Santanchè non lascia. Ecco i conflitti d’interessi dell’“erede” Caramanna

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Un gabbiano, figlio della corrente di Fabio Rampelli nel partito della fiamma, come uomo decisivo per le politiche sul turismo di Giorgia Meloni. Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e attuale consigliere della ministra del Turismo, resta la figura chiave, dimissioni o meno di Daniela Santanchè dal ruolo governativo.

La realtà, comunque, vede la ministra ancora al proprio posto. È tornata a Roma a illustrare i dati e il futuro del settore. La sua agenda non è cambiata.

Delusione e indecisione

Perché c’è un fatto certo nella ridda di ipotesi e voci: per giorni Giorgia Meloni si è fatta concava e convessa pur di evitare lo scontro frontale con Santanchè, rinviata a giudizio nel processo sui falsi in bilancio della società Visibilia.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

«Decide Giorgia», è il leitmotiv che rimbalza da palazzo Chigi ai vertici di Fratelli d’Italia. Se la presidente del Consiglio avesse chiesto le dimissioni alla ministra, sarebbero arrivate un minuto dopo. Invece ha voluto evitare l’irrigidimento dei rapporti con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nume tutelare della ministra del Turismo.

Meloni è comunque delusa. Al momento della nomina di Santanchè nel governo, aveva ricevuto rassicurazioni dalla diretta interessata e dal suo sponsor La Russa sul fatto che i problemi giudiziari non sarebbero stati fonte di imbarazzo. Non è stato così. Ed è uno dei motivi del gelo che è calato sulla ministra, testando la possibilità di provocare le dimissioni «volontarie». Santanchè, però, non ne vuol sapere.

Quindi si torna alla casella di partenza. Bisogna trovare una strategia. Da palazzo Chigi la linea starebbe per cambiare: nelle trasmissioni tv, gli esponenti di destra ricorderanno la recente condanna dell’ex sindaca di Torino, la 5 Stelle Chiara Appendino, o la vicenda di Franco Alfieri, presidente della provincia di Salerno del Pd, arrestato lo scorso autunno per le ipotesi di reato di corruzione e turbativa d’asta. «Non creiamo un precedente», suggeriscono.

I dubbi su Caramanna

Ma c’è chi spinge per un cambio al ministero dentro FdI. Caramanna è considerato da molti la persona adatta a diventare ministro, grazie al basso profilo che ha sempre mantenuto. Per altri invece porterebbe un po’ di grattacapi, trascinandosi dei potenziali conflitti di interessi.

Si presenta come un imprenditore del settore turistico con la passione della politica. Prima di essere eletto alla Camera era titolare della società Baltico, che gestiva strutture alberghiere, e soprattutto dell’affittacamere Gianluca Caramanna, la sua creatura personale in via XX Settembre, nel centro di Roma, a pochi passi dal ministero dell’Economia.

La piccola impresa (insieme a tutti gli altri incarichi societari) è stata ceduta – dopo l’approdo a Montecitorio – a due sconosciuti signori nati nelle Filippine e amministrata dall’indiano Jacob Thottapallil, tradendo il verbo sovranista del suo partito. Più di qualcuno fa notare che da ministro del Turismo dovrebbe occuparsi degli affitti brevi, croce e delizia per l’economia italiana: spingono il turismo ma drenano le disponibilità di appartamenti nelle città.

L’esperienza e gli interessi del deputato nel settore potrebbero essere un problema. Dai guai di Santanchè ai possibili conflitti di interessi del sostituto. Caramanna è comunque la mente della “corrente turistica” di Fratelli d’Italia, in cui tra gli altri è cresciuto Sandro Pappalardo, di recente nominato presidente di Ita, la vecchia Alitalia.

La corrente turistica

Da anni il parlamentare-imprenditore ha convinto Meloni a seguire la strategia di prendersi gli assessorati al Turismo nelle regioni guidate dal centrodestra, ritenendoli un veicolo di visibilità e di consenso. Così, prima dell’elezione a Montecitorio, ha macinato consulenze, tra cui una con la regione Sicilia.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La firma in calce al contratto è del suo attuale collega alla Camera, Manlio Messina, all’epoca assessore al Turismo in Sicilia: l’accordo prevedeva circa 2mila euro (lordi) al mese per un totale di poco superiore a 40mila euro vista la durata della consulenza. Una vicenda che fa calare anche le quote di Messina, altro nome in auge come possibile erede di Santanchè.

Nello stesso periodo, tra l’inizio del 2021 e settembre 2022, Caramanna è stato il suggeritore delle strategie del turismo anche per la regione Liguria, «delega a rappresentare l’assessore al Turismo nei rapporti con le associazioni nazionali di categoria del settore turistico» della giunta di Giovanni Toti, e la regione Marche, sotto la guida del meloniano Francesco Acquaroli.

Rispetto all’attuale ministra, Caramanna vanta un punto a suo favore: è figlio della tradizione politica della fiamma. Garanzia di lealtà verso la leadership di Fratelli d’Italia: alla prima legislatura in parlamento, è stato consigliere nel municipio I a Roma, guardiano della corrente rampelliana di Alleanza nazionale, in cui sono cresciuti Francesco Lollobrigida e Meloni. Cresciuto, appunto, sotto l’ala dei gabbiani fondati dall’attuale vicepresidente della Camera con cui condivide il tifo sfegatato per la Roma.

Caramanna è stato esponente della minoranza di An negli anni della leadership di Gianfranco Fini e poi ha seguito Lollobrigida che è diventato il suo punto di riferimento politico. Almeno fino a che il ministro dell’Agricoltura non ha perso peso, in seguito alla separazione con Arianna Meloni. Ma la premier ha conservato la fiducia.

«Da imprenditore è stato sempre più incline al dialogo», dice chi lo conosce bene. Tutti, comunque, gli riconoscono una capacità al confronto che gli ha consentito di tessere la tela dei rapporti con le imprese del settore. Ha spalancato le porte delle relazioni di Meloni con Federalberghi, passando dalla sede di Roma fino a raggiungere quella nazionale.

La premier gli ha sempre riconosciuto le proprie capacità affidandogli i dossier più delicati. «È il motivo per cui è stato piazzato come consulente di Santanchè. È una sentinella di Giorgia», spiegano dal partito.

L’ipotesi Malan

Le ombre dei conflitti di interessi hanno alimentato altre indiscrezioni. Nelle ultime ore ha preso quota il nome di Lucio Malan, attuale capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, che ieri è andato a palazzo Chigi insieme all’omologo della Camera, Galeazzo Bignami.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

«Abbiamo parlato di concessioni autostradali», è stata la versione ufficiale. Fonti di governo hanno smentito le indiscrezioni di Repubblica sull’arrivo di Malan: «Fantasie». Del resto, i nomi girano. Ma Santanchè è ancora ministra del Turismo.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio