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Alla dimostrazione del volo del prototipo del drone, avevano invitato anche la direttrice della banca a cui avevano chiesto i primi 800mila euro di prestito. E il drone, perlomeno quello del grande evento che si era svolto in pompa magna, aveva volato. Presentando il velivolo radiocomandato, i dirigenti della società Apr Aerospace, presunta “start up innovativa” del settore aeronautico avanzato, avevano detto che sarebbe stato in grado di coprire, per il trasporto di medicinali e organi per trapianti, la distanza tra Milano e Torino in soli 20 minuti.
La dimostrazione del drone innovativo
Ma sarebbe stata tutta una grande truffa. Apr una sorta di società vuota. Il drone un fantasma. La start up una finta. L’unica cosa vera, della grande operazione dei droni super veloci progettati e poi spariti nel nulla, sarebbero stati i soldi. Un milione e 300mila euro chiesti alle banche e ottenuti dall’Unione europea per costruire qualcosa che non è mai esistito. E il denaro è svanito nel nulla.
Richiesta di giudizio immediato
Il procuratore europeo delegato Stefano Castellani ha chiesto il giudizio immediato per Fabio Angeleri, pilota di linea di Tortona ed esaminatore dell’Ente nazionale per l’Aviazione civile e per Fabio Franzosi, considerato dall’accusa amministratore della Apr Aerospace. Anche la società, che ha sede a Torino in via Duca degli Abruzzi, è indagata. Angeleri e Franzosi sono ai domiciliari da questa estate. Tra i reati contestati a entrambi, la truffa all’Unione europea, che aveva concesso alla società Apr tre finanziamenti per progettare e costruire il fantomatico drone super veloce. Il presunto raggiro si sarebbe protratto, secondo la Guardia di finanza, dal 2021 al 2023.
Dichiarazioni durante la presentazione
«Si tratta di un convertiplano dotato di cinque motori elettrici ad alta efficienza» aveva dichiarato Angeleri durante il battesimo dell’aria del prototipo. «Il drone rappresenterà un’innovazione fondamentale nel settore dei trasporti leggeri e sarà in grado di trasportare un carico pagante fino a 10 chili». Ma secondo gli inquirenti, sarebbero state tutte menzogne. Scuse per incassare soldi. L’idea, ai due indagati, era venuta durante la pandemia del 2020. «L’aeromobile è costruito in carbotanio, il materiale più resistente al mondo – spiegava Angeleri – pesa non più di sei chili ed è in grado di volare ad oltre 350 chilometri orari compiendo tragitti di lungo raggio, fino a 100 chilometri e ritorno, su aerovie dedicate, in condizioni di massima sicurezza».
Finanziamenti sospetti e arresti
Il fatturato promesso era di 13,5 milioni di euro, la capacità produttiva di 600 pezzi all’anno. Il costo di ciascun esemplare dai 6mila ai 20 mila euro. Ma sarebbero state soltanto parole. Il fantomatico «convertiplano in fibra di carbonio e kevlar», gli investigatori lo hanno visto solo sulla carta. O meglio, su presunti documenti falsi creati ad hoc per ottenere i finanziamenti. Gli indagati, difesi dagli avvocati Mario Almonda, Paolo Pacciani e Roberto Tava, avrebbero comprato il know how da una società di Milano, con un’altra intermediaria, senza pagare nulla. Avrebbero assunto qualche ingegnere, all’inizio. Poi avrebbero smesso di pagare lo stipendio anche a loro.
Dichiarazioni della banca e mancanza di incassi
«Il primo finanziamento – ha testimoniato la direttrice della banca raggirata – era per la progettazione della messa a punto del drone. Il secondo serviva a costruirlo e a renderlo commercializzabile. Io ho visto volare un prototipo». Di chi fosse il velivolo della prova, non è chiaro. Ad accorgersi della truffa, una società di ingegneria specializzata nel settore aeronautico incaricata da Apr per la realizzazione del drone. Secondo la Guardia di finanza la stessa Apr sarebbe stata una scatola vuota. Nel 2021 e 2022 non risultano incassi. Quelli del 2023 ammontano a 2.952 euro.
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