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Piantedosi confessa reato di respingimento in Libia. Denunciato all’Aja #adessonews

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La confessione di Piantedosi potrà consentire a 16.220 migranti di tornare in Italia e intentare causa di risarcimento contro il governo italiano.

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Noi del JLProject, come molti di voi sanno, aiutiamo le persone illegalmente respinte nei lager libici ad avere giustizia. Troviamo le prove dei respingimenti da loro subiti. Un respingimento collettivo è illegale se eseguito, coordinato o ordinato da uno stato le cui leggi vietano i respingimenti collettivi. In Italia deportare persone in Libia è un REATO, ce lo ricorda la recente sentenza di Cassazione per cui il comandante della nave Asso Ventotto è stato condannato alla prigione. Dimostrare la complicità del governo italiano nei respingimenti in Libia finora è stato difficile perché l’Italia tiene segrete le sue attività legali e illegali nel Mediterraneo e appone il segreto militare agli accessi agli atti delle vittime. Nel caso Asso Ventinove, ad esempio, l’Italia ha ordinato in segreto il respingimento illegale in Libia ma ha rifiutato l’accesso agli atti e le vittime hanno dovuto intentare causa per acquisirne la prova.

Noi del JLProject sappiamo che l’Italia coordina i respingimenti in Libia ma ogni volta, per ogni caso, dobbiamo farci in quattro per trovare le prove.

La confessione del ministro dell’interno

Ieri, inaspettatamente, su Twitter è comparsa la confessione del ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

Piantedosi confessa la collaborazione dell’Italia nel respingimento illegale nei lager libici di 16.220 persone nel 2024, da gennaio ad oggi. Ho scritto respingimento illegale perché è lo stesso Piantedosi, con il suo post in cui confessa la collaborazione italiana, a dimostrarne l’illegalità.

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La motivazione di questa confessione ci è per ora oscura. In passato il ministro Piantedosi ha negato la collaborazione dell’Italia ai respingimenti in Libia arrivando persino a testimoniare cose non corrispondenti al vero nel processo a Salvini (disse che l’Italia non aveva mai consegnato ai libici delle persone quando era già verità processuale che lo avesse fatto per i casi Orione e Hirsi e c’erano già sentenze di primo grado per il caso Asso Ventinove). Che è successo ora? Una crisi di coscienza? Una svista?

Mediterranea Saving Humans ha denunciato Piantedosi alla Corte Penale Internazionale

I respingimenti collettivi nei lager libici sono reato in Italia ma anche in Europa. Violano moltissime leggi, tra cui la Convenzione di Ginevra e la Convenzione di Amburgo. Inoltre auspichiamo che questi crimini vengano presto anche riconosciuti come “crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra”. Ricordiamo che in questi anni l’Italia ha anche ceduto alla Libia schiavi-soldato catturati in mare; la Corte Penale dell’Aja ha un’indagine aperta e potrebbe presto emettere delle sentenze di condanna. Il mio blog in questi anni ha fornito prove e testimoni alla Corte.

Confessando la correità del governo italiano in alcuni di questi reati, il ministro Piantedosi (che in passato è stato anche Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno) ha aperto un nuovo scenario. Mediterranea lo ha prontamente denunciato alla Corte Penale Internazionale.

Si legge nel comunicato stampa di Mediterranea:

L’ufficio legale di Mediterranea Saving Humans, ha provveduto a trasmettere nella giornata di oggi all’Ufficio del Procuratore del Tribunale Penale Internazionale Mr. Karim Khan KC, copia della pubblica dichiarazione del Ministro degli Interni italiano, on. Matteo Piantedosi, riguardanti respingimenti collettivi in Libia operati da milizie facenti capo ad autorità del paese nordafricano. Il Ministro Piantedosi, con comunicazione su social “X” pubblicata alle ore 11.15 del giorno 19 settembre 2024, dichiara: “Sono 16.220 i migranti diretti verso le coste europee intercettati in mare e riportati in sicurezza in Libia da gennaio a oggi. Un dato che testimonia l’efficacia della collaborazione dell’Italia con i Paesi di origine e transito dei migranti nel contrastare i trafficanti di essere umani e le morti in mare”.

Essendo la Libia “posto non sicuro”, come certificato dai più autorevoli organismi internazionali e dalle Nazioni Unite, nel caso di collaborazione ad attività di deportazione in quel paese di profughə e rifugiatə, si configura il reato di violazione della Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare. 

Abbiamo provveduto a segnale quindi al Tribunale Penale Internazionale la “rivendicazione” di questo gravissimo reato, che per stessa ammissione del Ministro Piantedosi, è stato compiuto contro 16.220 esseri umani, dei quali né lui, né altrə, possono oggi sapere il destino dopo che sono ricaduti nelle mani dei carcerieri dai quali provavano a fuggire. Auspichiamo di poter contribuire con questa segnalazione al TPI, all’apertura, ai sensi dell’art.15 della Carta di Roma, di un’indagine indipendente condotta dallo staff dell’OTP presso il Tribunale Penale Internazionale.

La confessione di Piantedosi aiuterà le cause a cui lavora il JLProject!

Come ho scritto sopra, noi del collettivo JLProject stiamo aiutando le persone illegalmente respinte il Libia ad avere giustizia nel tribunali. Ai giudici chiediamo 2 cose:

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  • di riportare le persone illegalmente respinte nel paese che le ha illegalmente respinte
  • di risarcire i danni

Finora abbiamo vinto in primo grado le prime due cause intentate:

  • il tribunale ha condannato l’Italia a riammettere un rifugiato illegalmente respinto in Libia. Leggi.
  • il tribunale ha condannato l’Italia a versare un risarcimento di 15 mila euro a testa a 5 respinte e respinti in Libia. Leggi.

In questo momento stiamo lavorando ad oltre 100 cause per cui abbiamo trovato prove della correità del governo italiano. Ma il tweet di Piantedosi può aiutare 16.220 persone, che sono tantissime! 15 mila euro a testa di risarcimenhto sono pochi per ciò che hanno subito (stiamo chiedendo di più) ma moltiplicati per 16.220 fanno… 243.300.000, almenoduecentoquarantatremilioni e trecentomila euro che l’Italia potrebbe essere costretta a rimborsare ai respinti. Oltre, chiaramente, a 16.220 uomini, donne e bambini che potrebbero essere salvati dall’inferno dei lager libici.

Il tutto grazie a Piantedosi.

Tanti baci.

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