sui rialzi delle quotazioni. E poi ci sono coloro che hanno liquidità in eccesso e che vorrebbero prestarla dietro interesse. Il sistema dei prestiti garantiti da Bitcoin funziona secondo il modello “peer-to-peer”. Chi ha bisogno di denaro, si rivolge tramite Firefish a coloro che lo hanno.

In cambio, offrono loro la garanzia del token digitale posseduto.

L’erogazione avviene per un controvalore pari al 50% rispetto al valore di mercato attuale del token. Se un debitore possiede Bitcoin per 50.000 euro, potrà ottenere denaro fino a un importo di 25.000 euro. Questo sistema si rivela un’operazione “win-win” per le due parti. Chi riceve denaro, può ottenerlo a tassi relativamente vantaggiosi. Essi variano in media dal 7% al 13%. Chi lo presta, può farlo a tassi superiori dei rendimenti che otterrebbe investendo in asset alternativi e a pari grado di rischio. Dalla sua ha anche una forte garanzia. Nel caso in cui il debitore non ottemperasse ai pagamenti dovuti, egli potrà escutere il pegno sul Bitcoin per rivenderlo sul mercato e monetizzarlo. Il basso rapporto “loan to value” garantisce il creditore dalle ampie oscillazioni del mercato.

Custodia on-chain e tassi bassi

A proposito del pegno, il Bitcoin rimane sicuro in un sistema di custodia on-chain. Questo rappresenta una sicurezza per entrambe le parti. Il debitore non deve affidarsi alla custodia di terzi, mentre il creditore ha la garanzia che il Bitcoin in pegno non potrà essere rivenduto a terzi. Gli importi minimo richiesti partono dai 500 euro. La durata dei prestiti garantiti da Bitcoin è flessibile e varia anch’essa da un minimo di 3 a un massimo di 18 mesi.

Chi fissa il tasso di interesse? L’accordo tra le parti. Il debitore fa la richiesta e il creditore (o i creditori) offrono il denaro al tasso che vogliono. Il primo sceglierà il prestito che valuta più conveniente tra le varie offerte. Questo sistema di mercato avvicina le due parti, perché tra i potenziali creditori s’instaura una concorrenza che ne abbassa le pretese, altrimenti si rischia di essere scartati dall’altra parte in favore di un soggetto la cui richiesta è meno esosa.

Prestiti garantiti da Bitcoin, banche fiutano business

Barulli ci spiega che Firefish avrebbe intenzione di lanciare un prodotto dedicato agli investitori professionali come le banche. Questi non sono soliti frazionare i loro capitali in piccoli investimenti. L’idea sarebbe di consentire loro di finanziare per importi relativamente cospicui. Un avvicinamento tra criptovalute e mondo delle banche, che nelle ultime settimane si sta facendo sempre più evidente in Italia. E’ notizia di qualche giorno fa che Intesa Sanpaolo ha realizzato il primo acquisto di 11 Bitcoin, spendendo all’incirca 1 milione di euro. Un segnale che va nella direzione opposta alla policy dei gruppi bancari fino a pochissimo tempo fa.

La più nota Coinbase ha lanciato nei giorni scorsi un prodotto simile con suoi prestiti garantiti da Bitcoin. La differenza rispetto a Firefish risiede nel fatto che prevede una soluzione custodial, possibilmente creando qualche remora in coloro che volessero richiedere denaro. Un servizio simile è stato lanciato nei mesi scorsi da CheckSig, che ha chiuso il 2024 con masse in custodia per 120 milioni di euro (+275%).

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