Protagonismo nel piano Mattei, a fianco di BF. Partner industriale con Eni per la filiera dei biocarburanti in Africa. E possibili acquisizioni nel mirino in Est Europa, Uk, Spagna, Sud America. E poi, joint ventures con Cdp in Asia centrale e Caucaso. E tanto lavoro per rendere possibile l’allargamento Ue in Georgia e Armenia, realizzando un catasto e un sistema di gestione dei fondi all’agricoltura in linea con gli standard Ue: Roberto Mancini, amministratore delegato di Diagram Group, svela a ItaliaOggi numeri e strategie della società , a pochi giorni dal risiko societario che ha portato alla sua cessione.
Domanda. Di recente, il gruppo Diagram è stato oggetto di un’operazione straordinaria.
Risposta. Il 21 dicembre è stato siglato il signing (l’accordo preliminare di vendita, ndr) che prevede il passaggio di circa l’80% delle azioni da Nextalia, (il fondo private equity che la detiene dall’origine, da fine 2022) a Cassa Depositi e Prestiti e al fondo Trilantic Capital Partners. A questi si affianca il reinvestimento di BF Agricola, che rimarrà socio nel nuovo assetto azionario.
D. I ricavi registrati e attesi?
R. Il gruppo chiude il 2024 con circa 80 mln di euro di ricavi. Quelli attesi per il 2025 stanno prendendo forma nel budget. E raggiungono i 100 mln.
D. Le marginalità ?
R. In linea col settore agri-tech. In termini di Ebitda si muovono tra il 35 e il 40% dei ricavi, a seconda degli scenari in cui si opera.
D. Ambizioni per l’anno in corso?
R. Crescere attraverso lo sviluppo delle attività interne, più che mediante operazioni straordinarie. Verso marzo-aprile dovrebbe esserci il closing delle operazioni che portano al nuovo assetto, e che oggi sono all’attenzione di Antitrust europeo e Golden Power. Poi, costruiremo un piano di acquisizioni. Negli ultimi due anni le abbiamo fatte prevalentemente in Italia. D’ora in poi, si guarderà principalmente all’estero.
D. Nei fatti, Diagram diventa piattaforma di acquisizioni all’estero per Cdp, Trilantic e BF?
R. Esatto. Oggi, ci definiamo leader in Europa dell’agri-tech perché quando guardiamo al mercato di riferimento e a tutto il mondo del software a servizio della p.a. per l’agricoltura e la gestione di campo – inclusi sensoristica, analisi dei suoli e agricoltura di precisione – in Europa non esiste player che operi su tutti questi mercati e abbia ricavi per 80 mln. Siamo leader per completezza dei servizi, dimensione in termini di valore della produzione di business e perché già oggi abbiamo una presenza non solo domestica.
D. Come si compone l’azionariato e come si comporrà ?
R. Oggi l’80% circa è di Nextalia, il 20% circa di BF Agricola, più una piccola quota in capo al management. Dopo il closing, il 41,6% sarà in capo a Cdp equity, il 41,6% a Trilantic Europe, il 15% circa a BF, più una restante quota ai manager.
D. Dunque, BF diluisce la quota?
R. La lima passando dal 20 al 15%, ma reinveste su un valore molto più elevato, dunque conferma la sua volontà . La logica, specie quella di BF e Cdp equity, è di essere azionisti di lungo periodo. Trilantic, invece, ha dichiarato di avere un orizzonte di medio-lungo periodo nell’azionariato; non è un fondo speculativo, ma paneuropeo. Ha sede a Londra, agisce e ha uffici in tutta Europa. Vittorio Pignatti-Morano è il suo co-fondatore e presidente esecutivo. È noto alla business community italiana (è vicepresidente e membro del cda di Mediobanca, ndr).
D. Quali i mercati su cui andrete a lavorare in termini di M&A?
R. Oggi siamo all’estero in due modi. Con Abaco, una delle acquisizioni fatte negli ultimi due anni, abbiamo contratti storici in Inghilterra nella gestione dei software per l’erogazione dei contributi; siamo a Malta e abbiamo vinto due gare in Georgia e Armenia. Dunque, nei servizi alla pubblica amministrazione i mondi in cui andremo a operare sono Caucaso, Asia centrale, Europa dell’Est.
D. Perché non l’Europa occidentale?
R. La nostra leadership viene riconosciuta nei paesi che avvertono ora l’esigenza di introdurre sistemi evoluti per la gestione dell’agricoltura. E, in particolare, dei contributi. In Francia, Germania o Spagna l’ingresso è più complesso.
D. Vi state posizionando per aggredire il mercato della futura integrazione europea di questi paesi?
R. Sì, in prospettiva. Oggi il quadro è indistinto, ma le gare fatte, non ultima quella dell’Armenia, rispondono a requisiti in linea con gli standard Ue. Su tutta una serie di attività si muovono in coerenza con la volontà di avvicinarsi o integrarsi all’Ue. E noi siamo credibili perché lavoriamo da anni su questi temi. Esistono operatori locali che possono accedere a un sistema di relazioni locale, ma noi prevaliamo perché la volontà , anche politica, è di avvicinarsi all’Europa.
D. Mosca non si mette di mezzo?
R. Nel Caucaso fanno i passi che riescono a fare. E non hanno particolari ostacoli nel farli su determinati campi. Perché, comunque sia, per loro sarebbe giusto farli.
D. Che lavori sbrigherete?
R. Tutti i paesi hanno bisogno di sistemi di mappatura del mondo agricolo, per il catasto e la gestione dell’erogazione dei contributi all’agricoltura. In quei paesi c’è un’esigenza in più: li vogliono in coerenza con gli standard Ue. Un domani intendono essere pronti alle richieste dell’Unione europea.
D. E poi c’è il business della gestione dei dati.
R. Esatto, ma qui l’infrastruttura per gestirli non c’è o è parziale. Noi andiamo a costituire la piattaforma. Non facciamo solo consulenze.
D. Usate i satelliti?
R. Le immagini di Sentinel: sono gratuite e con risoluzione a 10 metri. Le stiamo già utilizzando per la p.a. italiana, per il Masaf. Sono utili per indirizzare le politiche di sostenibilità . Mappiamo il suolo e con i nostri modelli e l’intelligenza artificiale ricaviamo una serie di informazioni che restituiamo sotto forma di indicatori.
D. Sostenibilità ?
R. L’agricoltura è legata a doppio filo col tema della sostenibilità : il terreno assorbe e rilascia carbonio organico. Riuscire a mappare con precisione il contenuto di carbonio organico e il relativo saldo netto significa consentire a ogni p.a. di indirizzare le sue politiche di sostenibilità , verificarne gli effetti, monitorarne l’avanzamento. Mappiamo anche azoto e metalli pesanti. Nel privato, invece, la stessa tecnologia è funzionale a precision farming, pratiche agronomiche di zolla in zolla per identificarne le esigenze in termini di acqua, concime, fertilizzazione. Così riduciamo l’uso di input produttivi e l’impatto ambientale, generiamo un risparmio di costi, aumentiamo produttività e ricavi.
D. Farete acquisizioni societarie in quei paesi?
R. La logica è di espansione progressiva con lo stesso modello che abbiamo utilizzato oggi. Sono possibili partnership locali da inserire nei Raggruppamenti temporanei di imprese, per ragioni di opportunità e competenze. Parteciperemo a una gara in Serbia. Nonostante sia meno allineata all’Occidente, Belgrado ha lanciato una gara con fondi europei su piattaforme di gestione software IACS. Farò parte della missione governativa che il 31 gennaio andrà in Serbia. Ci candidiamo, senza prevedere necessariamente acquisizioni in loco.
D. Altre presenze all’estero?
R. Siamo in Africa come partner industriale a fianco di BF per il piano Mattei. E e a fianco di BF ed Eni per il tema della transizione ecologica di Eni, in particolare i biocarburanti. Forniamo competenza agronomica, piattaforme software per la gestione del campo, dei conferimenti e della filiera, mappatura dei suoli per la scelta dei terreni e utilizzo dell’agricoltura di precisione e sensoristica sul terreno. A tutto ciò, BF aggiunge competenza agronomica e un ecosistema di macchine agricole, irrigazione, sementi; il tutto attraverso le sue controllate o partner.
D. In quali paesi africani state operando?
R. Con BF in Algeria, Ghana e Senegal. Con Eni in Kenya, Costa d’Avorio, Congo. In Egitto è in atto un negoziato, che dovrebbe concludersi nel primo quadrimestre del 2025.
D. Avete accordi con le banche?
R. Con Intesa e Crédit Agricole, per mappare i terreni delle imprese a fini creditizi, cosa che per Intesa si estende anche alla filiera. Lavoriamo pure sul versante polizze agricole. Con le nostre piattaforme possiamo verificare dove si è abbattuto un evento climatico, come un’alluvione, e i danni stimati sulle colture. Siamo in grado di intercettare meglio i rischi, analizzando le aree e i fenomeni erosivi.
D. Intesa è socio di Nextalia sgr. Entrerà nel nuovo assetto?
R. No, non ci saranno banche.
D. Insomma, alla fine dove potreste fare shopping societario?
R. In Bulgaria, Romania, ex Jugoslavia, Grecia e Polonia, dove c’è una presenza molto importante di Inalca di cui siamo partner per software e sensoristica. Altra area d’interesse è il Regno Unito dove siamo presenti al servizio della p.a. con Abaco. Abbiamo firmato un accordo con McCain Foods, il colosso canadese delle patate che ha un ramo importante in Uk. Ultima area d’interesse è la Spagna: è più avanti nel mondo agri-tech ed è ponte per il Sud America.
D. E in Asia centrale?
R. Come nel Caucaso, anche lì lavoriamo con la p.a., ma con logica non acquisitiva. In futuro non è escluso che con Cdp, presente nel quadrante, si lavori alla costituzione di joint ventures per il mercato privato.
D. Torniamo in Italia. Il quaderno digitale di campagna è un obbligo, ma le imprese lo vedono come un onere senza ritorno.
R. È un passaggio chiave per la digitalizzazione dell’agricoltura; ha lo stesso impatto della fatturazione elettronica. Consente di recuperare dati e dà una precisione che oggi non c’è. L’onere ricadrà principalmente sui Caa, perché il quaderno di campagna alla fine è un obbligo che le imprese già sostengono, altrimenti non prendono i contributi. Con Coldiretti stiamo lavorando a un brogliaccio da distribuire agli agricoltori, affinché abbiano in modo semplicissimo un quaderno digitale di campagna. Col nostro aiuto i Caa sistematizzeranno i dati e li invieranno ad Agea. Operazione in cui siamo avvantaggiati; con Abaco gestiamo già il fascicolo aziendale e Coldiretti con Agronica da vent’anni sviluppa il quaderno di campagna.
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