«Ho paura che quelle foto ora circolino in rete»

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Le immagini esplicite con sopra il suo volto, non le ha viste. Ma nonostante questo, per Laura (nome di fantasia) andare a scuola è diventato sempre più difficile. Da quando uno dei suoi compagni di liceo ha creato dei fotomontaggi con i corpi nudi di alcune donne e, sopra, il suo viso e quello di altre tre studentesse del liceo scientifico che frequenta. Il Newton di viale Manzoni. «Mi è caduto il mondo addosso – ha raccontato – e adesso ho paura che quelle immagini possano circolare in rete».

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Il caso è scoppiato lunedì, quando per lo studente autore dei fotomontaggi è scattata la sospensione di 15 giorni. Ma i fatti si riferiscono a inizio dicembre. È in quel momento che la studentessa viene messa al corrente dell’esistenza delle foto, che sarebbero state realizzate però almeno un paio di settimane prima tramite l’app Telegram e mostrate poi ad altri studenti. Un ragazzo, però, trova il coraggio di comunicarlo alle vittime: quattro studentesse e una docente. Grazie alla professoressa, la vicenda arriva alla dirigente scolastica, che riunisce subito il consiglio di Istituto. La sanzione disciplinare stabilita per lo studente è una sospensione per 15 giorni. La misura più dura che potesse prendere la scuola. Ma per gli studenti del liceo (e per le vittime della vicenda) non è abbastanza.

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LE CONSEGUENZE

Per Laura, infatti, «andare ogni giorno a scuola dopo quello che è successo è molto difficile – racconta – Solo al rientro dalle vacanze di Natale ho capito il disagio che stavo provando». Ora per lei l’unico desiderio è «finire l’anno serenamente», l’ultimo nel liceo di viale Manzoni. Possibilmente, senza vedere in volto il ragazzo che ha utilizzato le sue foto per realizzare le immagini esplicite. Ma allo scadere dei 15 giorni, e quindi ai primi di febbraio, lo studente tornerà tra i corridoi della scuola. Tra lo sconcerto e l’indignazione dei compagni del collettivo e del giornalino scolastico “La mela avvelenata del Newton”. Per gli alunni, così come per le studentesse vittime dei fotomontaggi, «il ragazzo non è benvenuto». Ora gli studenti si stanno mobilitando per invitarlo a cambiare scuola. Uno scenario che la presidenza non può né imporre né decidere arbitrariamente. «Ma se così non dovesse essere, di certo non sarà facile incrociarlo nei corridoi – continua Laura – siamo molto deluse dall’atteggiamento di questa persona, e soprattutto molto preoccupate». Perché le immagini, inviate su un bot di Telegram, rischiano di circolare sul deep web. E, quindi, la paura delle quattro studentesse è che possano continuare a circolare. La ragazza conosceva lo studente solo di vista, non c’era quindi nessun particolare motivo che ha portato lo studente a compiere un gesto simile. «Pura goliardia – spiega Laura – penso che l’unico scopo fosse quello derisorio».

LA SOLIDARIETÀ

Ma se da un lato c’è la difficoltà di affrontare le conseguenze del trauma, dall’altro, c’è la solidarietà. Soprattutto tra le quattro studentesse. «Abbiamo agito sempre insieme», dice Laura. Ma anche quella del collettivo e dell’intera scuola. Che oggi ha tappezzato i muri dell’istituto con un messaggio in cui gli studenti accusano la scuola di omertà e si schierano dalla parte delle vittime: «Non siete sole». «Abbiamo la sensazione che sia stato tutelato più lo studente, che le vittime – dicono gli studenti del collettivo – Abbiamo avuto massima solidarietà dai docenti, ma la scuola poteva fare di più».

La dirigente scolastica Cinzia Giacomobono fa sapere, però, che «la scuola ha cercato fin dall’inizio di essere a fianco di tutti i protagonisti di questa scuola e fare il possibile per le sue possibilità». Da parte del liceo, quindi, la serietà nell’affrontare la delicata situazione per le studentesse e la docente vittime dei fotomontaggi, si è accompagnata anche all’esigenza di tutelare anche i diritti dello studente autore delle immagini. La preside, però, mantiene il riserbo su altri dettagli. «Capisco la protesta studentesca, ma la vicenda è molto delicata».

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