L’inizio del 2025 evidenzia una persistente criticità: il peso delle tasse non riscosse, che ammontano ad una cifra esorbitante, che supera i 1.200 miliardi di euro.
Questo dato, benché comprenda in parte anche crediti inesigibili per l’Erario, sottolinea una problematica strutturale nella gestione del carico fiscale.
Tuttavia, un dato positivo c’è, ovvero il recupero dei crediti attraverso la rottamazione delle cartelle fiscali, che procede con risultati incoraggianti: nei primi undici mesi del 2024, sono stati recuperati 4,6 miliardi di euro, senza l’aggiunta di sanzioni o interessi.
Il governo, nella persona del viceministro all’Economia Maurizio Leo, conferma l’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, con un focus particolare sulla riduzione dell’aliquota Irpef dalla soglia del 35% a quella del 33%.
Risorse finanziarie limitate
Questo impegno si scontra con l’annosa questione delle risorse finanziarie limitate. Il concordato preventivo biennale per i lavoratori autonomi, introdotto per garantire entrate aggiuntive, ha prodotto solo 1,7 miliardi di euro rispetto ai 2,5 miliardi previsti.
Di contro, la rottamazione delle cartelle si conferma uno strumento più efficace, tanto che la Lega sta spingendo per una rottamazione quinquies da inserire nel decreto Milleproroghe.
Il timore della Lega però è che tale misura, presentata tramite emendamento, non venga inserita nel decreto, in quanto estranea, trattandosi in realtà di una vera e propria riapertura dei termini, piuttosto che di una proroga.
Rateizzazione decennale: la guida dell’AdE
Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione hanno pubblicato sui propri siti internet un vademecum in materia di rateizzazione dei pagamenti delle cartelle esattoriali.
Dal 1° gennaio 2025 sono infatti entrate in vigore nuove modalità per la rateizzazione dei debiti fiscali, con l’estensione del periodo massimo di pagamento senza obbligo di documentazione fino a 7 anni (84 rate mensili) per importi non superiori a 120.000 euro per singola richiesta. Rispetto al limite di 72 rate del 2024, le nuove regole garantiscono maggiore flessibilità, prevedendo scadenze dilazionate nel tempo:
- 84 rate (7 anni) per istanze presentate nel 2025 e 2026;
- 96 rate (8 anni) per istanze del 2027 e 2028;
- 108 rate (9 anni) per richieste a partire dal 2029.
È altresì prevista la possibilità di accedere a piani di rateizzazione superiori a 84 rate, fino a un massimo di 120 rate (10 anni): in questo caso, il contribuente dovrà fornire apposita documentazione che attesti una temporanea obiettiva difficoltà economico-finanziaria, secondo i criteri definiti dal Decreto del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze del 27 dicembre 2024. Lo stesso obbligo documentale si applica a richieste per importi superiori a 120.000 euro, sempre con il limite massimo di 120 rate.
Per agevolare i contribuenti, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdeR) ha messo a disposizione sul proprio sito un simulatore che permette di:
- calcolare il numero massimo di rate ottenibili;
- stimare l’importo indicativo di ciascuna rata.
La visione di Leo: un fisco collaborativo
Il viceministro Leo illustra la visione della sua riforma fiscale: trasformare il fisco da “controllore sospettoso” a “partner affidabile”. Un passo in questa direzione è rappresentato dalla costituzione di una commissione tecnica per analizzare il cd. “magazzino della riscossione”, ossia l’ammontare complessivo dei crediti non riscossi. La finalità è quella di individuare le modalità utili ad evitare l’accumulo di crediti inesigibili.
Tuttavia, Leo ha precisato che, nonostante le difficoltà appena menzionate, nel 2024 si è registrato un incremento significativo nella riscossione, con 32,79 miliardi recuperati rispetto ai 31 miliardi dell’anno precedente. Come detto, la rottamazione delle cartelle fiscali ha giocato un ruolo chiave, generando 31,6 miliardi di entrate negli ultimi otto anni.
Le tasse non riscosse avranno ancora un “peso” consistente per il 2025 e per il futuro?
L’apertura di un nuovo capitolo sulle rottamazioni sembra inevitabile, considerando i buoni risultati ottenuti finora e le difficoltà legate ad altre misure come il concordato preventivo. Tuttavia, la compatibilità delle proposte con il quadro normativo generale e le risorse limitate rappresentano ostacoli significativi.
Mentre il governo punta a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio, resta da vedere se riuscirà a trovare un equilibrio tra sostenibilità finanziaria e necessità di garantire entrate sufficienti per coprire i costi del sistema.
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