Grosse betoniere che riversano cemento su 18 mila metri quadri di terreno. È questa la situazione nella fabbrica di Lu-Ve in Texas, dove si gettano le basi per ampliare lo stabilimento aperto un paio di anni fa e destinato a potenziare la produzione della società di Varese. Obiettivo: cavalcare l’onda dei maxi-investimenti in data center. «I lavori sono partiti da un paio di mesi e prevediamo di terminarli a ottobre per iniziare a produrre da gennaio 2026», racconta Matteo Liberali, presidente di Lu-Ve. «Il sito ampliato sarà dedicato alle macchine di grandi dimensioni per uso esterno. Parliamo di prodotti lunghi tra 8 e 13 metri e alti fino a 3 metri che servono a raffreddare strutture come centri congressi o data center».
Che in questa fase siano i data center il segmento più dinamico per Lu-Ve, che produce anche altri sistemi di gestione della temperatura (come le pompe di calore), è evidente dai numeri. Sia quelli della società sia quelli degli investimenti nel comparto. Ultimo, in ordine cronologico, il progetto Stargate di OpenAI- Oracle-Softbank con una potenza di fuoco dichiarata di 500 miliardi di dollari in quattro anni.
I numeri di Lu-Ve
Per quel che riguarda Lu-Ve, nel 2024 i ricavi sono stati pari a 581 milioni di euro, con un calo del 4,3%. Una flessione contenuta dall’espansione di alcuni segmenti che hanno bilanciato almeno in parte il crollo delle pompe di calore, penalizzate dall’incertezza su transizione ecologica e incentivi. «Al momento i data center sono il focus principale», conferma Liberali. E non è un caso che Lu-Ve abbia deciso di ampliare lo stabilimento americano.«In Texas è nata una valle di strutture per l’intelligenza artificiale e il mining delle criptovalute, che richiede una grande quantità di dati», racconta il presidente della società lombarda. «La dimensione media dei data center è impressionante, tra i 50 mila e gli 80 mila metri quadrati. Sono infrastrutture enormi che devono essere raffreddate. Di conseguenza anche la portata dei progetti è alta, tra 3 e 5 milioni in media. Ma per un progetto legato al bitcoin si può arrivare a 14-15 milioni. In Europa questi numeri non si vedono».
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Intelligenza artificiale, dunque, ma anche criptovalute. Settori che promettono bene viste le promesse del presidente Trump. Tutto grasso che cola per Lu-Ve, contando anche che nei data center americani è diffuso il raffreddamento ad acqua, poco comune in Europa: le apparecchiature elettroniche sono immerse in una sorta di gelatina, la cui temperatura è regolata da grandi refrigeratori. Questo sistema è più efficiente, ma richiede un numero maggiore di macchine – e quindi ha un costo più elevato – rispetto al classico raffreddamento ad aria.
I rischi con Trump
Inoltre potenziare la produzione negli Stati Uniti potrebbe rivelarsi un vantaggio se Trump dovesse applicare i dazi promessi. «È difficile prevedere cosa cambierà, ma eventuali dazi potrebbero avvantaggiare chi produce negli Usa o in Europa piuttosto che in Messico, dove hanno fabbriche alcuni dei nostri competitor», ipotizza Liberali. «Tuttavia, potrebbero emergere criticità legate alla supply chain: i ventilatori più utilizzati nel nostro settore vengono dalla Germania e il costo potrebbe crescere. In più, con Biden c’è stata un’accelerazione del passaggio, già avvenuto in Europa, a sistemi di raffreddamento con fluidi naturali come la CO2. Con Trump potremmo assistere a un cambio di impostazione e, quindi, a un rallentamento nei progetti. Ma i grandi gruppi che hanno intrapreso questa strada, come Walmart, difficilmente torneranno indietro».
A Piazza Affari Lu-Ve è quotata sul segmento Star, dove viaggia intorno ai 29 euro. In 12 mesi ha guadagnato oltre il 30%, tornando a vedere il massimo di 32 euro raggiunto nel 2023. «I segnali di ripresa dei ricavi, probabilmente visibili nel 2025, dovrebbero essere un catalizzatore per il titolo insieme alla capacità di migliorare la redditività con investimenti nell’automazione della produzione, nella riorganizzazione dei processi e nel contenimento dei costi», osservano gli analisti di Intesa Sanpaolo Research in uno degli ultimi studi su Lu-Ve. (riproduzione riservata)
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