L’AQUILA – Risanamento dell’esistente e programmazione per dare risposte concrete alle sfide che la crisi climatica impone e per ricostruire un rapporto di fiducia tra consorzi e contribuenza dopo lunghi periodi di commissariamento. È un messaggio chiaro quello che Anbi Abruzzo, l’associazione che riunisce i cinque Consorzi di bonifica regionali, consegna ad istituzioni e stakeholder: “Sediamoci allo stesso tavolo, perché solo con azioni comuni, progetti integrati e più risorse capaci di garantire da un lato una manutenzione sistematica di reti (spesso vetuste) e dall’altro investimenti su tecnologie innovative, potremo da proteggere i territori, sotto l’aspetto ambientale ed economico, espletare pienamente il ruolo di sussidiarietà che siamo chiamati a svolgere dalla legge e salvaguardare la risorsa idrica”. Di centralità dell’acqua e della necessità di una governance istituzionale unica che lavori per fronteggiare, in primis, la mancanza di disponibilità idrica, hanno parlato oggi, 21 gennaio, a L’Aquila, a Palazzo dell’Emiciclo, Enisio Tocco ed Abramo Bonaldi, presidente e direttore di ANBI Abruzzo, illustrando le sfide che attendono i Consorzi di bonifica regionali a partire dall’efficientamento dei sistemi irrigui esistenti.
“Nel settore idrico e della gestione idrogeologica del territorio dobbiamo lavorare con una visione di medio-lungo termine con piani straordinari di investimenti infrastrutturali e lo stanziamento di adeguate risorse pubbliche – ha detto il presidente Enisio Tocco – ed oggi attraverso la stampa, come stanno facendo tutte le ANBI regionali, lungo la Penisola, vogliamo affidare un messaggio di consapevolezza all’opinione pubblica abruzzese. Guardando al Paese, l’Italia pare essersi adattata a vivere in bilico tra un’emergenza e quella successiva. Lo dimostrano i dati dell’ultimo decennio della spesa pubblica per risarcire i danni provocati da alluvioni, frane e siccità (oltre 20 miliardi di euro) rispetto a quella (poco più di 2 miliardi di euro) impegnata per la prevenzione attraverso azioni di adattamento e mitigazione del rischio idrogeologico. Che fare, dunque?”.
“Nell’ultimo decennio, gli investimenti complessivi realizzati e in corso di ultimazione sull’intero territorio regionale hanno riguardato in particolare la manutenzione degli invasi per 33 milioni di euro e la realizzazione di nuovi impianti di irrigazione circa 14 milioni – ha ricordato Abramo Bonaldi, direttore di ANBI ABRUZZO –. Una fetta cospicua di risorse, pari a circa 40 milioni, ha poi interessato la manutenzione straordinaria, come la sistemazione di impianti irrigui, condotte e valvole, la sostituzione delle pompe, l’installazione gruppi di consegna con contatore e circa 1,5 milioni sono stati utilizzati per la manutenzione dei canali ed altri interventi di difesa del suolo. Per il futuro – ha aggiunto Bonaldi – ammontano a oltre 107 milioni i nuovi investimenti da attuare a partire dal 2025. Si tratta di utili opere di manutenzione straordinaria e di efficientamento che miglioreranno il servizio e permetteranno un risparmio della risorsa irrigua. Stiamo introducendo servizi, come Irriframe, che supportano gli agricoltori nella corretta gestione dell’irrigazione, e permettono di risparmiare l’acqua e migliorare le rese agricole. Inoltre, puntiamo a valorizzare i prodotti del territorio con la certificazione “Goccia Verde”, che garantisce l’uso sostenibile delle risorse idriche e aumenta la fiducia dei consumatori verso i prodotti certificati”.
Tra i nuovi investimenti da avviare a partire dal 2025, si annotano: l’entrata in esercizio dell’acquedotto duale che sarà in grado di servire grandi aree urbane con acqua alternativa a quella potabile, l’ammodernamento degli impianti e l’interconnessione tra sistemi irrigui principali (bacino Pescara e bacino Tavo Saline). Molti altri sono i progetti inseriti nella programmazione nazionale e regionale, in attesa di finanziamento.
“Dobbiamo uscire dalla logica emergenziale e lavorare insieme, Consorzi di bonifica ed istituzioni, – ha detto ancora il presidente Tocco – agendo su alcune direttrici principali: manutenzione; infrastrutturazione; innovazione. In Abruzzo occorre una pianificazione integrata per efficientare la rete di distribuzione idraulica perché c’è troppa disparità fra servizio offerto e costi di contribuenza; realizzare nuovi bacini e potenziare quelli esistenti; ammodernare le reti di distribuzione, grazie anche alle innovazioni tecnologiche, a partire dal telecontrollo, con l’obiettivo di ridurre le perdite e diminuire il rischio idrogeologico. Si deve anche ragionare sul tema del potenziamento della capacità di riserva e realizzare una rete diffusa di nuovi bacini idrici ecosostenibili per l’accumulo delle risorse pluviometriche, che permettono la ricarica delle falde profonde e un utilizzo irriguo e polifunzionale al momento del bisogno (potabile, dopo trattamento; energetico; ambientale; di laminazione delle piene alluvionali; di soccorso nell’antincendio; ecc.). Le nuove sfide che il cambiamento climatico impone non possono che passare che dal lavoro dei Consorzi di bonifica, enti pubblici economici di autogoverno, in grado di programmare, progettare, realizzare e gestire opere infrastrutturali per la sicurezza idrogeologica del territorio e per la fornitura di acqua al sistema socioeconomico e alle imprese agricole. Oggi, ancor più che nel passato, i Consorzi sono determinanti per la gestione di attività collettive di area vasta che non può più prescindere da azioni integrate e preventive e da un governo sostenibile del territorio”.
Presenti alla conferenza stampa cui hanno partecipato, con il presidente e il direttore ANBI Abruzzo Tocco e Bonaldi, i presidenti dei cinque consorzi di bonifica abruzzesi (Nicolino Torricella-Consorzio di Bonifica Sud, Giancarlo Annibale Di Pasquale-Consorzio di Bonifica Ovest, Roberto Battaglia-Consorzio di Bonifica Nord e Maurizio Monaco-Consorzio di Bonifica Interno e lo stesso Tocco per il Consorzio di Bonifica Centro), erano presenti il presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri, l’assessore alle Politiche Agricole Emanuele Imprudente, i consiglieri regionali Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli, Leonardo D’Addazio, il presidente della Cia Chieti-Pescara Domenico Bomba, il direttore Coldiretti Abruzzo Marino Pilati, il condirettore di Confagricoltura Abruzzo Camillo Colangelo e il delegato di Anci Abruzzo, sindaco di San Demetrio ne’ Vestini Antonio Di Bartolomeo.
Il sistema consortile abruzzese opera su 738.293 ettari di comprensorio, una superficie servita da opere di scolo per 28.360 ettari di cui 26110, a scolo naturale e 2.250 a scolo meccanico o misto. Si estende per 70.080 ettari la superficie irrigabile, mentre ditte consorziate, su base regionale, sono 246.668 di cui 177.573 agricole e 69.095 extra agricole. Va ricordato che, secondo un rapporto Censis, negli ultimi 40 anni il 30% dei danni causati da eventi estremi alle imprese dell’Unione Europea si è verificato in Italia, dove un quarto delle aziende opera in aree a rischio di frane e alluvioni. Inoltre, negli ultimi due anni, il costo complessivo dei danni diretti e indiretti legati all’estremizzazione del clima ha superato i 30 miliardi di euro per l’agricoltura e l’intera filiera agroalimentare italiana, con impatti economici destinati a protrarsi nel tempo. La siccità ha avuto un impatto notevole, con perdite stimate in 13 miliardi di euro tra l’autunno 2021 e l’estate 2023. Questo dato, che rappresenta circa il 10% del Prodotto Interno Lordo generato dal settore agricolo, è il risultato di rese produttive ridotte, mancata produzione e un aumento dei costi energetici.
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