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A livello nazionale i prezzi del nuovo sono aumentati su base annua dell’8,1% a fronte dell’1,9% dell’usato: i dati Istat
Quotazioni delle case in aumento. Secondo l’aggiornamento al secondo trimestre 2024 dell’Ipab, l’Indice Istat del prezzo delle abitazioni, le quotazioni hanno registrato un balzo del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023. L’indice distingue tra abitazioni nuove ed esistenti e l’incremento è in gran parte dovuto all’aumento dei prezzi in cantiere, aumentati su base annua dell’8,1% a fronte dell’1,9% dell’usato. Su base congiunturale (cioè, il confronto trimestre su trimestre) il nuovo cresce del 4,8%, l’usato del 2,4%
Si tratta di andamenti che si manifestano, sottolinea in una nota a commento dei dati l’Istat, in un contesto di lieve ripresa dei volumi di compravendita: +1,2% la variazione tendenziale registrata nel secondo trimestre 2024 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare. Ne abbiamo scritto qui.
La crescita dei prezzi
Tornando ai prezzi, con l’ultimo aggiornamento l’indice Ipab rispetto all’anno di partenza, il 2010, fa segnare un calo dell’8,3% per le abitazioni nel loro complesso, del 16,8% per le case usate, mentre il nuovo fa segnare un rialzo del 20,5%. Nel confronto con l’inflazione l’investimento immobiliare, stando a questi dati, risulta perdente, perché a fine giugno 2024 il costo della vita risulta aumentato del 28% rispetto al dato medio 2010
In tutte le ripartizioni geografiche si registra una crescita dei prezzi delle abitazioni sia su base congiunturale sia su base annua. Su base tendenziale si evidenziano ovunque tassi di incremento positivi e in accelerazione rispetto al trimestre precedente: la crescita più alta si registra nel Sud e Isole con un +3,9%, trainata dai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un aumento del 9,5%. Seguono il Nord-Est (da +1,6% a +3,7%), il Nord-Ovest (da +1,9% a +2,5%) e il Centro (da +0,6% a +2,2%).
Il confronto tra Milano, Roma e Torino
L’indice considera anche gli andamenti di Milano, Roma e Torino. Il capoluogo lombardo fa segnare un aumento su base annua del 4,7%, con l’usato in crescita dell’1,8% e il nuovo del 12,1%, mentre dal 2015, anno da cui inizia la serie storica relativa alle città, l’incremento nel complesso è stato del 68,5%, il nuovo è cresciuto del 60,8% e l’usato del 68,5%. Per avere un termine di confronto e poter verificare come il mercato meneghino faccia storia a sé le variazioni rispetto al 2015 su base nazionale sono state del 12 % nel complesso, del29,8% per il nuovo e dell’8,4% per l’usato. Nella Capitale i prezzi su base annua crescono dell’1,6%, con il nuovo in diminuzione del 4,9% e l’usato in crescita del 2,4%. Dal 2015 i prezzi nel complesso sono aumentati del 3,2%, con il nuovo a +4,6% e l’usato a +2,8%. Infine, a Torino i prezzi su base annua crescono dello 0,3%, con il nuovo in calo dell’8% e l’usato a +1,5%. Dal 2015 i prezzi sono aumentati del 7,7%, con il nuovo a +11,4% e l’usato a +6,9%. Da questi dati emerge che tra le tre grandi città considerate da Istat solo Milano ha garantito un’efficace difesa dei soldi investiti, perché l’inflazione nel periodo 2015 (media annua) giugno 2024 è stata del 19,5%.
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