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diCesare Zapperi
Il deputato leghista contro l’idea lanciata dal ministro Musumeci (FdI) sull’obbligatorietà delle polizze per le case in casi di disastri naturali: «Una polizza può essere uno strumento utile, ma non sia obbligatorio. Semmai si pensi ad incentivi per chi la sottoscrive»
«Una proposta estemporanea, lanciata nel luogo sbagliato e senza il necessario coinvolgimento di tutti i soggetti interessati». Stefano Candiani, deputato leghista ed ex sottosegretario agli Interni, non ha apprezzato l’uscita del ministro Nello Musumeci.
Cosa c’è di sbagliato?
«Anzitutto, l’idea è stata lanciata durante un evento dell’Ania, l’associazione delle società di assicurazione. Capisco che loro fossero interessate, ma non era la sede giusta. sarebbe stato meglio parlarne con l’Anci (l’associazione dei Comuni, ndr)».
Nel merito, invece, cosa non va?
«Non si può fare un ragionamento esteso a tutti. Giusto tutelare le persone e le cose nelle zone veramente a rischio, come quelle sismiche o con il pericolo di alluvioni. Non ha senso invece dove non ci sono pericoli».
Lei intravede un altro pericolo?
«Sì, che passi l’idea che, fatta l’assicurazione, lo Stato non debba più preoccuparsi della sicurezza dei cittadini. Non vorrei diventasse, anche inconsciamente, una sorta di esimente. No, lo Stato deve fare la sua parte, sul piano della prevenzione e della sistemazione del dissesto».
Salvini teme una nuova tassa sulla casa. Ma i cittadini non devono proprio fare nulla per tutelarsi?
«L’assicurazione può essere uno strumento utile, ma non deve essere obbligatorio. Semmai, lo Stato deve incentivare la sottoscrizione di polizze con incentivi fiscali o bonus. Tutti devono fare la loro parte ed è fondamentale che si eviti la corsa al “è colpa sua”. Di fronte alle tragedie si deve solo lavorare».
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