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La Costa Sud di Palermo, come viene chiamato il litorale a est del fiume Oreto, perde i fondi del Pnrr. Ma per fortuna riesce a recuperare il finanziamento per altra via. I lavori di riqualificazione del porto della Bandita e quelli per il parco a mare dello Speronem (nella foto il rendering del progetto), della riqualificazione del lungomare Bandita e della costa Oreto – valore di oltre 60 milioni – a volere stare a filo delle regole del piano di ripresa e resilienza, avrebbero dovuto concludersi entro la fine del 2026. Obiettivo irrealizzabile: per il semplice motivo che l’intervento non è ancora partito e le gare devono addirittura essere bandite. Velleitario persino pensare che un timing così stringente potesse essere rispettato.

Il presidente della commissione Urbanistica, Antonio Rini, nel corso dell’ultima seduta ha annunciato che il governo nazionale ha riprotetto le opere. Circostanza confermata anche dagli uffici che hanno avuto del ministero degli Interni il via libera per bandire le prime due gare (parco a mare e porto Bandita) rispettivamente di 16 milioni 129 mila euro e 13.730 mila euro. L’indicazione è di procedere con la copertura finanziaria Pnrr, poi sarà la direzione centrale della finanza locale del dicastero a indicare il momento dello switch , dello scambio coi fondi nazionali. Per le altre due gare – costa Oreto (12 milioni) e lungomare Bandita (12 milioni) – ancora di là da venire perché tutti i pareri necessari non si sono ancora allineati, presto si conoscerà la fonte di finanziamento.

Di queste condizioni la Sicilia piena, purtroppo, segno comunque che il Pnrr in chiave regionale non sta girando come dovrebbe. C’è un report di due mesi fa del servizio Bilancio dell’Ars, secondo cui nell’Isola sono state avviate procedure per 1,863 miliardi, cioè il 10,7 per cento di un tesoro che vale 11,737 miliardi di fondi.
Il punto centrale dei ritardi con cui sta procedendo il cronoprogramma è che per ogni gara ha la necessità di una miriade di passaggi burocratici, fra autorizzazioni ambientali ed espropri. La presenza dei poteri della Zona economica speciale della Sicilia occidentale, cui il sindaco si era rapportato aggirare i problemi incontrati degli uffici tecnici comunali. Ma poi le Zes sono state liquidate dal governo, facendo tornare i Comuni nei labirinti burocratici.

«I fatti smentiscono i toni allarmistici di chi, per mera strumentalizzazione politica, ha gridato alla perdita dei fondi – spiega il presidente dell’Urbanistica, Rini -. I progetti stanziati col Pnrr hanno tempistiche stringenti e, proprio per evitare di perdere anche un solo euro, si è deciso, con lungimiranza, di modificare la fonte di finanziamento. Le gare del Porto della Bandita e del Parco a Mare dello Sperone sono già in itinere. Le altre due saranno bandite entro l’anno. A dimostrazione che le opere, grazie all’impegno del governo Meloni, si faranno e in tempi certi», dice ottimisticamente il consigliere di Fratelli d’Italia.

 

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