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Si discute se il debito d’imposta della società accollata e il credito della società accollante siano compensabili, alla luce della mancanza di identità soggettiva tra il titolare del debito e del contrapposto credito.
In caso di accollo negoziale del debito d’imposta, anche prima dell’introduzione dell’espressa previsione di cui all’art. 1, comma 2, del D.L. n. 124/2019, all’accollato era precluso l’assolvimento del debito con l’utilizzo in compensazione di un maggiore credito dell’accollante, atteso che tale possibilità, di per sé di carattere eccezionale, non era prevista da alcuna disposizione di legge, difettando oltretutto i presupposti della compensazione di cui all’art. 17 del D.Lgs. n. 241/1997 per non afferire i debiti e crediti allo stesso soggetto.
In caso di accollo negoziale del debito d’imposta, è nullo l’avviso di mora relativo a un debito tributario in relazione alla tardiva presentazione della denuncia IVA, notificato ai debitori accollanti, poiché l’art. 11, comma 1 del D.L. n. 151/1991, si applica nelle ipotesi di solidarietà tributaria, mentre la volontaria assunzione dell’impegno di pagare le imposte non determina, per l’accollante, l’assunzione della posizione di contribuente o di soggetto passivo del rapporto tributario, ma solo quella di obbligato in forza del titolo negoziale (Sez. U, sent. 26 novembre 2008, n. 28162) e non ricorrono, quindi, i presupposti della compensazione di cui all’art. 17 del D.Lgs. n. 241/1997, non trattandosi di debiti e crediti di natura tributaria o contributiva facenti capo, ex lege, al medesimo soggetto (Sez. 5, ord. 14 dicembre 2023, n. 35094).
L’accollo negoziale del debito tributario, con cui una parte si obbliga a tenere indenne l’altra da ogni pretesa fiscale, ha natura di accollo interno, rilevante solo tra i privati stipulanti e non verso l’A.F., la quale deve esercitare i propri poteri di accertamento ed esazione solo nei confronti di chi è tenuto per legge a soddisfare il credito fiscale, non avendo l’accordo effetto sull’individuazione del soggetto passivo d’imposta, sul rapporto fra contribuente e P.A. o sul potere impositivo di quest’ultima (Sez. 5, ord. 8 aprile 2024, n. 9353).
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