No secco del Ministero della Cultura all’eolico –

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Lo scorso 10 gennaio si è finalmente espresso il Ministero della Cultura sul progetto per la realizzazione del parco eolico sul monte Giarolo composto da 20 aerogeneratori di altezza superiore ai 200 metri proposto dalla società 15 Più Energia srl. Il documento è molto critico sul progetto e prevede una lunga serie di richieste di integrazioni e di nuova documentazione, il che fa ritenere che il pericolo del parco sia almeno posticipato di molti mesi. La sovrintendenza alle belle arti per le province di Alessandria, Asti e Cuneo ha richiesto un “approfondimento dell’analisi di compatibilità alla normativa vigente dell’impianto” e la “verifica puntale di coerenza del progetto da svolgersi in forma comparativa, sistematica e tabellare”.

Sono state richieste anche integrazioni con la rappresentazione fotografica dello stato attuale relativamente all’area di intervento “in particolare i percorsi panoramici (case vecchie – Colonia Principe a Fabbrica Curone; Case vecchie – Ca’ dei Marghè a Fabbrica Curone; Montacuto – Borgo Adorno – Pallavicino a Cantalupo Ligure; strada che dal capoluogo Albera Ligure conduce a Figino e a Volpara-Pian della Chiesa)” per i quali si richiede una valutazione più sistematica con immagini comparate e fotosimulazioni. Richiesta anche integrazione della “documentazione archeologica preliminare” che risulta “non completa”. Occorre inoltre estendere l’analisi dei dati archeologici e la stima del rischio archeologico alle “vaste aree di cantiere o campo base nonché alle aree di stoccaggio manufatti” interessando anche comuni come Brignano Frascata e Momperone. Viene pure richiesta la “ricognizione archeologica puntuale di tutte le aree di intervento, tale indagine preliminare che costituisce uno strumento imprescindibile ai fini di una corretta valutazione del potenziale archeologico, non è stata eseguita per avverse condizioni metereologiche e per il perdurante innevamento” (!). Dovrà pure essere chiarito “e motivatamente argomentato se l’intervento generi o meno detrimento della qualità paesaggistica”. Un altro passaggio inoltre è quello relativo alla “fascia di rispetto dei 50 metri per parte rispetto alle vette e dai sistemi di crinali”. Il documento del Ministero ricorda che “entro tali aree è consentita esclusivamente la realizzazione dei tracciati viari per la realizzazione degli impianti” che al termine dei lavori è previsto “il ripristino integrale dei luoghi”. Il ministero quindi richiede una “tavola di sovrapposizione del perimetro delle piazzole rispetto a tale fascia e integrazione progettuale circa la modificazione localizzata delle medesime aree ove ricadenti, nella soluzione progettuale proposta, entro la fascia dei 50 metri”. Viene pure richiamato il vincolo che prevede che gli interventi che comportino la trasformazione delle superfici boscate devono “privilegiare soluzioni che consentano un basso impatto visivo sull’immagine complessiva del paesaggio e la conservazione dei valori storico culturali ed estetico percettivi del contesto”. Sul documento si legge pure: “pur prendendo atto dell’effettuazione dell’analisi delle alternative sia sotto il profilo dimensionale, che cromatico, che localizzativo di carattere generale, si ritiene utile che ulteriori approfondimenti sotto tale punto di vista, in particolare sotto il profilo distributivo e localizzativo, siano operati in forma puntuale e in esito alle analisi qui rammentate, soprattutto qualora si siano accertate, dalle analisi di intervisibilità operate secondo parametri richiesti, specifiche situazioni di detrazione visiva, di diminuzione della qualità paesaggistica dell’ambito, o ancora di prevaricazione dell’intervento rispetto ai caratteri consolidati del paesaggio. Tali alternative, da illustrare anche in forma tabellare, dovranno essere relative alla tipologia e alle eventuali migliorie posizionamento/ raggruppamento/distanziamento del/degli aerogeneratori. Si rileva la mancata analisi delle alternative in relazione alla tipologia strutturale, morfologico-materica e al posizionamento delle opere a corredo e di pertinenza (quali la stazione elettrica, le modalità di allargamento delle strade e di esecuzione delle piattaforme delle piazzole), che dovranno essere approfondite”. Vengono poi fortemente criticate alcune documentazioni circa l’impatto visivo richiedendo di focalizzare “l’attenzione in via particolare sugli aspetti di sovrapposizione visiva tra impianto e beni tutelati nonché gli aspetti di apprezzabilità dell’impianto in se stesso rispetto ai punti recettori” previsti da un decreto ministeriale del 1985. Viene quindi chiesto alla società di proporre modifiche da apportare al progetto al “fine di contenere l’impatto al di sotto delle soglie di tollerabilità rilevate”. Viene infine preso in considerazione il problema relativo alla “trasformazione temporanea della viabilità” per il quale si richiede approfondimenti vari soprattutto in tema di ripristino. Insomma un lungo documento di 16 pagine molto critico. Speriamo bene. 





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