«Ai nostri impiegati buste paga gonfiate»

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Buste paga gonfiate, somme non dovute che sarebbero state percepite indebitamente nel corso di almeno dieci anni. Un buco che si aggira intorno ai tre milioni di euro, su cui oggi si registra una mossa strategica da parte del Consiglio dell’ordine degli avvocati.

In sintesi, l’Ente di Piazza Cenni chiede ai suoi dipendenti amministrativi di restituire le somme percepite nel corso degli anni, somme che – alla luce dell’inchiesta contabili – non avevano alcuna ragione d’essere. Palazzo di giustizia di Napoli, una svolta più unica che rara quella deliberata dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati, sotto la guida (da meno di un anno) del presidente Carmine Foreste.

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Il retroscena 

Obiettivo trasparenza, la svolta è arrivata con un provvedimento del Consiglio dell’Ordine degli avvocati. In sedici dovranno restituire soldi incassati ingiustamente. Ma c’è una premessa da cui conviene partire. Decisiva in questa storia l’inchiesta della Procura della Corte dei Conti del presidente Antonio Giuseppone, sulla scorta del lavoro del pm Davide Vitale. Ricordate l’antefatto? Nel 2022 lo scandalo del buco finanziario nelle casse del Consiglio, fatto di rilevanza pubblica.

Al lavoro i finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria, l’attenzione si è concentrata su statini e buste paga di 16 dipendenti e su un clima di controlli eccessivamente soft da parte delle società incaricate dall’Ente del compito di revisionare ogni anno il Bilancio del Consiglio dell’ordine. Sotto osservazione gli stipendi ricevuti negli ultimi dieci anni. Ma restiamo alla delibera del Consiglio. La posizione più grave è quella dell’ex responsabile amministrativo, licenziato all’indomani dello scandalo scoppiato nel 2022. È lui il personaggio chiave di questa ricostruzione.

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Dovrà restituire all’Ente qualcosa come 677.946,61 euro. Si legge nella delibera: «Avrebbe fornito o avallato i dati economici inseriti nelle buste relativi alla parte variabile della retribuzione dovuta per ciascun dipendente (e per se stesso) in ragione delle quali i dipendenti medesimi hanno percepito indebite erogazioni da parte del Coa». In sintesi, avrebbe caricato in busta paga propria e in quelle dei propri colleghi voci oggi ritenute non dovute. Ne abbiamo parlato a più riprese su questo giornale. È il capitolo straordinari: diversi dipendenti sarebbero risultati al lavoro durante le ore notturne di giorni festivi. Una vicenda che è ancora al vaglio della Procura della Corte di Conti, ma anche della Procura di Napoli, alla luce delle indagini per peculato condotte dal pm Danilo De Simone.

In attesa, di sviluppi arriva ora la svolta amministrativa, con una precisa strategia di rientro, grazie alle conclusioni del nuovo consulente del lavoro Fabio Iasevoli, nominato lo scorso aprile dai vertici del Consiglio dell’ordine guidato dall’avvocato Carmine Foreste. Sono emerse delle anomalie, delle «divergenze tra quanto liquidato e quanto effettivamente dovuto a ogni singolo lavoratore».

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Oltre all’ex direttore, ci sono dipendenti che dovranno restituire somme di 335mila euro, di 200mila euro, fino a un minimo di 31mila euro (c’è anche una dipendente che dovrà risarcire l’Ordine per soli 308, 95 euro). Difeso dal penalista napoletano Luigi Sena, l’ex direttore amministrativo ha sempre rivendicato la correttezza della propria condotta, dicendosi pronto a replicare alle accuse in tutte le sedi.

I colleghi

Ma continuiamo ad approfondire la svolta di questo nuovo corso consiliare. Verifiche e contestazioni sono state inoltrate anche nei confronti di società di controllo e di consulenti finanziari per «grave inadempimento contattuale», per non aver verificato le presunte anomalie. Tocca al presidente del Consiglio dell’Ordine Forense a ribadire un concetto: «Il lavoro fatto in questi mesi non ha alcun obiettivo di criminalizzare i dipendenti coinvolti, ma punta a garantire massima trasparenza nella gestione dell’Ente».

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Contattato dal Mattino, il rappresentante sindacale dei dipendenti coinvolti ribadisce la necessità di non anticipare profili di colpevolezza nei confronti dei soggetti destinatari in queste ore delle richieste di indennizzo da parte dei vertici dell’Ente di piazza Cenni. Al centro della vicenda le ore di lavoro nei giorni di elezione e di rinnovo del consiglio dell’Ordine, che spesso si sono protratte nei giorni festivi e finanche nelle ore notturne. Materia controversa su cui, al netto dell’operazione di recupero di queste ore, merita approfondimenti in sede penale e contabile.





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