Vestirsi a tema per film e concerti, da dove nasce questa tendenza

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Siamo immersi fino al collo nella fan culture. E a rivelarlo non sono soltanto i concorsi di sosia delle celebs sparsi in tutto il mondo – e moltiplicatisi in poche settimane – o l’unboxing ossessivo di merch firmato Sanrio e personaggi dall’aria naïf da portarsi in giro come feticci per ritrovare il buonumore che tanto piace agli utenti di TikTok, ma un fenomeno molto più trasversale e diffuso: la mania di trasformare qualsiasi cosa in un evento a tema, in una parata che richiede il suo dress code. È proprio così che sono nati alcuni dei trend più forti degli ultimi anni – basti pensare al Barbiecore, che ha dominato per un anno intero auto-alimentandosi tra una spinta dai media globali che inneggiavano alla tendenza e la foltissima schiera di spettatori che si sono presentati al botteghino di rosa vestiti per omaggiare il film e sentirsi uniti nell’aesthetic e nello spirito. Un altro esempio lampante, che ha assunto dimensioni ancora più colossali, è stato senza dubbio l’Eras Tour di Taylor Swift, che per ogni data ha visto radunarsi fan da ogni parte del mondo, calati in outfit super studiati per reinterpretare la loro “era” di Taylor preferita secondo il vibe generale emanato dall’album di riferimento – abiti bucolici per Folklore, stivali e mini dress scintillanti per Midnights, shorts neri e T-shirt a righe per Red e così via.

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Asanka Ratnayake//Getty Images

Certo, che la musica faccia da collante di aggregazione sociale non è una novità: i concerti hanno storicamente richiamato folle intere che condividevano gli stessi interessi e passioni, di cui lo stile personale si faceva un mezzo d’espressione potente e immediatamente riconoscibile. Da Woodstock a Glastonbury passando per Coachella, attraverso i decenni lo stesso fenomeno si è verificato nel contesto dei festival – fino alla definizione di un “look da festival” che ha finito col pareggiare le differenze derivanti dai diversi generi musicali per favorire un’estetica più passepartout. E, così come questa dispersione stilistica ha progressivamente investito i festival, allo stesso modo anche il dress code legato ai singoli concerti, prima qualcosa di organico, quasi naturale, oggi è diventato un vero e proprio rituale pianificato, con video di preparazione e fit check annessi. In passato chi partecipava a un concerto punk o rock si vestiva in un certo modo perché quell’estetica rispecchiava l’identità della sottocultura di appartenenza, ma, oggi che le sottoculture sono diluite in micro-trend che nascono e si esauriscono rapidamente sui social media, il risultato è una forma di espressione meno spontanea, più teatrale e visibile: non solo i concerti, ma anche le sale dei cinema diventano quindi veri e propri palcoscenici per una messa in scena collettiva, un tributo alla cultura pop di cui ci vogliamo sentire sempre più protagonisti. La forma più lampante di questa estetizzazione del quotidiano è probabilmente il cinema fashion (possiamo chiamarlo così?), ovvero il vestirsi a tema per il film-evento che ci aspetta in sala. L’ultimo esempio è Wicked, che ha stimolato un’ondata di outfit verdi e rosa, eco ai colori emblematici delle due protagoniste, Elpheba e Glinda, o semplici richiami da incorporare nel look – per esempio, con una nail art ispirata alla palette cromatica del film. Ma, come dicevamo, l’anno scorso c’era stato Barbie e, prima ancora, nel 2022, il trend Gentleminion che voleva i fan di Cattivissimo Me in giacca e cravatta.

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Sebbene il passato non sia totalmente avulso da episodi del genere (anche per l’uscita della saga di Harry Potter, soprattutto nel Regno Unito e in America, si vedevano nei cinema cappelli e mantelli da mago), la portata attuale carica il fenomeno di una maggiore ritualità, soprattutto se guardata nell’ottica magnificante dei social media, che del semplice atto di preparare un costume o vestirsi a tema con abiti che si hanno già mostra anche tutti i passaggi e retroscena. Oggi, più che mai, il rito di vestirsi a tema glorificando qualsiasi evento nasconde una disperata ricerca di evasione e voglia di volersi immergere l’esperienza a 360°, che sta iniziando ad abbracciare anche la quotidianità.

bounding e theme dressing la tendenza di vestirsi a tema per concerti e filmpinterest

Stephanie Keith//Getty Images

Avete presente gli assidui frequentatori di Disneyland e fan Disney di tutto il mondo a cui piace calarsi fino in fondo nella parte (i così detti “Disney adults”)? Esiste un termine per descrivere il loro modo di vestirsi a tema tra riferimenti palesi e richiami sottili, incorporando elementi distintivi, un pezzo d’abbigliamento o una palette cromatica emblematici di un personaggio Disney anche nei loro look di tutti i giorni (e non solo in quelli dedicati alle visite ai parchi giochi): Disneybounding. Ecco, in ottica più ampia, agli eventi che coincidono con le uscite di film, serie tv e videogiochi popolari, con i concerti di mega pop star o in concomitanza con i trend social del momento (slegati dalla temporalità di un’opera), tra spazi pubblici e feed dei social, tutti i giorni assistiamo almeno una volta un atto di “bounding”, una sorta di soft cosplay, una modo di emulare il look dei propri personaggi preferiti con il proprio guardaroba. Si tratta di un gioco innocuo e divertente, di un modo per sperimentare e sfidare le proprie abilità di styling, ma anche di un passo ulteriore verso la romanticizzazione della propria vita che da anni rimbalza tra gli spazi digitali come un verbo da portare avanti a tutti i costi.

bounding e theme dressing la tendenza di vestirsi a tema per concerti e filmpinterest

Lisa Maree Williams//Getty Images

Ma se abbiamo bisogno di romanticizzare tutto, di studiare una nail art dedicata a ogni nuova uscita, di fare trucchi ispirati a ogni nuova serie tv, di creare un look ad hoc per tutto, di forzare questo hype per ogni nuova release, non sarà perché abbiamo paura di fermarci e scoprire di avere il vuoto (creativo) sotto i piedi? Pur adorando qualsiasi buona occasione per vestirsi a tema, ultimamente sembra necessario forzare qualsiasi esperienza per confezionarla ad hoc, renderla più speciale di quanto non sia, tanto che viene da chiedersi se questa spasmodica ricerca del trend e spettacolarizzazione del quotidiano rappresenti l’unico modo rimasto per sentirci parte di una reale community.

bounding e theme dressing la tendenza di vestirsi a tema per concerti e filmpinterest

Stephanie Keith//Getty Images



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