“Zero turisti e poca gente. Qui le attività chiudono”

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Reggio Emilia, 10 gennaio 2025 – “Nè alta, né bassa. Qui abbiamo visto solo una pessima, continua e desolante stagione”. Con l’anno da Capitale della cultura 2024 ai titoli di coda; con l’estate e il Natale alle spalle per l’associazione dei commercianti di Baia Flaminia è tempo di bilanci. Amari, purtroppo. “I problemi non sono solo in centro storico. Siamo molto preoccupati – osserva il presidente dell’associazione Goffredo Ferri –. La vedete la vetrina ‘sfitta’ che ho davanti? Dopo 30 anni di attività in Baia, questo dicembre ha chiuso ‘Papersurf’, negozio di riferimento per gli amanti dello skateboard, del surf. Aveva una nicchia di mercato, ma era un fiore all’occhiello del commercio cittadino. Eppure il titolare ha mollato, aprirà altrove. Del resto lo capisco. E’ stato un anno terribile: senza turisti d’estate e senza gente d’inverno. Baia Flaminia non ha mai avuto questo deserto”.

Ferri fa il conto dei caduti in battaglia: “Attualmente sono cinque le attività cessate – dice Ferri –. Oltre a Papersurf, è vuoto il grande locale di fianco alla gelateria Paciugo: la parrucchiera non c’è più e il locale è in vendita. Un anno fa ha chiuso “Il Banco alcolico“, una gastronomia specializzata nel cibo cotto a vapore. Nessuno ha preso il locale per farne altro. Come del resto nessuno ha voluto investire prendendo i locali, chiusi da due anni, dell’ex parrucchiera con affaccio su Piazzale Europa. Stesso destino hanno avuto i due locali dell’ex negozio di strumenti musicali, trasferitosi altrove. La tendenza non pare migliori: avendo parlato con altri esercenti, posso anticipare che ci sono altre quattro attività che hanno messo i propri locali in vendita, intenzionati a chiudere o spostarsi. In totale sono 26 le attività che vivono in Baia: se continua così l’orizzonte è fosco per tutti”.

Ferri, letteralmente, allarga le braccia incredulo quando, in buona fede, facciamo notare che il sindaco Andrea Biancani ha annunciato, durante gli Stati generali del turismo, che “grazie a Pesaro Capitale della cultura, 2024, la città ha segnato un +30% di presenze turistiche in bassa stagione e un + 5% di presenze turistiche in alta stagione“. Accanto a lui c’è Rosario Catone, 23 anni nella ristorazione, titolare da 10 di Cato Bruschetteria. La reazione del ristoratore è simile: sgrana gli occhi, butta la testa all’indietro, congiunge le mani e sentenzia: “Fantascienza, ragazzi, è fantascienza. Ma chi dà questi numeri? Ma dove li prendono? Noi qui non abbiamo nemmeno avuto la sensazione dei turisti. Se stiamo in piedi – dice Catone – è grazie alla clientela affezionata, fedele dopo tanti anni. Ma qui è sempre più dura”. Ferri: è d’accordo. “Non siamo stati coinvolti in nulla che avesse a che fare con Pesaro 2024 – dice, mentre ci mostra alcuni segni del degrado –. Qui quello che serve è una vera stagione di investimenti: l’amministrazione comunale si è impegnata nel risistemare i loggiati privati ad uso pubblico presenti in Piazza Redi, lungo via San Francesco e Galleria Roma… È legittimo che anche i proprietari del loggiato ad uso pubblico alla Baia si aspettino un aiuto dal Comune. No? Se non si trova il modo di mettere i condomini d’accordo è giusto che il sindaco faccia una ordinanza: che le persone si prendano la responsabilità di contribuire al decoro. Oggi il loggiato è usato come uno sgambatoio per animali”. Le lamentele non sono rivolte all’assessore Francesca Frenquellucci: “No, lei fa, è presente – dicono i commercianti –, ma qui ci vuole la piena attenzione del sindaco Biancani. Ad essere caratteristico non è solo il centro storico: vogliamo parlare della bellezza unica della Baia?”. Al coro di protesta intanto si sono uniti il tabaccaio e il pizzaiolo, Mario Riccioli. Catone ritira fuori un progetto narrato da Matteo Ricci: “Investimenti andrebbero destinati a creare nuovi parcheggi: gli 80 ricavati nella piazzetta sono già assorbiti dai residenti. Perché Biancani non realizza l’ottima idea che ebbe Ricci, quella di fare un ponte di collegamento tra la Baia e la strada tra i due porti? Guadagneremmo almeno 400 parcheggi al servizio della Baia e una passeggiata mozzafiato con vista sul tramonto”. Fu un progetto, effettivamente pubblicizzato da Ricci, ma che non è mai stato nel Piano delle Opere.

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“Vabbè, ci vuole coraggio nelle scelte: si sono spesi tanti soldi. Il ponte dissero che sarebbe costato circa 7 milioni di euro – conclude Ferri –. Riqualificare gli arredi sarebbe il minimo. La base a mosaico della fontana necessita di manutenzione: i bambini che mettono le mani dentro l’acqua rischiano di tagliarsi con i tasselli saltati. Le isole ecologiche andrebbero servite da un circuito di videosorveglianza per multare chi sporca. Siamo disponibili a fare della Baia un’isola pedonale, ma se il passeggio deve essere un incubo, non conviene. C’è un regolamento antidegrado, ma non viene rispettato: chiediamo che vengano fatti i controlli”.



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