”Collaboratori e testimoni di giustizia, estendere la normativa agli stranieri”

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L’audizione del procuratore di Prato: “I controlli doganali sono deboli, serve un sistema unico per l’Europa”

È durata oltre un’ora la corposa relazione che Luca Tescaroli, procuratore della Repubblica di Prato, ha presentato durante l’incontro in Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel suo intervento, Tescaroli ha fatto il punto su come, nel pratese, si sia sviluppato un vero e proprio sistema di imprese “apri e chiudi” per eludere il pagamento di tasse e contributi. Un autentico “sistema Prato”, in cui un numero crescente di imprese, attive soprattutto nel settore manifatturiero, avvia la propria attività per un periodo molto breve per poi chiudere e riaprire con un altro nome. Un sistema articolato che, secondo il procuratore, “implica una pluralità di danni al sistema economico del nostro Paese. Prato è un polo industriale di eccellenza e, sotto il profilo industriale manifatturiero, rappresenta anche un centro di avanguardia per l’intero continente”. Questo meccanismo, perpetrato perlopiù dalla criminalità organizzata cinese, “si basa sull’introduzione di materie prime nel nostro Paese in violazione delle imposte relative ai dazi doganali e al pagamento dell’IVA”. Le merci attraversano diversi porti, come quelli di Grecia e Slovenia, dove i controlli risultano insufficienti. “Successivamente, la merce viene fatta transitare in alcuni paesi europei, con una certa consistenza in Ungheria,” prima di arrivare in Italia, eludendo il pagamento delle imposte dovute. “Attraverso un meccanismo di fatture inesistenti – ha spiegato Tescaroli – si riesce ad attribuire il pagamento a società ‘fantasma’, il più delle volte di origine ungherese”. Questo genera un mercato illecito che mette in difficoltà le imprese regolari, rispettose delle regole. Inoltre, il sistema è in grado di produrre ingenti profitti, che vengono trasferiti all’estero attraverso circuiti bancari clandestini, capaci di offrire servizi molto simili a quelli delle banche tradizionali. 

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© Imagoeconomica

La realtà pratese – ha precisato Tescaroli – appare piuttosto complessa dal punto di vista criminale. Le indagini, infatti, oltre a evidenziare la presenza di organizzazioni criminali come quelle cinesi, albanesi e nigeriane, hanno rilevato in maniera significativa anche l’attività di gruppi italiani, quali Cosa nostra, Camorra e ’Ndrangheta. Per questo motivo, la Procura di Prato si è avvalsa anche della collaborazione di alcuni cittadini, inclusi membri della comunità cinese, che “hanno contribuito a individuare possibili iniziative per migliorare l’attuale apparato repressivo”. “Negli ultimi mesi – ha aggiunto – sono stati registrati diversi episodi che hanno permesso di scalfire il muro di omertà storicamente caratteristico della comunità cinese. Ci sono state significative collaborazioni da parte di cittadini cinesi, ma anche pachistani, risultati vittime di sfruttamento in diverse attività economiche. In seguito a queste collaborazioni, sono state attivate le iniziative di protezione previste dall’ordinamento.” – prosegue – “Un aspetto su cui si potrebbe riflettere, per ottenere ulteriori risultati, è considerare l’applicazione della normativa riguardante i collaboratori e i testimoni di giustizia, che negli ultimi quarant’anni si è rivelata particolarmente efficace sia nel contrasto alla criminalità organizzata sia al terrorismo, anche per i cittadini stranieri, oltre che per quelli italiani”. Questo, anche perché “la criminalità organizzata di oggi non è la stessa di quarant’anni fa”. Oggi, infatti, la criminalità organizzata è perfettamente in grado di creare e consolidare rapporti con altre organizzazioni criminali straniere, portando i propri interessi a ben altri livelli.
Resta comunque valido il lavoro svolto fino a questo momento. Tescaroli lo ha ribadito durante la sua audizione presso il Tribunale di Prato.

tribunale prato fi tday

Tribunale di Prato

Il patto “Lavoro Sicuro”, ad esempio, è stata “un’ottima iniziativa che ha portato alla creazione di un gruppo di ‘prevenzione e contrasto ai gravi fenomeni di sfruttamento lavorativo’, con un’aliquota investigativa composta inizialmente da cinque persone impegnate nel contrasto a questa tipologia di reati”. Tuttavia, questo gruppo si è ridotto a sole due persone. Per questo motivo Tescaroli ha chiesto al presidente della Regione Toscana di colmare il vuoto creatosi; una richiesta che dovrebbe trovare risposta “il 31 gennaio prossimo”. Del resto, la creazione di questo gruppo di lavoro congiunto con la Prefettura ha già prodotto risultati positivi: “Tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024 – ha ricordato Tescaroli – gli interventi effettuati dal gruppo hanno portato all’iscrizione di 885 nuovi procedimenti per violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Nell’anno precedente, erano stati 595. La maggior parte di questi procedimenti riguarda imprese cinesi”. Inoltre, il procuratore della Repubblica di Prato ha segnalato anche l’assenza di un sistema informatico unico capace di controllare e tracciare le merci in transito in Europa. “Questa mancanza consente di presentare dichiarazioni false sulla destinazione delle merci”. Mentre, un sistema simile permetterebbe di contrastare il fenomeno delle “imprese cartiera” e il meccanismo delle fatture inesistenti, che rendono difficile identificare i veri destinatari delle merci in transito. Tuttavia, oltre a migliorare i controlli doganali, il procuratore ha evidenziato la necessità di “armonizzare” i controlli sull’IVA e renderli uniformi nei vari Paesi dell’UE. “Se i controlli fossero uniformati – ha ribadito – sarebbe possibile eliminare le falle del sistema”. Infine, un’altra iniziativa che potrebbe rappresentare un valore aggiunto nel contrasto all’illegalità e alle pratiche illecite, anche da parte della criminalità organizzata, è la creazione di un albo di interpreti cinesi affidabili e indipendenti dalla realtà criminale. Tescaroli ha anche suggerito di reclutare nelle forze dell’ordine ispettori, assistenti e marescialli di origine cinese, per agevolare le attività investigative. 

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