Salute e lavoro logorante: cosa dice la nuova ricerca

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Uno nostro nuovo studio ha messo in luce la necessità di iniziative di welfare aziendale sul territorio di Milano e Monza Brianza. Ecco i risultati della ricerca e come migliorare la salute dei lavoratori.

Insieme a Fondazione Bignaschi e in collaborazione ad ATS Brianza, abbiamo indagato l’esposizione a comportamenti e stili di vita dannosi per la salute fisica e mentale dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati in occupazioni logoranti nel territorio milanese e brianzolo.

I dati raccolti da David Benassi, professore ordinario all’Università degli Studi Milano Bicocca e da David Consolazio, ricercatore all’Università degli Studi di Milano, attraverso focus group e un questionario, offrono un quadro dettagliato delle condizioni lavorative, della qualità dell’ambiente di lavoro e dell’impatto sulla salute. I risultati sono stati presentati in un convegno a Villa Longoni, Desio, all’interno di una tavola rotonda che ha coinvolto enti del terzo settore e associazioni di categoria.

“Da tempo LILT è attiva nel welfare e collabora con ATS Brianza per promuovere la salute nei luoghi di lavoro, dove trascorriamo buona parte della giornata – commenta Marco Alloisio, Presidente LILT Milano Monza Brianza -. Questa indagine rappresenta un passo importante per registrare la percezione dei lavoratori più a rischio e per sensibilizzare le aziende sull’impatto dello stress sul benessere psico-fisico. E così possiamo sviluppare interventi ancora più mirati per prevenire molte patologie oncologiche e croniche”.

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da sinistra: Lorenzo Dell’Acqua, Assolombarda Monza, Roldano Radaelli, Unione Artigiani della Provincia di Milano e Monza-Brianza, Paolo Capozzi, LILT Milano Monza Brianza, Chiara Ranzani, LILT Milano Monza Brianza, Paolo Gulisano, Agenzia Tutela Salute (ATS) Brianza, Maria Ornella Perego, Agenzia Tutela Salute (ATS) Brianza, Patrizia Benenati, Agenzia Tutela Salute (ATS) Brianza, Eleonora Masala, Agenzia Tutela Salute (ATS) Brianza, Marco Marforio, Patheon Thermo Fisher, Daniela Giangreco, LILT Milano Monza Brianza, Maurizio Deiana, Unione Artigiani Milano Monza Brianza, Antonio Pignatto, Agenzia Tutela Salute (ATS) Brianza, Marta Cazzaniga, Confcooperative Milano e dei Navigli, Luca Mandreoli, CGIL di Monza e Brianza, Anna Biffi, Spazio Giovani, Silvia Negri, Confapi Lecco-Sondrio, David Consolazio, Fondazione Bignaschi, Roberto Codazzi, CS&L Consorzio Sociale, Andrea Barison, Confindustria Lecco, Gabriele Cerati, Fondazione Bignaschi e David Benassi, Fondazione Bignaschi. 

La ricerca

Il campione è composto principalmente da donne (79%) con un’età media di 50-55 anni, e un’alta percentuale ha oltre 10 anni di esperienza lavorativa. La maggior parte lavora in settori come manovalanza, vendite e ristorazione. La soddisfazione lavorativa è bassa, con solo il 2% molto soddisfatto, e le condizioni economiche ricevono un punteggio medio di 2.1 su 4 (1 è poco e 4 molto). La sicurezza lavorativa, intesa come certezza dell’occupazione, risulta l’aspetto più apprezzato.

Come stanno i lavoratori

Il 67% dei lavoratori non ha accesso a programmi di salute sul lavoro e il 42% di coloro che potrebbero accedervi, non partecipa per mancanza di tempo. Lo stress lavorativo, con punteggi alti, influisce sulle abitudini alimentari e sul consumo di sigarette. La soddisfazione per la salute percepita è media, e il 36% ha difficoltà a seguire una dieta salutare. Questi fattori, uniti alla difficoltà di bilanciare vita privata e lavoro e alla scarsa attenzione al benessere psicofisico, incrementano il rischio di sviluppare tumori e malattie croniche come diabete e patologie cardiovascolari.

“La ricerca conferma quanto emerso nella letteratura internazionale – sottolinea il professore David Benassi–: i lavoratori impiegati in mansioni logoranti presentano condizioni di salute peggiori rispetto ad altri segmenti dell’occupazione. Lo stress correlato alla condizione lavorativa ha una serie di effetti diretti e indiretti sulla salute, favorendo l’adozione di comportamenti e stili di vita meno salubri: fumo di tabacco, difficoltà a seguire abitudini alimentari salutari, impossibilità a svolgere attività fisica e difficoltà di bilanciamento tra lavoro e vita privata. Un risultato originale della ricerca è che anche all’interno di questo segmento dell’occupazione si manifesta un gradiente sociale di salute: chi ha condizioni lavorative migliori gode anche di una salute migliore. Ciò evidenzia l’importanza del ruolo delle aziende nel promuovere il benessere dei dipendenti.”

Cosa si può fare

Interventi volti a migliorare la qualità dell’esperienza lavorativa, come i programmi di WHP (workplace health promotion), possono contribuire a ridurre lo stress correlato al lavoro, migliorando la salute dei dipendenti e aumentandone la produttività.

La collaborazione tra ATS e LILT

L’iniziativa nasce da una collaborazione tra LILT e ATS che da quattro anni promuovono insieme la salute e il benessere dei lavoratori attraverso programmi specifici. Nella ricerca in questione, la prima realizzata insieme all’ente, ATS ha supportato LILT nell’individuazione degli intervistati per i focus group, contribuendo alla raccolta di dati.

“Questo studio sulla salute dei lavoratori impiegati in occupazioni logoranti nel nostro territorio fornisce un’importante fotografia molto utile per attuare azioni efficaci che puntano al benessere dei lavoratori – evidenzia il Direttore Generale di ATS Brianza Michele Brait -. La nostra Agenzia crede fortemente nel programma Workplace Health Promotion che portiamo avanti con determinazione e che, anche grazie alla preziosa collaborazione con LILT, sta coinvolgendo sempre più aziende e lavoratori”.

Cosa dicono le associazioni di categoria del territorio

Oltre a LILT Milano Monza Brianza, CGIL-CISL di Monza e Brianza, CS&L Consorzio Sociale e Spazio Giovani hanno illustrato i progetti messi in campo per promuovere la salute dei lavoratori. Le associazioni di categoria: Unione Artigiani Milano Monza Brianza, Confindustria Lecco-Sondrio, Assolombarda Monza, ConfAPI di Lecco e Comitato Confcooperative hanno enfatizzato l’importanza della salute nei luoghi di lavoro, suggerendo un approccio mirato per le diverse esigenze di lavoratori sedentari e operativi.

Il medico del lavoro è visto come una figura chiave per sensibilizzare i dipendenti su tematiche di salute spesso trascurate. Tra le imprese, emerge una carenza di consapevolezza riguardo al benessere dei dipendenti, soprattutto nelle piccole aziende, dove gli imprenditori, troppo coinvolti nelle operazioni quotidiane, tendono a sottovalutare questi aspetti. Tuttavia, le aziende che adottano programmi di benessere ottengono benefici in termini di produttività e riduzione dell’assenteismo. Si propone anche di coinvolgere i delegati sindacali, in particolare nelle piccole imprese, per rafforzare la promozione della salute dei lavoratori.

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