Venezia, il barista rapper Gaspare Gasparini morto a 33 anni nell’incidente: «È finito nel fosso, nell’unico punto con l’acqua»

«Ciao a tutti RadioCad. Oggi ho praticamente finito di montare “Un seme nel vento”. Adesso vedrò di caricarlo e nei prossimi giorni esce. Io ho questa cosa della musica che mi salva e mi salverà sempre. Restate connessi per vedere l’ultimo video Cadula, produzione Gibeat». 

Sono state le ultime parole registrate in video lunedì e pubblicate sul profilo Instagram da Gaspare Gasparini, in arte «Cadula», cantautore al lancio del suo ultimo pezzo. Trentatrè anni, artista rap, scrittore e regista. Vantava un’autoproduzione di decine di video realizzati da sé, costruiti, montati e pubblicati in totale autonomia. «Viveva per questo», ha detto il papà. Il giovane ha perso la vita uscendo di strada alla guida della sua Peugeot 106 nella notte tra il 20 e il 21 gennaio. Era alla curva di via Frassinelli, al confine tra Martellago e Asseggiano. 

A seguito di quella che in base agli accertamenti della polizia locale di Venezia sembra una fuoriuscita autonoma, l’auto sulla pendenza del canale di scolo Dosa si è alzata su un fianco e si è rovesciata in modo che il tettuccio è rimasto immerso nell’acqua. Il giovane, 34 anni da compiere a giugno, grafico pubblicitario, sportivo e barista alla tramezzineria de «Il Centro» della Nave de Vero e delle Porte di Mestre, è rimasto riverso fra i canneti fino a quando qualcuno all’alba si è accorto dell’auto. 

Quando i sommozzatori del 115 di Vicenza lo hanno recuperato e affidato ai medici del Suem, non c’era più possibilità di salvezza per lui. Recuperata l’auto distrutta, da cui non sembra emergano segni di coinvolgimento di altri veicoli nell’impatto, l’autorità giudiziaria ha restituito la salma alla famiglia. «Non ho parole — ha detto il papà nel pomeriggio — l’ho tenuto in braccio fino a prima. Aveva ancora tutti gli abiti bagnati perché è finito in quel fosso nell’unico punto in cui c’era una pozza d’acqua». 

La mamma di Gaspare, uscita di casa per pochi attimi, ha raggiunto il marito e gli ha chiesto: «Doniamo le sue cornee?». «Sì, sì», ha annuito il papà. Il volto della donna, rientrata subito, si è rigato di lacrime. «Mio figlio diceva — ha proseguito l’uomo — “Non importa cadere, l’importante è rialzarsi”».

Gaspare scriveva testi, sceglieva tracce musicali, suonava il basso ed era anche cultore delle arti marziali, dopo una carriera da judoka arrivato ai campionati d’Italia. Aveva studiato da grafico pubblicitario ai Salesiani alla Gazzera, poi si è specializzato come pasticcere e ha imparato a fare snack. L’arte nel cuore e nei progetti e la condivisione con gli amici più cari, tra i quali Giorgia Lucatello, 31enne originaria di Marghera, amica di una vita, giocoliera autodidatta nel «fire show», le performance con il fuoco. A lei il giovane cantautore ha dedicato il video «Il tuo cane», registrato e montato un mese fa. 

«A primavera ne avremmo realizzato un altro — racconta Lucatello —. Lo conoscevo da 15 anni, era un fratello: se avevo qualche problema, mi proteggeva. Potevo confidarmi. Tutto quello che gli è successo non mi sembra possibile». Il giovane era allegro, poliedrico, con qual fino d’inquietudine che accomuna gli artisti. «Un bravissimo ragazzo, un ottimo lavoratore, sorridente e di compagnia», le parole del datore di lavoro Michele Groppi. «Siamo rimasti pietrificati».

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