BEINASCO – Anche Legambiente contro un nuovo inceneritore. I dati, secondo gli ambientalisti, dimostrano che un nuovo inceneritore a servizio della Regione non รจ necessario. Dopo le autocandidature di Torino, Asti e Ghemme per ospitare lโimpianto (nel caso di Torino si tratterebbe della costruzione di una nuova linea dellโinceneritore del Gerbido; negli altri due di un impianto completamente nuovo), la palla รจ allโAutoritร Rifiuti Piemonte che dovrร individuare la sede piรน idonea. Il termovalorizzatore si trova al Gerbido, sotto il Comune di Torino, al confine con i Comuni di Beinasco, Grugliasco, Orbassano, Rivalta e Rivoli.
ยซParlare nel 2025 di nuovi inceneritori in una Regione che solo nel 2021 ha centrato gli obiettivi fissati per il 2012 ci sembra paradossale โ dichiara Alice De Marco, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle dโAosta โ In una Regione che, come dimostrato dai dati, non ha mai voluto investire sulla riduzione, sul riuso, sulla raccolta differenziata e sul riciclo, fare investimenti sullo smaltimento รจ il segnale chiaro del fatto che si stia ancora ragionando esclusivamente in ottica lineare, piรน che abbracciare la filosofia dellโEconomia Circolare richiesta dalla UE. Un eventuale nuovo impianto sarร una zavorra pesantissima allo sviluppo di una gestione dei rifiuti sostenibile realmente circolare, basata su modalitร di raccolta efficaci ed efficienti, su una tassazione equa (tariffazione puntuale) e sulla massimizzazione del riciclo. Inoltre il fatto che i giornali (evidentemente imbeccati in tal senso) diano giร per deciso lโampliamento dellโinceneritore del Gerbido mentre รจ in corso la valutazione da parte dellโAutoritร Rifiuti Piemonte ci sembra una grave mancanza di rispetto per i processi democratici e tecnici e, in ultimo, per lโAutoritร stessa. Infine un dato economico: quanto peserร sulle spalle dei cittadini questo impianto? Si prospetta unโassenza di Fondi Europei (il principio del โDo No Significant Harmโ (DNSH), prevede che gli investimenti finanziati non arrechino danni significativi allโambiente, escludendo dai finanziamenti discariche e inceneritori); unโassenza di quei certificati verdi che rappresentano una sostanziosa quota degli utili prodotti dallโimpianto torinese; lโapplicazione anche dal 2026 del Emission Trading Scheme agli inceneritori, che potrebbe portare un aggravio a partire da 80โฌ per tonnellata di CO2 prodotta. Chi garantisce la sostenibilitร economica, chi pagherร lโeventuale salatissimo conto?ยป.
I dati del Prubai presentano dati chiari: un nuovo inceneritore in Piemonte non serve. ยซIl Prubai, che abbiamo fortemente criticato per la sua timidezza in fatto di riduzione e riuso, fissa al 2035 obiettivi molto chiari: 2.000.000 di tonnellate di RSU prodotte allโanno, 82% di raccolta differenziata a livello regionale con un 18,5% di scarti. โ dichiara Sergio Capelli, Direttore di Legambiente Piemonte e Valle dโAosta โ Solo 2 dei 4 scenari ipotizzati dal Piano (Scenari A e B) prevedono un impianto di incenerimento. Nel primo caso, che punta ad una massimizzazione dellโincenerimento, risulta un deficit di potenzialitร di smaltimento pari a poco piรน di 50.000 tonnellate allโanno. Nel secondo scenario, nel quale la Provincia di Cuneo continua a conferire presso gli impianti di TMB (Trattamento Meccanico Biologico) presenti sul territorio con produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario), siamo di fronte ad un sovradimensionamento della capacitร di smaltimento regionale giร oggi presente sul territorio. Eโ evidente che un nuovo impianto (a maggior ragione se la capacitร di 250.000 tonn/anno fosse confermata) creerebbe un ostacolo pressochรฉ insormontabile allo sviluppo dellโeconomia circolare in Piemonte e al raggiungimento degli obiettivi fissati dal PRUBAI stessoยป.
ยซNon solo: un inceneritore emette quantitร di CO2 enormi, prudenzialmente un rapporto 1:1, a fronte di unโefficienza nella produzione di energia molto bassa (un inceneritore emette 6/700 grammi di CO2 ogni kWh prodotta quando con lโattuale mix energetico siamo a circa 300, in diminuzione grazie al progressivo ricorso alle rinnovabili). Per ogni tonnellata di rifiuti inceneriti, si emette dunque almeno una tonnellata di CO2 equivalente. Ci chiediamo come si possa adottare tale soluzione in unโepoca in cui la decarbonizzazione รจ lโobiettivo principale a livello internazionale. Ci chiediamo anche, qualora la soluzione di dellโampliamento del Gerbido fosse quella prescelta, come si concilierebbe con il tanto sbandierato โClimate City Contractโ sottoscritto dal Comune di Torino con lโUE e come lโAmministrazione possa giustificare tale scelta. Usciamo dallโanno piรน caldo di sempre durante il quale sono stati stimati 320 miliardi di dollari a livello globale per danni da eventi naturali, il 93% dei quali dovuti a eventi meteorologici estremi. In Italia gli eventi estremi sono stati 351 nel 2024ยป.
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