Tav, demolizioni tra pochi mesi. Negozianti in allerta per il metrobus

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Vicenza

I commercianti temono di perdere parcheggi e di risentire dei lavori. A San Felice preoccupa il Brt: «Devastante»

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A San Felice cresce il timore per il taglio dei parcheggi necessario per far passare il metrobus nelle due direzioni di marcia (COLORFOTO)




A San Felice cresce il timore per il taglio dei parcheggi necessario per far passare il metrobus nelle due direzioni di marcia (COLORFOTO)



A San Felice cresce il timore per il taglio dei parcheggi necessario per far passare il metrobus nelle due direzioni di marcia (COLORFOTO)

Si è parlato di Tav, ma anche di Brt, o metrobus che dir si voglia, l’altra sera nella sede di Ascom. In sala i commercianti delle zone più interessate dai lavori, che non hanno nascosto la loro preoccupazione. La serata è stata introdotta dal presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo e dal sindaco Giacomo Possamai, mentre poi la parola è passata al consigliere comunale delegato alla Tav Angelo Tonello, che ha spiegato il progetto “Attraversamento Vicenza” e le modifiche apportate nell’ultimo anno. Al tavolo anche i due tecnici di Iricav Due, Paolo Fanello e Francesco Pavanello. Ma è stato al momento delle domande che è emerso l’allarme che sta crescendo tra i commercianti. Durata dei cantieri e tagli ai parcheggi i nodi che più stanno generando tensione tra i titolari delle attività economiche di vicinato, che temono di essere danneggiate dai lavori e dalle modifiche alla viabilità e che ora attendono risposte puntuali dal Comune. 

Tav e demolizioni

Anche perché la questione inizia a entrare nel vivo, dato che, come emerso durante la serata, Iricav Due, general contractor che ha in capo la progettazione e la realizzazione della linea alta velocità-alta capacità, punta a iniziare le opere di demolizione dirette (ossia la parte in capo direttamente a Iricav Due e non soggetta ad appalto) «tra la primavera e l’inizio dell’estate», come spiegato dall’ing. Fanello. Demolizioni che sono concentrate in particolare nella zona di S. Lazzaro. Lo spauracchio resta poi sempre Ponte Alto, che sarà chiuso però solo dopo che saranno stati aperti i tre “varchi” alternativi, ossia Olmo, Arsenale e Oreficeria, come ribadito da Tonello. Sui tempi, qui, date certe non ce ne sono. Da cronoprogramma iniziale l’abbattimento era previsto nell’estate del 2026, ma considerando che l’avvio dei lavori per i varchi ha già accumulato diversi mesi di ritardo, è inevitabile che slitti anche l’intervento di Ponte Alto. Difficile dunque che il cavalcavia vada giù prima del 2027. 

Nodo metrobus

Il tema più caldo però è quello del Brt (i bus elettrici a ricarica rapida), che dovrebbe diventare operativo nel 2028; una di quelle “rivoluzioni” di cui si parla da anni, ma che ora sta arrivando al dunque. Con annesse preoccupazioni. I primi interventi per realizzare la linea Rossa (Lam Rossa) – opera compensativa della Tav che si svilupperà dalla Fiera a via Zamenhof – inizieranno probabilmente in autunno e si svilupperanno in modo progressivo lungo il tracciato. Cantieri che, dalle parole dei tecnici di Iricav e del consigliere Tonello, non dovrebbero avere impatti particolari, dato che si parla di bus con ricarica rapida in 5 delle 17 fermate previste, senza rotaie e senza fili; dunque un’infrastruttura relativamente semplice da realizzare. 

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San Felice e la preoccupazione dei negozianti

Ma è il dopo che pesa. Come noto, il Brt viaggerà in parte su corsia propria e dove non c’è spazio su sede promiscua. Tra le zone interessate dalla corsia propria c’è anche parte di corso San Felice, nel tratto tra piazzale De Gasperi e viale Milano. Ed è da lì che i timori si levano più forti, perché per consentire il passaggio nei due sensi di marcia dei bus-Brt, i parcheggi lungo la strada spariranno. Tra l’altro, la rimozione di parte dei parcheggi rientra già nel progetto di riqualificazione di piazzale De Gasperi studiato dalla precedente amministrazione, messo in stand-by dall’attuale amministrazione e ora tornato in pista, con avvio dei lavori previsto in estate. Solo che, a quanto pare, non tutti gli scogli sono stati superati. A partire dal recupero dei parcheggi cancellati. 

A riassumere le preoccupazioni dei colleghi ci pensa Massimo Colombara, dell’omonima gastronomia in corso San Felice, che ha parlato di un «cambiamento probabilmente devastate e impattante». E ha aggiunto: «Le soluzioni non ci sono state date e chiediamo un incontro con l’amministrazione. I parcheggi sono già saturi, la corsia preferenziale taglierà l’accesso alle attività, molte delle quali hanno accessi “mordi e fuggi” e c’è il problema dello scarico merci. Perché passare di lì quando c’è viale Milano a disposizione? Perché sconvolgere un’area commerciale storica?». Timore, quello della perdita dei parcheggi, sollevato anche da alcune attività di viale San Lazzaro. Assieme alla richiesta, condivisa, di un confronto con l’assessore alla mobilità Cristiano Spiller. 

Ascom: «Il commercio richiede passaggio e sosta»

Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenza, raccoglie e fa proprie le preoccupazioni dei commercianti sull’impatto della realizzazione della linea Brt. «Dai nostri studi – ha evidenziato – è emerso che per alcuni esercizi il loro lavoro dipende dal 50 al 90% dal passaggio dei veicoli, che deve essere accompagnato anche dalla possibilità di sosta, che deve essere a 20 metri piuttosto che a 50. Sul Brt dovremo dunque ragionare perché sarà un intervento ancora più impattante dal punto di vista pratico della Tav. E questo ci preoccupa». 

 





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