Falso trading on line: truffe per tre milioni

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I falsi trading on line, quelle fastidiose telefonate che più o meno tutti abbiamo ricevuto almeno una volta sul nostro cellulare (in realtà la media è di tre o quattro al giorno), sono costati alla Bergamasca qualcosa come tre milioni di euro: precisamente 2,8 milioni. A tanto ammontano infatti i danni delle denunce raccolte l’anno scorso dalla polizia postale di Bergamo: questa «specialità», come si chiama in gergo, della polizia di Stato nel 2024 ha svolto 92 indagini su altrettanti casi, di cui soltanto quattro ai danni di persone over 65. Ciò significa che le vittime di questo raggiro così diffuso non sono soltanto le persone più avanti con l’età.

Ventuno persone denunciate

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Otto le perquisizioni svolte su delega della Procura e 21 le persone denunciate. Dati che sono probabilmente la punta dell’iceberg di un fenomeno che fa leva sulla possibilità di guadagnare denaro investendone relativamente poco e che potrebbe avere un giro d’affari molto più vasto, perché tante vittime, una volta scoperto l’inganno, si vergognano ad ammetterlo con i parenti e ancora di più con la polizia. «Invece deve essere chiaro che noi siamo professionisti e che siamo qui per aiutare e indagare, non certo per giudicare – spiega il dirigente della Postale di Bergamo, l’ispettore capo Michele Attolico –: dunque, di fronte a chiamate sospette o che promettono grandi guadagni, è bene declinare o comunque avvisarci».

I falsi investimenti

In realtà, infatti, il poco o tanto che si è «investito» finisce nelle tasche dei truffatori che, per invogliare le vittime, solitamente inviano delle belle schermate che mostrano come i loro soldi siano esponenzialmente cresciuti e pronti per essere riscossi. Tutto falso e creato ad arte, in realtà, tranne il denaro investito: all’inizio vengono chiesti duecento euro e poi, via via, sempre di più e c’è chi ha speso anche decine di migliaia di euro, fino al record di 350 mila, tra risparmi di una vita e liquidazione.

Le indagini – che contemplano anche l’e-commerce e le vendite immobiliari in rete – sono spesso complesse, perché questi truffatori non si trovano mai in Italia e anche le chiamate arrivano in realtà dall’estero, benché i numeri che appaiono sembrano italiani: è tutto un «gioco» di rimbalzi per acquisire credibilità. Infatti la Postale l’anno scorso è riuscita a bloccare in tempo e far riavere la somma totale di 22.913 euro, ma soltanto perché le denunce erano state immediate e i soldi non si erano ancora volatilizzati.

L’hackeraggio dei sistemi delle aziende

L’altro fenomeno sul quale la Postale ha acceso da tempo la lente è quello, sempre più diffuso, dell’hackeraggio, con tanto di richiesta di riscatto solitamente milionaria, dei sistemi informatici delle aziende: l’anno scorso i casi sono stati 45 nella Bergamasca, ma il denaro versato è stato soltanto di 13.500 euro. Questo perché le società sono ormai ben organizzate sul fronte della cybersecurity, con salvataggio dei dati su server esterni. Altro fronte ancora è la diffamazione on line, soprattutto via social: 67 i casi trattati dalla Postale, con relative denunce.

I ricatti online

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ci sono poi i ricatti on line a sfondo sessuale da parte di persone che si spacciano – questo il copione – per donne intenzionate ad avviare una relazione con l’utente, il quale alla fine viene spennato economicamente. Queste indagini sono state, sempre l’anno scorso, 23, con vittime soprattutto tra i maschi (solo una donna e solo un minore).

Dietro ci sono organizzazioni ramificate, con sede soprattutto in Africa e che puntano a colpire italiani di mezza età che vivono da soli, facendoli «innamorare» a distanza con foto e video finti, simulando la necessità di contributi economici per la giovane «fidanzata» virtuale e infine ricattandoli una volta entrati in possesso di foto intime che gli interessati credevano di inviare al nuovo amore, in realtà neppure mai conosciuto. L’altro, e ancor più raccapricciante fronte sul quale indaga la polizia postale è quello della pedopornografia: nel 2024 a Bergamo le indagini sono state 26, con 24 perquisizioni, 23 denunce a piede libero e tre arresti.

I file sequestrati

Complessivamente sono stati posti sotto sequestro contenuti multimediali – foto e video – per complessivi 13.500 gigabyte. In questo caso le segnalazioni arrivano alla nostra Procura tramite l’Fbi, visto che la maggior parte dei server si trova negli Stati Uniti. Per i casi italiani le indagini vengono affidate alla nostra Postale.



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