Annuncio di un appartamento in affitto per 600 euro a Limena, arrivano 190 telefonate in agenzia

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PADOVA – Non un attico da sogno ma una casetta semplice: cucina, due camere, due bagni. Nulla di straordinario. Eppure di fronte all’annuncio di affitto, per lungo periodo e ad un costo “umano” (600 euro al mese, a Limena) si è scatenata una tempesta di telefonate: in agenzia immobiliare ne hanno contate quasi 200 in pochissime ore, tanto che alla maggior parte è stato impossibile anche solo rispondere. Una manciata di pretendenti hanno avuto la possibilità di vedere la casa e avanzare una proposta, ma ad aggiudicarsi l’agognato appartamento è stata una sola coppia, selezionata per la solida situazione economica (lui statale, dipendente di un ministero). La notizia, sottolinea l’Ascom, parla da sola e rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’emergenza abitativa che coinvolge l’intero territorio. «Se c’era bisogno di una prova – afferma Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova – adesso c’è: alloggi in affitto lungo non ce ne sono e se ne viene proposto uno le famiglie, pur di accaparrarselo, sono disposte a tutto».


L’allarme

Un problema che, secondo Bertin, si intreccia con la proliferazione degli affitti brevi, fenomeno più volte denunciato dall’associazione e che necessita di risposte urgenti. A questo proposito, i numeri parlano chiaro: i posti letto negli alloggi extralberghieri sono quasi triplicati in dieci anni, arrivando a rappresentare il 25% della disponibilità. Un cambiamento che ha trasformato l’offerta ricettiva della città, rispondendo a nuove esigenze dei turisti ma sollevando anche interrogativi sulla sostenibilità di questo modello. L’appartamento citato dall’Ascom rappresenta un caso emblematico della “fame” di affitti di lunga durata. Ed era particolarmente appetibile in quando affittato con canone concordato. «È una soluzione – spiega Silvia Dell’Uomo, vicepresidente vicaria dell’Ascom Confcommercio e presidente della Fimaa, il gruppo degli agenti immobiliari aderenti all’Ascom – che prevede accordi territoriali e vantaggi fiscali per entrambe le parti. Una proposta vantaggiosa ma non straordinaria, in tempi normali. L’esperienza che abbiamo vissuto dimostra al contrario che questo periodo non è più nemmeno di crisi abitativa, è un dramma di cui non si vede la fine».

Le offerte

Quanto all’appartamento dei desideri: «Tutto ha avuto inizio – racconta Dell’Uomo – quando abbiamo pubblicato l’offerta su un noto portale immobiliare. Non è passata un’ora che il nostro telefono ha cominciato a squillare: in poco tempo si sono accumulate circa 190 telefonate. Non siamo riusciti a rispondere a tutti, le chiamate si accavallavano senza sosta. È stato il caos». Non sono mancati tentativi di forzare la mano. «C’è chi ha subito offerto di pagare di più – continua la presidente della Fimaa – arrivando anche a raddoppiare la cifra. Un appartamento simile, senza canone concordato, potrebbe facilmente costare 800 euro, quindi non ci ha stupito. Ma siamo rimasti sorpresi quando qualcuno ha proposto il raddoppio della commissione all’agenzia, pensando che potessimo influenzare l’accordo». Un episodio che evidenzia lo stato di disagio delle famiglie, ormai pronte a tutto pur di garantirsi un alloggio. E non si tratta solo di persone in difficoltà economica: «Tra le telefonate ricevute c’erano funzionari pubblici, avvocati, commercialisti. Questo dimostra che la crisi degli affitti non risparmia nessuno. Anche un locale fuori città rappresenta ormai una soluzione tanto desiderabile che le persone sono disposte a fare carte false» sottolinea ancora Dell’Uomo. Il proprietario, rimanendo nell’anonimato, ha accettato raccontare l’accaduto per sostenere l’Ascom nella volontà di sensibilizzare sulla questione. Dopo un’attenta analisi delle candidature raccolte ha scelto quella che gli sembrava dare più affidabilità nei pagamenti, un altro fronte molto caldo per i proprietari di immobili che, più di tutto, temono la morosità degli inquilini. «Ma intanto oggi – conclude Silvia Dell’Uomo – per una famiglia che sorride ce ne sono altre 189 che dovranno continuare la loro estenuante ricerca di un alloggio, senza alcuna garanzia di successo».

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